Nuovie documenti su Amerigo Vespucci
Nuovie documenti su Amerigo Vespucci
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LUISA D'ARIENZO<br />
LtA JtQ<br />
L4<br />
?t.4 _ OC<br />
Professore Ordinario di Paleografia e Diplomatica<br />
Università di Cagliari<br />
NUOVI DOCUMENTI SU AMERIGO VESPUCCI<br />
Fra tutti i grandi navigatori dell'età delle scoperte geografiche, di<br />
certo il <strong>Vespucci</strong> è uno dei più discussi. Le polemiche che riguardano<br />
la <strong>su</strong>a figura ebbero, come principale motivo di contendere, il numero<br />
e la cronologia dei <strong>su</strong>oi viaggi; iniziate già pochi decenni dopo la <strong>su</strong>a<br />
morte, ebbero notevole incremento nella seconda metà del XVIII secolo<br />
e continuarono nel XIX e XX, raggiungendo toni aspri e spesso faziosi.<br />
Si può dire che, ancora ai giorni nostri, non siano del tutto sedate<br />
perché molti problemi sono rimasti irrisolti, a causa della carenza di documentazione<br />
riguardante il navigatore fiorentino.<br />
La maggior parte della bibliografia relativa al <strong>Vespucci</strong> verte <strong>su</strong>ll'interpretazione<br />
delle cinque lettere (più un frammento) da lui scritte<br />
e <strong>su</strong>l valore di autenticità o meno che a ciascuna di esse si deve attribuire.<br />
Il problema nasce dal fatto che le cinque missive, le uniche nelle quali<br />
si parli espressamente dei <strong>su</strong>oi viaggi e <strong>su</strong>lle quali, per necessità di cose,<br />
ci si è sempre basati, hanno alloro interno discordanze <strong>su</strong> fatti, <strong>su</strong> date<br />
e <strong>su</strong>l numero dei viaggi.<br />
Gli studiosi vespucciani sogliono dividerle in due gruppi: al primo<br />
appartengono due famose lettere che furono conosciute quasi <strong>su</strong>bìto,<br />
perché vennero date alle stampe quando era ancora in vita il navigatore,<br />
ed ebbero larga diffusione. Si tratta del Mundus Novus e della Lettera<br />
al Soderini, pubblicate per la prima volta tra il 1504 e il 15<br />
quali il <strong>Vespucci</strong>, parlando dei <strong>su</strong>oi viaggi, disse di averne f qua -<br />
tro: due al servizio della Spagna (1497-1498, 1499-1500) e due e n<br />
Document , &<br />
IIII I I II III<br />
0000005644438
122 1 t:i DARIE\/.()<br />
togallo (1501-1502, 15031504)l. Il secondo gruppo riguarda invece tre<br />
lettere manoscritte, tutte indirizzate a Lorenzo di Pier Francesco dei Medici,<br />
come anche il Mundus Novus, che furono pubblicate alcuni secoli<br />
dopo tra il 1745 e il 1827 dai rispettivi scopritori: Bandini, BartolozLi<br />
e Baldelli-Boni. in queste si parla di soli due viaggi, uno per la Spagna<br />
(1499-1500) e l'altro per il Portogallo (15011502)2. Resta a parte il fram-<br />
Il Mundus Novus ebbe numerose edizioni in diversi tempi: Il nel primo anno<br />
(1503-1504), 50 fino al 1550. In questa lettera, non datata, il <strong>Vespucci</strong> parlò di un viaggio<br />
da lui compiuto nel 1501-1502 al servizio del Portogallo; dichiarò di averne fatto<br />
altri due per la Castiglia e di essere in procinto di farne un altro per il Portogallo. La<br />
lettera fu inserita, in traduzione italiana, da G.B. Ramusio nel Primo volume de/le navigazioni<br />
e viaggi (Venezia, 1550), col titolo di Sommario scritto per Anertgo <strong>Vespucci</strong><br />
fiorentino di due <strong>su</strong>e navigazioni.<br />
La Lettera al Soderini. datata: Lisbona, 4 settembre 1504, contiene la narrazione<br />
di quattro spedizioni marittime, due al servizio della Spagna, due per il Portogallo. La<br />
cronologia dei viaggi è la seguente: 1)10.5.1497/15.10.1498; lI) 16.5.1499/8.10.1500;<br />
III) 10.5.1501/7.X.1502; IV) 10.5.1503/18.6.1504. Fu pubblicata per la prima volta in<br />
italiano, a Firenze, tra il 1505-1506, col titolo Lettera (di ,ln,erigo Vespucei) (te/le isole<br />
nuovamente trovate in quattro <strong>su</strong>oi viaggi. Fu poi tradotta in latino nel 1507 e, col titolo<br />
di Quattuor Americi Vespucii navigationes, fu inserita nella Cosmographiae Thtroductio,<br />
di Martiri Iler il quale, nel prologo dell'opera, per primo sostenne<br />
che alla nuova terra spettava il nome di America. Fu pubblicata a Saint Dié (Lorena)<br />
il 25 aprile 1507, con una dedica all'dllustrissimo Renato lerusalem et Siciliae regi,<br />
(luci Lotharingiac ac Bari». Della Lettera al Soderini sono note anche copie manoscritte<br />
tarde.<br />
Le due lettere, più volte pubblicate, sono state oggetto di numerosi studi tendenti<br />
a ricostruire la cronologia delle edizioni a stampa. Cfr. fra gli altri, F.A. de VARNH..\-<br />
(E\, <strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong>. Son carac(ère, ses rcrits (méme les ìnoins authentiques) sa vie<br />
