Nuovie documenti su Amerigo Vespucci
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142 I tJS 9 IEN/I)<br />
al notaio il 17 febbraio 1495. In tale causa agi come <strong>su</strong>o procuratore<br />
il Rondinelli5.<br />
Com'è noto, nelle operazioni cambiarie tra due piazze distanti, intervenivano<br />
quattro persone: il datore, cioè colui che intendeva fare la<br />
rimessa; il prenditore, ossia il banchiere a cui veniva versata la moneta<br />
nella valuta della piazza di partenza, in un valore pari alla moneta dell'altra<br />
piazza; il trattario, cioè il corrispondente del prenditore, che aveva<br />
una filiale o un'azienda dello stesso sistema, il quale riceveva l'ordine<br />
di pagamento; il benefic ian o, colui al quale i soldi erano indirizzati. La<br />
lettera di cambio veniva scritta dal prenditore ed indirizzata al trattario;<br />
ma chi materialmente la prendeva era il datore, che la faceva recapitare<br />
al bene ficiano. Questi, alla scadenza fissata per il pagamento,<br />
presentava la lettera al trattario, il quale poteva accettarla o no. Per mancata<br />
accettazione o per mancato pagamento si effettuava il protesto di<br />
fronte al notaio, come si fa anche oggi.<br />
Quando il trattario firmava l'accettazione, nasceva in lui un debito,<br />
in quanto si as<strong>su</strong>meva un'obbligazione a nome del prenditore. Da<br />
parte del beneficiario maturava, invece, il diritto a riscuotere; cioè il<br />
trattario diventava debitore del beneficiano e insieme creditore di colui<br />
che gli aveva dato l'ordine di pagare56.<br />
Su questo personaggio sono noti diversi <strong>documenti</strong> dai quali ri<strong>su</strong>lta che, dopo<br />
la morte di <strong>Amerigo</strong>, fu legato da amicizia a <strong>su</strong>o nipote Giovanni <strong>Vespucci</strong>, fu <strong>su</strong>o procuratore<br />
e, in una circostanza, gli prestò 25 ducati d'oro. Cfr. Caidiogo de losjondos<br />
americanos, op. cit., t. III, nn. 79, 81, 144, p. 26 e s., e 41 e s.<br />
56 Per la lettera di cambio cfr. R. de Roovc, L'evolution de la lettre de change.<br />
Xl Ve-X Ville siècie3, Pai'is, 1935; F. Mii i. Documenti per la storia economica dei secoli<br />
XlIl-XVI, Firenze, 1972, pp. 89-103; H. LAPEVRE, Contribusion à l'histoire de la<br />
leitre de change en Espagne du XIVe au X Ville siècle, in «Anuario de Ilistoria economica<br />
y , I, 1968, pp. 107-125. Per le piazze di Valenza e Siviglia in particolare<br />
cfr. R. CONDE y Duc.sno de M0LIN . , .Seis letras de cambio cuatrocentistas giradus contro<br />
Barcelona, in «Estudios històricos y docuinentos de los archivos de protocolos»,<br />
V, Miscelriea eri de Josep Maria Madureli i Marimon, Barcelona, 1977, pp. 63-73;<br />
In., Una letra de cambio avalada de 1403, in «Anales de la Universidad de Alicante»,<br />
Historia Medieval, 2, Alicante, 1983, pp. 239-249. L. TRAMOYERES Bisco, Letras de<br />
cambio vatencianas, in «Revista de Archivos, Bibliotecas y Museos», Madrid (1900),<br />
t. IV, pp. 489-496; R. G.IouI)o, La tetra de cambio en ci Medioevo valenciano, Valencia,<br />
1971; J. Bo\» v EILJERTA, La tetra de cambio v protesto eri protocoios hipalenses<br />
de 1500-1550, in «Actas del 11 Coloquio de metodologia Historica Aplicada»,<br />
La documentaci6n notarial y la Historia, Il, Santiago, 1984, pp. 273-285.