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Nuovie documenti su Amerigo Vespucci

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140<br />

LI ISA DARIE\/()<br />

Sui motivi del definitivo trasferimento del <strong>Vespucci</strong> a Siviglia non<br />

abbiamo dati certi; riteniamo però che, almeno per i primi anni, la <strong>su</strong>a<br />

decisione si possa inquadrare nell'ambito della difficile situazione in cui<br />

vennero a trovarsi Lorenzo e Giovanni dei Medici alla morte del cugino<br />

Lorenzo il Magnifico. Com'è noto, fra i due rami della famiglia dei Medici<br />

non erano mai esistiti buoni rapporti 50 ; ma la situazione precipitò<br />

con l'ascesa al potere di Piero, dopo la morte del padre, avvenuta 1'8<br />

aprile 1492. 11 giovane erede del Magnifico, riacutizzando vecchi rancori,<br />

mandò in esilio Lorenzo e Giovanni <strong>su</strong>lla base di vaghe accuse.<br />

I due fratelli poterono rientrare a Firenze solo nel 1494 quando Piero<br />

conobbe, a <strong>su</strong>a volta, la via dell'esilio 51 . Si può pertanto ipotizzare che<br />

<strong>Amerigo</strong>, lasciata Firenze per Siviglia nella prospettiva di un semplice<br />

viaggio, avesse poi deciso, in considerazione degli eventi fiorentini, di<br />

trattenersi nella città ispalense dove, una volta inseritosi, preferì rimanere.<br />

Nel primo periodo sivigliano il gruppo: Berardi, Rufaldi, Nicolini<br />

e <strong>Vespucci</strong> pare agire in stretta collaborazione 52.<br />

È del 30 gennaio 1493 una lettera scritta dal Nicolini insieme al <strong>Vespucci</strong>,<br />

ad una persona non identificabile, comunicando che, forse, uno<br />

dei due sarebbe andato presto a Firenze 53 . Qualche tempo dopo il gruppo<br />

il primo viaggio sicuro di <strong>Amerigo</strong> a Siviglia sia da porsi nell'autunno del 1489, <strong>su</strong>lla<br />

base della già citata lettera della raccolta Masetti-Howard, ma non conosceva in proposito<br />

le argomentazioni del Caraci che escludevano tale possibilità (v. le noie 41-43<br />

e la parte del testo che ad esse si riferisce).<br />

° Vedi la nota 39.<br />

'l Medici furono reintegrati a Firenze solo nel 1512. Piero morì nel 1503. Cfr.<br />

M. ANDKIrux, I Medici, op. cit., pp. 339, 343; J.R. H.LE, Firenze e i Medici, op. cit.,<br />

pp. 91, 97, 110 e s.<br />

52 Tommaso Capponi, che in un primo periodo aveva curato a Siviglia gli interessi<br />

di Lorenzo e Giovanni dei Medici insieme a Donato Nicolini, era stato allontanato<br />

dall'azienda per cattiva amministrazione e già aveva fatto rientro a Firenze il 19 novembre<br />

1489, per dare chiarimenti <strong>su</strong>i libri contabili da lui tenuti (cfr. I. MAsETrI-<br />

BENCINI eM, H.A .\ED SNIIUI, La vita di <strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong>, op. cit., a. XIII, vol. XIII,<br />

nn. 7, 13, 16, pp. 185, 187 e s.). In una lettera del 24 settembre 1491 ri<strong>su</strong>lta che il Nicolini<br />

si trovava a Cadice dove, per conto di Lorenzo, aveva caricato <strong>su</strong> una nave che<br />

era stata di Ignigo di Sassonia 30 cantari di cera e una mula, che dovevano essere trasportati<br />

a Porto Pisano. Cfr. ibiden, a. XIV, vol. XIV, n. 52, p. 55.<br />

La lettera, giunta Frammentaria, fu pubblicata dal Bandini, che disse di averla<br />

vista nella raccolta dell'abate Scarlatti. Cfr. A.M. BANDINI, Vita e lettere, op. cit., p.<br />

24 e s. Si tratta della stessa lettera di cui alla nota 15.

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