et ses navigations. Lima, 1865; H. V1\OLD, Amene Vespuce, 1451-1512, Paris, 1917:<br />
R. Levii i v, America la bien Ilamada, 2 voll., Buenos Aires, 1948; Il Mondo Nuovo<br />
di <strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong>, a cura (li M. Poi,», Milano. 1984 e da ultimo tutto il dossier<br />
vespucciano in edizione critica da parte di L. F0RMI,\\o, <strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong>. Lettere<br />
di viaggio, Milano, 1985 . Affrontarono i problemi della tradizione manoscritta e a stampa<br />
anche G. UZIELLI, Anierigo Vespucei davanti alla critica storica, in «Atti dei terzo Congresso<br />
geografico italiano», vol. Il, Firenze, 1899, pp. 455-489 e A. M.cir'..toiii, ,-1,nerigo<br />
<strong>Vespucci</strong>, Roma, 1926 che pure negò l'autenticità delle due lettere.<br />
2 La lettera Bandini è datata: Siviglia, 18 luglio 1500. In essa il <strong>Vespucci</strong> fa il resoconto<br />
di un viaggio compiuto al servizio della Spagna (1499-1500). lI testo ci è giunto<br />
in due copie coeve: cod. Riccardiano 2112 bis e cod. Riccardiano 1910, trascritto da<br />
Piero Vaglienti (però con data 28 luglio), a parte altre copie tarde. All'edizione di A.M.<br />
B.AND1\i (Vita e lettere di <strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong>, Firenze, 1745), basata <strong>su</strong>lla prima delle<br />
due copie, ne seguirono numerose altre. Il V- NIIAGEN (A,nenigo <strong>Vespucci</strong>, op. cit.) ri-
NUOVI DocI:SIENTI SU A\IFRI(O VFSI'L (CI 123<br />
mento Ridolfi, nel quale si fa riferimento a tre viaggi. Il frammento fu<br />
individuato e dato alle stampe solo nel 1937.<br />
A causa delle incongruenze presenti nelle lettere, che contengono<br />
tenne che la lettera fosse falsa; il LeVillier sostenne invece che era autografa, anche nella<br />
firma, nell'esemplare del cod. Riccardiano 2112 bis. Le <strong>su</strong>e argomentazioni palcografiche<br />
non hanno, però, fondamento (cfr. R. LEIl LIER, La escritura de Vespucio (le<br />
acuerdo con autografos nuevamente descubiertos, in «Revista de Indias», a. XVI, il.<br />
64 (1956), pp. 195 e SS.). Lo stesso autore ne aveva già pubblicato il testo e una riproduzione<br />
in lac-simile (cfr. A pnerku la bien llwnada, op. cit., t. I, p. 255 e ,lmérico Vespucia.<br />
E! Nuevo Mundo. Cartas relativas a <strong>su</strong>s viajes y descuhri,nientos, Buenos Aires,<br />
1951, dove riunisce gli autografi di <strong>Vespucci</strong>). L'ipotesi che la copia del cod. Riccardiano<br />
2112 bis fosse autografa fu già vagamente avanzata dal Bandini; ma S. CNnvsI<br />
(Viaggi di A tnerigo <strong>Vespucci</strong> con la vita, l'elogio e la dissertazione giustificativa di questo<br />
celebre navigatore, Firenze, 1817) dimostrò che la tesi era insostenibile. Argonientazioni<br />
in questo senso espresse anche A. M..\c,N .snI1I, (<strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong>. op. cit., pp.<br />
104-106). il Martini, che curò il Catalogo della Mostra vcspuceiana del 1954 (vedi nota<br />
12), ebbe esitazione in questo senso; ma ritornò <strong>su</strong>l tenia il Caraci dimostrando l'inconsistenza<br />
ditale ipotesi (cfr. G. (T..ii.ci, Don Chisciotte historiador, in «Memorie geografiche»,<br />
vol. li, Questioni e polemiche vespucciane, parte 1, Roma, 1955, p 70 e S.<br />
e In., Apocrifi vespucciani, in «Nuova Rivista Storica», XI- (1956), fase. 1, p. 265 e ss.).<br />
Nella lettera Bartolozzi, scritta a Lisbona a fine luglio 1502, il <strong>Vespucci</strong> fa il resoconto<br />
di un viaggio compiuto per il Portogallo (1501-1502); la missiva si trova nel citato<br />
ms. Vaglienti (Riccardiano 1910) e, in una copia di questo, nei cod. Strozziano 318,<br />
ora alla Biblioteca Nazionale di Firenze, collezione dei mss. Galileiani, Cimento, parte<br />
III, Carteggio, vol. 18, cc. 137 r.-139 r. Fu pubblicata da F. B.RroLozzl, Ricerche<br />
islorico-critiche circa alle scoperte d'<strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong>, Firenze, 1789.<br />
Nella lettera Baldelli-Boni, scritta a Capo Verde il 4giugno 1501, <strong>Vespucci</strong> narra<br />
l'inizio di un viaggio al servizio del Portogallo (1501-1502), con tappa nelle isole di Capo<br />
Verde, dove incontrò le navi del Cabral, reduci dall'Oriente e dirette a Lisbona, ed<br />
ebbe notizie <strong>su</strong>lla via delle Indie da un membro della spedizione; ricorda inoltre un viaggio<br />
compiuto per il re di Castiglia (1499-1500), in occasione del quale scopri il Brasile. È<br />
conservata nel già citato codice Vaglienti e fu pubblicata da G.B. BAI DEI I.I-Bo\!, Il Milione<br />
di Marco Polo, Firenze, 1827.<br />
Tutte e tre le lettere hanno avuto varie pubblicazioni, per le quali vedi la nota<br />
I. Fra i più convinti sostenitori della loro autenticità va considerato per primo G. UtIEL.<br />
i, Vita di <strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong> scritta da A.M. Rondini, illustrata e comnentaia da G.<br />
tJzielli, Firenze, 1898, al quale fecero seguito A. Nl;.c,EII, <strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong>, op. cit.,<br />
e O. Caraci in diversi saggi.<br />
La lettera, mancarne dell'inizio e della fine, inclusa la data, si ritiene scritta <strong>su</strong>llo<br />
scorcio dei 1502. In essa il <strong>Vespucci</strong> parla di un terzo viaggio al servizio del Portogallo.<br />
Fu trovata nell'archivio della famiglia fiorentina Ginori Conti e venne pubblicata<br />
da R. RIDOLrI, Una lettera inedito di <strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong> sopra il <strong>su</strong>o ie,zo viaggio, in<br />
«Archivio Storico Italiano», XCV (1937), I, pp. 3-20, il quale ne difese il valore auten-
124 i 1 is. D.\RLE\LO<br />
inconciliabili discrepanze non solo <strong>su</strong>l numero dei viaggi, ma anche <strong>su</strong><br />
date, itinerari e considerazioni di vario genere, è nata la cosiddetta questione<br />
vespucciana, nell'ambito della quale si sono create diverse correnti<br />
storiografiche. Fra la schiera di coloro che ammettono i quattro<br />
viaggi della tradizione, i più decisi reputano vere le lettere a stampa e<br />
false quelle manoscritte 4 . Altri le considerano tutte vere e tentano di<br />
conciliarne il contenuto; alcuni di essi però non accettano il primo<br />
viaggio.<br />
Coloro che sostengono due soli viaggi hanno invece, con atto coraggioso,<br />
negato l'autenticità delle lettere a stampa, che per secoli la<br />
tradizione aveva reputato degne di fede, dando credibilità solo alle let-<br />
t.ico contro le accuse di falsità mosse dal Magnaghi. Cfr. R. Rinout, Ancora sopra la<br />
lettera di A,nerigo l/espucci nuovamente in luce, ibidem, IV, Pi,. 193-198; A. MAGNA<br />
«HI, Una <strong>su</strong>pposta lettera medita di Ainerigo <strong>Vespucci</strong> sopra il <strong>su</strong>o terzo viaggio, in<br />
«Bollettino Regia Società Geografica Italiana», LXXIV (1937), pp. 589-632 e Id., Ancora<br />
a proposito di una nuova <strong>su</strong>pposta lettera di <strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong> sopra il <strong>su</strong>o terzo<br />
viaggio, ibidem, LXXV (1938), pp. 685-703.<br />
In questo gruppo si annoverano, fra i più noti F.A. de V..RHAGF-.N. <strong>Amerigo</strong><br />
<strong>Vespucci</strong>, op. cit.; H. HARRISSE, The disco veri' of North America, Parigi, 1892 (<strong>su</strong>l <strong>Vespucci</strong><br />
i capp. 10 e 11 del I. Il, pp. 335-352); EI. VIGN0LD, A,neric Vespuce, op. cit.;<br />
J. Fis, The discovery of America. Boston-New York, 1892. Tale orientamento fu seguito<br />
anche in occasione del V Centenario della scoperta dell'America, quando non fu<br />
riservato spazio alle lettere manoscritte (cfr. Raccolta Colombiana, Roma, 1893, parte<br />
3, voi. 2). Nonostante ciò L. HUGUES, che per la stessa Raccolta (Roma, 1894, parte<br />
5, voi. 2) curò il capitolo dedicato ad <strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong>. Notizie sommarie, ritenne<br />
non accettabile il primo viaggio e contestò il Varnhagen. Cfr. anche L. Huc,uEs, Alcune<br />
considerazioni <strong>su</strong>l primo viaggio di <strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong>, in «Bollettino Regia Società<br />
Geografica Italiana>) (1885), serie Il, vol. X. pp. 248-263 e 367-379.<br />
Rientrano in questo orientamento A. von HuNIB0I.nr, Examen critique de lhistoire<br />
de la géographie du Nouveau Continent au XV et XVI siècle, Paris, 1836-1839,<br />
5 voli. (il IV e il V dedicato al <strong>Vespucci</strong>), che considerò il primo viaggio quello fatto<br />
con Hojeda nel 1499-1500; G. UZIELLI, <strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong>, op. cit.; P.L. R.MHALDI,<br />
<strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong>, Firenze, 1898, p. 71 e ss. (anche secondo lui il primo viaggio è quello<br />
fatto con Hojeda); R. LEVILLIER, America la bien liamada, op. cit.; lo., Américo Vespucio,<br />
op. cit.; Iii., Ancora <strong>su</strong>l problema delle lettere e dei viaggi del <strong>Vespucci</strong>, in<br />
«Nuova Rivista Storica», a. XXXIX. maggio-luglio 1955, fase. Il, pp. 201-256; lo.,<br />
En defensa de Vespucio y de la verdad historica, in «Revista de lndias», 1954, pp.<br />
455-508; G. ARciNIFu.s, <strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong>, Milano, 1960, traduz. dallo spagnolo di<br />
M. GALLONE (titolo orig. <strong>Amerigo</strong> y e! Nuevo Mando, Mexico, 1955) e 1D, A prime!ra<br />
viage,n de Américo Vespticio, in «Revista de Historia», Sào Paulo, IX (1958), n.<br />
33, pp. 43-63 nel quale sostenne la falsità delle lettere manoscritte.
NUOVI DOCUME \ ti SU AMERIGO VESPUCCI 125<br />
tere manoscritte. In tale modo venivano <strong>su</strong>perate tutte le incongruenze<br />
e, pur limitando il numero dei viaggi, non ri<strong>su</strong>ltava sminuita la fama<br />
del fiorentino; anzi la <strong>su</strong>a figura veniva posta nella giusta luce, soprattutto<br />
per quanto concerne l'aspetto morale'. I <strong>su</strong>oi più accesi denigratori,<br />
primo fra tutti Bartolorné de Las Casas, lo accusarono infatti<br />
di aver carpito a Colombo la gloria di essere arrivato per primo nel<br />
Continente americano (terra di Paria), durante il <strong>su</strong>pposto viaggio del<br />
1497-1498; mentre è stato dimostrato che il <strong>Vespucci</strong> non ebbe nes<strong>su</strong>na<br />
responsabilità in questo, giacché le lettere a stampa furono una libera<br />
rielaborazione delle <strong>su</strong>e lettere autentiche (le tre manoscritte), fatta,<br />
a <strong>su</strong>a insaputa, a scopo di diletto e di lucro, perché le relazioni di viaggi<br />
costituivano un genere letterario molto di moda in quell'epoca. Ciò è<br />
Iniziatore di questa corrente storiografica fu A. M..\GNAGU
126 I 11S\ DARILNÌ()<br />
dimostrato anche dalle numerose edizioni che ne furono realizzate. Si<br />
chiariva così anche il problema dei <strong>su</strong>oi rapporti con Colombo, che, <strong>su</strong>lla<br />
base della storiografia tradizionale, sarebbero dovuti essere pessimi, mentre<br />
i <strong>documenti</strong> dell'epoca dimostrano che fra i due navigatori esistevano<br />
rapporti di amicizia e stima. Questa originale impostazione storiografica,<br />
che avrebbe dovuto dare una svolta decisiva agli studi vespucciani,<br />
non ha avuto però molto seguito, specie fra gli americani, anche<br />
se in recenti studi si è preferito non prendere posizione <strong>su</strong>l numero dei<br />
viaggi 8<br />
La complessità della questione vespucciana ha fatto sì che la maggior<br />
parte della sterminata bibliografia esistente si sia incentrata <strong>su</strong>l problema<br />
delle lettere, che sono state più volte pubblicate; di recente, anche<br />
in edizione critica 9 . Minor attenzione è stata invece rivolta alla biografia<br />
del <strong>Vespucci</strong> e, soprattutto, ai <strong>documenti</strong> che lo riguardano. Chi<br />
voglia farsi un'idea della documentazione vespucciana, che pure è di<br />
indubbia importanza per conoscere gli spostamenti e l'attività del fiorentino,<br />
anche in relazione ai <strong>su</strong>oi viaggi pre<strong>su</strong>nti o veri, è costretto a<br />
leggere una serie infinita di libri, saggi e monografie dove, peraltro, gli<br />
stessi <strong>documenti</strong> vengono citati con date diverse per errori di interpretazione<br />
nello stile dell'anno. In modo particolare ci riferiamo al secondo<br />
periodo della vita del <strong>Vespucci</strong> quando, lasciata Firenze `, si trasferì<br />
a Siviglia dove visse fino alla morte (1512), a parte l'intervallo portoghese<br />
e le parentesi dei <strong>su</strong>oi viaggi. Dicevamo, quindi, che, per accedere<br />
ai <strong>documenti</strong> <strong>su</strong>l navigatore fiorentino, è necessario compiere un'estenuante<br />
«ricerca» all'interno della bibliografia vespucciana, per <strong>su</strong>perare<br />
quella che è la vera carenza di base: la mancanza di un Corpus<br />
documentario che raccolga insieme almeno tutto quello che è già noto,<br />
come si è fatto per Colombo. Noi stessi abbiamo dovuto necessariamente<br />
Così nell'opera dcll'uruguaiano R.A. LAC;I:\Ro; Tius, El hal/azgo de! t'fo de la<br />
PlatapurAineri,go <strong>Vespucci</strong> en 1502, Montevideo, 1982, nella quale l'A. parla del viaggio<br />
del 1501-1502, ma dichiara di non volersi esprimere <strong>su</strong>gli altri, Egli considera false le<br />
lettere a stampa.<br />
Cfr. L. FOR\IISAO, Anierigo <strong>Vespucci</strong>, op. cii.<br />
Per il periodo fiorentino esiste una raccolta di 71 lettere familiari, a lui indirizzate,<br />
per le quali vedi la nota 40.
\t0V1 DO(1 \ILNTI SI ANI ERIGO \tsPt;cu 1 127<br />
ricorrere a questo procedimento, con non poca fatica, al fine di poter<br />
inquadrare i <strong>documenti</strong> che presentiamo in Appendice, nell'ambito di<br />
quanto già si conosceva <strong>su</strong>lla vita del <strong>Vespucci</strong>.<br />
t pur vero che l'esigenza di giungere ad un Corpus documentario,<br />
che costituisca una solida base per chiunque si addentri nei problemi<br />
vespucciani, è stata sentita da illustri specialisti, quali I'Almagià''; ma<br />
l'impostazione tradizionale degli studi, tutti rivolti all'interpretazione<br />
delle lettere, ha avuto come conseguenza che sia stata data scarsa importanza<br />
ai <strong>documenti</strong>, i quali, ripetiamo, si trovano «sepolti» nella sterminata<br />
e spesso inaccessibile bibliografia.<br />
I momenti opportuni per giungere a un'operazione di questo tipo<br />
non sono certo mancati; ci riferiamo in modo particolare al quinto centenario<br />
della nascita del <strong>Vespucci</strong>, celebrato a Firenze nel 1954, in occasione<br />
del quale fu allestita una grande Mostra, con relativo Catalogo '2,<br />
dove trovò spazio solo una parte del materiale conosciuto. Quella fu,<br />
per diversi aspetti, come disse il Caraci, un'
128<br />
LUISA DARIEN7.O<br />
Come si è già sottolineato, l'errata interpretazione della datai/o dei<br />
<strong>documenti</strong> è stata spesso oggetto di non pochi disguidi, determinando<br />
degli errori che una corretta edizione diplomatica del materiale avrebbe<br />
evitato. Essendo la maggior parte dei <strong>documenti</strong> scritta da fiorentini, lo<br />
stile usato nella datazione è quello dell'incarnazione secondo l'uso di Firenze,<br />
che faceva cadere il capodanno il 25 marzo, con due mesi e 24<br />
giorni in ritardo rispetto al computo attuale. Ne consegue che, in tutti<br />
i <strong>documenti</strong> emessi in quell'arco cronologico, deve essere aggiunta un'unità<br />
all'anno, se vogliamo esprimere la data secondo lo stile moderno 14<br />
Così, per fare solo un esempio, esistono ancora incertezze <strong>su</strong> quale<br />
sia la prima data sicura relativa alla presenza del <strong>Vespucci</strong> a Siviglia:<br />
il Magnaghi, il Caraci e il Polh, che considerarono del 1492 una lettera<br />
scritta a Siviglia il 30 gennaio 1493 («di gennaio siamo a di 30, 1492»),<br />
ritennero che quello fosse il terminus a quo 1t . Almagià, poi, considerò<br />
del 1491 un atto di procura sottoscritto a Siviglia dal <strong>Vespucci</strong>, insieme<br />
ad altri, il 10 marzo 1492 («questo di A. di marzo 1491») e anch'egli<br />
ritenne di poter considerare quella data come il terminus a quo 6 In<br />
realtà, secondo la cronologia che abbiamo potuto ricostruire, dovrebbe<br />
Il L'Harrisse, ad esempio, che non aveva capito il calculusflorerninus, aggiunse<br />
un'unità a tutti gli anni, prescindendo dai mesi. Cfr. H. H'iissE, The discovery, op.<br />
cit., voi. Il, pp. 740-744.<br />
15 Cfr. A. MAUN . G111. EI Lnicuo Vespucio, in «Rivista Geografica Italiana»,<br />
XXXVI (1929), fasc. IV, p. 116; G. C,R\cl, 4rnerigo <strong>Vespucci</strong> e la «cienciaportuguesa»,<br />
in «Memorie Geografiche», voi. Ili, Questioni e polemiche vespucciane, parte I!,<br />
Roma, 1956, p. 211; F.J. POHL, <strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong>, op. cit., nella riediz. spagnola dal<br />
titolo Americo Vespucio piloto mavor. Nota preliminar y <strong>su</strong>pervision por ei capitan<br />
de fragata Hector R. Ratto, Buenos Aires, 1947, p. 65. Ma io stesso Caraci, in un altro<br />
studio, l'aveva citata esattamente: Bibliografi, op. cit., p. 20. In modo corretto l'aveva<br />
datata il <strong>su</strong>o primo editore A.M. BANOINI, Vita e lettere, op. cit., ristampa con introduzione<br />
di G. UzIELII, Firenze, 1898, pp. 24-25 ed in seguito anche F.A. de VARNHA-<br />
(EN, <strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong>, op. cit., Troisième partie, p. 90. 1! Caraci, in altra circostanza,<br />
<strong>su</strong>lla scia di Rambaldi, considerò come xer,ninus a quo la lettera scritta a Siviglia<br />
da <strong>Vespucci</strong> il 30 dicembre 1492 e pubblicata per la prima volta da (i. Govi, Come veramente<br />
si chiamasse il <strong>Vespucci</strong>, e se dal nome diluì sia venuto quello di Nuovo Mondo,<br />
in «Rendiconti della Regia Accademia dei Lincei», vol. IV, fasc. 10, Roma, 1888;<br />
cfr. inoltre P.L. RAMHALDI, A,nerigo <strong>Vespucci</strong>, op. cit., p. 35 e G. CAR.\ci, Il nuovo<br />
metodo storico del «senso comune». A proposito di una biografia romanzata di A ,nerigo<br />
<strong>Vespucci</strong>, in «Nuova Rivista Storica», a. XI.Iil (1959), p. 215 e s.<br />
6 Cfr. R. AIMAGIA, Alcune considerazioni, op. cit., p. 7. Vedi anche nota 48. La
NUOVI DOCUMENTI SU AMFRIGO VESPLCCL 129<br />
essere davvero questo il più antico documento che attesti la presenza<br />
del fiorentino a Siviglia; però la sottoscrizione è, appunto, datata: 10<br />
marzo 1492.<br />
La mancanza di un Corpus documentario, realizzato con l'obiettivo<br />
di raccogliere tutto il materiale vespucciano, non ha però determinato<br />
solo errori ditale genere, che potrebbero apparire insignificanti agli<br />
occhi di coloro che reputano importante solo il problema delle lettere.<br />
Per non dilungarci troppo <strong>su</strong> questo punto, vogliamo citare solo un caso<br />
che riteniamo emblematico.<br />
L'Humboldt aveva asserito che il <strong>Vespucci</strong> non avrebbe potuto fare<br />
il viaggio del 1497-1498 perché in quegli anni era impegnato nell'armamento<br />
del terzo viaggio di Colombo, iniziato il 30 maggio 1498,<br />
con partenza da Saniucar de Barrameda. La <strong>su</strong>a affermazione si basava<br />
<strong>su</strong>ll'esistenza di alcune registrazioni di pagamenti, effettuati a favore<br />
del navigatore fiorentino, in relazione all'impegno che si sarebbe as<strong>su</strong>nto<br />
continuando l'opera già intrapresa dal <strong>su</strong>o principale Giannotto<br />
Berardi, morto nel dicembre del 1495, al quale era <strong>su</strong>cceduto nell'azienda.<br />
Disse che l'informazione gli proveniva dal Mufioz' 8 e che i dati in questione<br />
si trovavano registrati nel Libro 2 de los gastos de las arrnadas,<br />
conservato nell'archivio della Casa de contrataciòn de /ndias di Siviglia.<br />
L'affermazione venne poi estesa anche al Navarrete e la si ritrova<br />
in numerosi studi ' 9 . In realtà, di queste registrazioni se ne conosceva<br />
procura fu rogata il 1 O febbraio 1492. La sottoscrizione autografa del <strong>Vespucci</strong> è del<br />
10 marzo <strong>su</strong>ccessivo. Cfr Mostra vespucciana, op. cit., n. 18, p. 12.<br />
Cfr. A. von HUMBOLDT, Exwnen critique, op. cit., torno IV, p. 267 e s., dove<br />
si legge «L 'armemeni de l'expedirion de Colomb pour Haiti et la còte de Parla a occupé<br />
<strong>Vespucci</strong> à Seville et à San Lucar depuis le mi-avril 1497 jusqu 'au départ de Colonlb<br />
le 30 mai 1498».<br />
J.B. MUrOL fu autore di una Historia de las Indias, Madrid, 1798, rimasta parzialmente<br />
medita.<br />
La tesi di Humboldt fu sostenuta dal Magnaghi, il quale reputò che, in ogni<br />
caso, pur se non esistessero i <strong>documenti</strong> in oggetto, ciò non proverebbe l'assenza del<br />
<strong>Vespucci</strong> dalla Spagna fra il 1497 e il 1498 (cfr. A. MAGNAGHI, <strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong>, op.<br />
cit., pp. 124-127). Sulla stessa linea proseguì il Caraci, sostenendo che la questione era<br />
destinata a restare aperta fino a quando non si fosse compiuto un controllo nei famosi<br />
Librosdelosgastos. Cfr. O. C,\RACI, Il nuovo metodo storico, op. cit., a, XLV (1961),<br />
pp. 44, 47 e S. e ID., Fece dunque quattro viaggi, op. cit., p. 351 e S.
130<br />
LUISA I)ARIENZ()<br />
una sola, datata 12 gennaio 1496, attestante il pagamento di 10.000 maravedis<br />
al <strong>Vespucci</strong> da parte di Bernardo Pinelli, tesoriere del vescovo<br />
Fonseca, che gestiva tutte le questioni riguardanti i traffici con le Indie<br />
a nome della Corona 20 . Il reperimento dei dati <strong>su</strong>ccessivi sarebbe stato<br />
di fondamentale importanza per accertare la presenza del <strong>Vespucci</strong> in<br />
Spagna nel biennio 1497-98. Humboldt, <strong>su</strong>lla base del Mufioz, ne aveva<br />
affermato l'esistenza creando quello che, poi, venne definito l'alibi<br />
di <strong>Vespucci</strong>.<br />
L'Harrisse, sostenitore (lei quattro viaggi, gli mosse diverse obiezioni<br />
e tentò di demolire il <strong>su</strong>o alibi, basandosi soprattutto <strong>su</strong>l fatto che<br />
questi dati non erano mai venuti alla luce e che, quindi, rimaneva valido<br />
il termine del 12 gennaio 149621. Sulla stessa linea si mossero Vignoud<br />
e, in seguito, Arciniegas e Levillier 22 . Come ben si può capire,<br />
la questione, mai risolta, fu spesso ripresa negli studi vespucciani, senza<br />
che sia mancato chi abbia auspicato un'indagine archivistica nella<br />
città ispalense23.<br />
Nel 1954 Levillier annunciò di aver fatto una missione di studio<br />
a Siviglia e di aver svolto ricerche nell'Archivo de lndias e in quello de<br />
Protocolos, senza che fossero emersi nuovi dati rispetto a quelli già noti 2'.<br />
In realtà, una solerte ricercatrice americana, Alicia B. Gould, nota per<br />
aver dedicato la maggior parte della <strong>su</strong>a vita allo studio dell'equipaggio<br />
della prima spedizione colombiana 25 , aveva trovato già dal 1937 i dati<br />
20 Juan Rodriguez de Fonseca fu arcidiacono della Cattedrale di Siviglia e, in seguito,<br />
vescovo di Badajoz, dal 20 febbraio 1495, e di Cordova, dal 6 settembre 1499.<br />
Cfr. C. ELBOL, Ilierarchia C'atholica Medii i-levi <strong>su</strong>inmorum pontificum ecclesiarum antistiium<br />
series, ab anno 1431 usque ad annu,,z 1503 perducta, Monasterii, MDCCCCI.<br />
voi. Il, pp. 232 e 152.<br />
21 Cfr. H. H.RRIsL, The discovery, op. cit., p. 741.<br />
22 Cfr. H. Vio'. oun, .-4mer/c Vespuce, op. cit.. p. 132 e ss.; G. ARCINIEGAS, A pr/metro<br />
viage,n, op. cit., p. 51 e s. e R. LEvII [ILI1, Ancora <strong>su</strong>/problema, op. cit., p. 225<br />
e s. (che contiene una critica serrata a] Magnaghi); lo stesso saggio nella versione spagnola<br />
Lafa,na de ,lmérico Vespttcio en <strong>su</strong> V centenario 1454-1954. Sus cari as y riajes<br />
segi/n Magncighi, Madrid, 1954, pp. 1-91 e in quella portoghese As cartO.t e viagens de<br />
Vespucio segundo Magnaghi, in «Revista de Historia», S. Paulo, V, 1954, n. 18, pp.<br />
407-481.<br />
21 Cfr. R. ALMAI.\, Alcune considerazioni, op. cit., p. 9, nota 4.<br />
24 Cfr. R. LEvIuIER, Ancora <strong>su</strong>l problema, op. cii., p. 226.<br />
21 Cfr. A.B. GOULD, Nueva lista documentada de los iripularnes de Colòn en
NUOVI DOCUMFN il SU AMERI i vrs pi cci 131<br />
ai quali il Mufioz faceva riferimento e li aveva pubblicati 26 . La Gould,<br />
conoscendo i termini della questione, quando ebbe fra le mani, durante<br />
le <strong>su</strong>e ricerche sistematiche, i famosi Libros de los gastos de las armadas,<br />
oggetto di controversia, li esaminò tutti con attenzione e trovò le<br />
altre registrazioni di pagamenti effettuati al <strong>Vespucci</strong> dopo il 12 gennaio<br />
1496: erano però ancora relativi allo stesso anno e non ai due <strong>su</strong>ccessivi.<br />
Si trattava di certe somme che il <strong>Vespucci</strong> aveva ricevuto, sempre<br />
da Bernardo Pinelli, nell'ambito della liquidazione dell'azienda Berardi,<br />
del quale egli era esecutore testamentario insieme a Geronimo Rufaldi,<br />
e in relazione all'armamento di quattro delle 12 caravelle che lo<br />
stesso Berardi si era impegnato ad allestire per un viaggio nelle Indie,<br />
alla Hispaniola, in appoggio alla seconda spedizione di Colombo, già<br />
in corso. E noto, poi, che le quattro imbarcazioni, salpate il 3 febbraio<br />
1496 da Sanlucar de Barrameda, furono investite da un fortunale e vennero<br />
rigettate <strong>su</strong>lle coste, una nei pressi di Rota, due vicino a Cadice<br />
e la quarta in prossimità di Tarifa27.<br />
Su questo tema la Gould pubblicò anche altri dati inediti, alcuni<br />
dei quali relativi al <strong>Vespucci</strong> e di poco precedenti alla morte del Berardi.<br />
Vediamoli tutti di seguito28:<br />
f. 62 r. <strong>Vespucci</strong>, come agente del Berardi, riceve a <strong>su</strong>o nome, il 21<br />
ottobre 1495, alcuni schiavi indios per un valore di 38.700 'naravedis; il<br />
1492, in «Boletin de la Real Academia de la Historia» (in seguito I3RAI-I), t. 85 (1924),<br />
pp. 33-49, 145-159, 353-379; 1. 86 (1925), pp. 491-532; t. 87 (1925), pp. 22-60; t. 88<br />
( 1926 ) pp.721 -784 ; t.90 (1927)pp37- 560;t92(1928)pp776795;t 110(1937-1942),<br />
pp. 91-161; t. 111 (1942), pp. 229-290; t. 115 (1944), pp. 145-188; t. 170 (1973), pp.<br />
237-317.<br />
26 Cfr. A.B. GOULD, Nueva lista, op. cit., in BRAH, t. 11(1 op. ci, p. 129 e ss.<br />
27 Cfr. M. FrRNANI*Z de NAV,\RRETE, Colecci6n de los viajes y descubrjnjjen,os<br />
que hicieron por mar los espafio/es desdefines del siglo XV, Madrid, 1829, vol. III,<br />
riedito in «Biblioteca de autores espafioles», Obras, 11, ed. y estudio preliminar de C.<br />
SECO Suoc\No, Madrid, 1955, p. 190.<br />
28 Il volume da cui sono tratti è di certo lo stesso <strong>su</strong> cui si basarono Mufioz e Navarrete,<br />
giacché vi si trova anche il già citato pagamento dei 12 gennaio. È difficile dire<br />
con esattezza la <strong>su</strong>a collocazione nell'Archivo de Indias; Navarrete parlò di Libro 2°<br />
de los gastos de las armadas, la Gould non fu molto precisa <strong>su</strong> questo punto. Riportò<br />
i fogli e non il numero del legajo de cuent qs, ma riteniamo che forse si tratti del Contratacic$n<br />
3249, dal quale la studiosa trasse le notizie concernenti l'armamento delle caravelle<br />
in questione. Bisognerebbe però accertarlo.
132<br />
LUISA IY..\RIENZO<br />
5 novembre riceve altri 10.000 maravedis in contanti; il 4 dicembre il Berardi<br />
riceve personalmente una somma in denaro a completamento di<br />
500.000 maravcdis29.<br />
Segue il già noto pagamento del 12 gennaio 1496 che fino ad oggi<br />
è stato considerato l'ultima notizia del <strong>Vespucci</strong> in Spagna prima del<br />
viaggio del 1499-1500:<br />
f. 62 v. - Por fin del dicho Juanoto, <strong>Amerigo</strong> Bespuche se encargo de<br />
tener la cuenta con los dichos quatro ,nczestres de las dichas quatro caravelas,<br />
delfletey <strong>su</strong>e/do que ouieron de habersegundelasienlo quel dicho<br />
fuanotofizo con e/los, y del ,nantenirniento que se les ovo de dar de pan<br />
y vino y carne y pescado, e orros manlenimienlos que se les ovo de dar<br />
de pan y vino y carne e otras cosas para el viale; al qual se libraron los<br />
,narevedis siguientes: recibio e! dicho <strong>Amerigo</strong> del dicho Bernardo Pinelo,<br />
en nombre del dicho obispo de Badajos, dies ,ni!l inaravedis en .XH.<br />
de enero de XCVI. annos30.<br />
Seguono altre tre registrazioni inedite del 12 e 19 gennaio e del i<br />
febbraio, dalle quali ri<strong>su</strong>lta che i sovrani dovevano inviare <strong>su</strong>lle quattro<br />
caravelle molte persone che avrebbero prestato servizio nelle Indie, alcune<br />
dietro compenso, altre no, alle quali veniva assicurato il mantenimento<br />
durante il viaggio e dopo l'arrivo. Attraverso queste registrazioni<br />
sappiamo che il <strong>Vespucci</strong> si trovava a Sanlucar de Barrameda per completare<br />
l'allestimento delle imbarcazioni e che, a tal fine, ricevette 25.000<br />
maravedis3t<br />
29 Questi dati non furono riportati dal Navarrete e ri<strong>su</strong>ltano inediti. La Gould<br />
dà il <strong>su</strong>nto, ma non la trascrizione. La notizia dell'invio di schiavi indios al Berardi<br />
da parte, evidentemente, di Colombo, del quale era procuratore in Spagna, non costituisce<br />
una novità; ri<strong>su</strong>lta infatti anche da un documento scritto ad Arevalo il 2 giugno<br />
1495, nel quale i sovrani ordinarono al vescovo Fonseca di consegnare al Berardi i nove<br />
schiavi, che l'ammiraglio gli aveva mandato affinché imparassero lo spagnolo, giacché<br />
non erano in vendita. Cfr. NAVARRETE, Colecciòn, op. cit., in Obras, op. cit., I, doc.<br />
98, p. 406.<br />
° Fu riportato parzialmente dal NAVARRETF, Colecciòn, op. cit., in Obras, op.<br />
cit., 11, p. 190.<br />
3! La partecipazione di questi nuovi popolatoti rientrava negli accordi che erano<br />
stati avviati tra i sovrani e il Berardi già dal luglio 1494 (cfr. NAVARRETE, Co!ecciòn,
NUOVI DOCUMENTI SU AMERIGO VESPU0. 1 133<br />
f. 81 r. - Fizose iguala con <strong>Amerigo</strong> Bespuche que ci diese riian tenimiento<br />
a la gente que ira a <strong>su</strong>e/do e a servir sin <strong>su</strong>e/do eri las Yndias eri esta manera...<br />
A Jorge de Sosa, capitan, e a dos aperadores de labranza, dies<br />
e seis maravedis cada uno cada dia, e por io otra gente 12 cada uno dia,<br />
y que les de comerfasfa que ileguen los navios a los Yndias, donde o vieren<br />
de descargar, ecepto a Alfonso de Espinosa e a <strong>su</strong> muger, e a Xirnon<br />
Perez Ferrero, que a estos se les pago el Fnantenimiento por <strong>su</strong> parte; e<br />
eri quenta de/o que montare e! Inantenimiento de la dicha gente se pagaron<br />
al dicho <strong>Amerigo</strong> Bespuche los maravedis siguientes:<br />
Recibio de Berna/do Pine/o quinse miii maravedis eri .XII. de enero.<br />
Recibio del dicho Berna/do Pinelo seys miii ,naravedis en . XIX. de enero<br />
que se dieron a Jeronirno Rufaldi para ci dicho <strong>Amerigo</strong> quatro mill maravedis<br />
porque escriuio e! dicho A inerigo desde Saniucar de Barrameda,<br />
los quales recibio dei dicho Bernardo eri pri/nero de febrero de . XC 1/I.<br />
Le caravelle poi salparono da Saniucar il 3 febbraio, ma, come già<br />
detto, la spedizione non ebbe fortuna. Un'altra registrazione precisa che<br />
op. cit., in (Thras, op. cit., 11, doc. 2, p. 174), in relazione all'invio a Colombo di un<br />
certo numero di caravelle, a sostegno del <strong>su</strong>o 20 viaggio iniziato il 25 settembre 1493.<br />
Tali accordi erano stati perfezionati il 9 aprile 1495, quando il Berardi si impegnò ad<br />
armare 12 caravelle da inviare all'ilispaniola a gruppi di 4 in diversi momenti (cfr. ibidem,<br />
I, doc. 84, p. 396). In una céduia inviata dai sovrani al Fonseca il 7 aprile 1495<br />
ri<strong>su</strong>lta espressamente che nelle caravelle si sarebbero imbarcate persone che intendevano<br />
risiedere nelle Indie, avendo un <strong>su</strong>ssidio per un anno, oppure altre che avrebbero<br />
partecipato ai viaggi di scoperta, ricevendo una parte degli utili che ne scaturissero: « Y<br />
por cuanto fuanoto Berardi se ha ofrecido que dara cerate/cs a cierto precio corno vereis<br />
por ci ostento que con el se torno que aqui vos enviainos, ci ha de dar las dichas<br />
cuatro carabekis, y para ei/o le haheis (le dar seiscientos miii, y dad mucha priesa en<br />
ci despacho de los dichas cuatro carabeias, de manera que partan luego, pues, como<br />
sabeis, los que estan en las dichas Indios tiene,, necesidad de ,nontenimiento, Y si se<br />
zardase podrdn recibir dario y aun peligro. En estas carabelas han de ir la persona que<br />
vos enviaredes alla, segund por orra lerra vos escribi,nos... y porque algunos nos han<br />
dicho que hahra personas que quieran ira rnorar a las !ndias si se les da rnanteni,niento<br />
para un aiìo, y asi,nismo que otros iran a descobrir si se ies fece parte de lo que descubrieren,<br />
nos inanclamos da, sobre elio una pro viskJn nuestra... » ( cfr. ibideni, 1, doc.<br />
82, p. 395 e s.). In relazione al problema del popolamento delle Indie, il Berardi inviò<br />
alla regina un memoriale che è stato chiamato «ci primerproyecto de liberladesyfranquezas»<br />
(cfr. J. PREZ de Tu»t ., Las armadas de Indios, Madrid, 1956, p. 94). Per<br />
il <strong>su</strong>o testo cfr. Cartas de particuiares a Coicin y relaciones coetdneas. Ediciàn de<br />
GIL y C. VARI-LA, Madrid, 1984, n. XIV, pp. 227-230. Altri <strong>documenti</strong> relativi alJ'ar>_ -<br />
mamento delle caravelle da parte del Berardi sono in NAVARRETr, Coiecciòn, ,<br />
in Ohras, op. cit., 1, nn. 89, 98, 99, pp. 402, 406 e ss. e ibidem, Il, p. 190.
134<br />
LUISA D\RIENZO<br />
si salvarono due botti di vino, che furono utilizzate, come afferma la<br />
Gould, nel <strong>su</strong>ccessivo viaggio alle Indie del giugno 1496, del quale si<br />
occupò il Fonseca 32 . La detta registrazione, così come la riporta la studiosa<br />
americana, non è datata:<br />
f. 121 r. - Tomaronse dospipas de vino que se sai varon de lo que Mcdgo<br />
Bespuche lievava en la nao de fuan de Sa<strong>su</strong>er a, que se perdio en Rota,<br />
que podria aver en ellas (spazio bianco), las quales se lomaron por los<br />
vastinenros que se /euauan de <strong>su</strong>s altezas para el manrenimiento de la<br />
gente que yha a <strong>su</strong>eldo, que era a cargo del dicho Merigo de les dar de<br />
comerpor el viaje, por lo qual se le dieron ve me v cinco ,nill rnaravedis,<br />
como esta en fojas . LXXXI.<br />
Alcuni passi di queste registrazioni hanno fatto avanzare alla Gould<br />
la seducente ipotesi che lo stesso <strong>Vespucci</strong> si fosse imbarcato nella nave<br />
di Juan de Sa<strong>su</strong>eta, la capitana, per raggiungere le Indie 33 . Tale eventualità<br />
andrebbe meglio vagliata; ma, anche se così fosse, la spedizione<br />
non ebbe buona sorte.<br />
Ciò che a noi interessa evidenziare è il fatto che questi dati, sfuggiti<br />
agli studiosi vespucciani, dimostrano, a nostro avviso, che l'Humboldt<br />
cadde in un grosso equivoco circa l'armamento da parte del <strong>Vespucci</strong><br />
della terza spedizione colombiana 34 . Le affermazioni da lui attribuite<br />
al Mufioz non sono riscontrabili, perché si trovano in una parte della<br />
<strong>su</strong>a Historia de las Indias rimasta medita. Il Navarrete, che riporta fedelmente<br />
il Mufioz, non fece in realtà nes<strong>su</strong>n accenno a questo fatto;<br />
egli, dopo aver parzialmente trascritto la registrazione del 12 gennaio<br />
1496, aggiunse: «Siguio Vespucio disponiendo las cosas hasia despachar<br />
la armada en Saniucar»; e nella nota relativa: «Hai/anse estas nolicias<br />
en e/ libro 20 de los gastos de las Armadas de las Indias que existen en<br />
la Contrataciòn de Sevilla de donde lo extractò Mu,oz»".<br />
2 Cfr. A.B. GouLn, Nueva lista, op. cit., in BRAI-I, t. 110, op. cit., p. 130.<br />
Cfr. ibidem, p. 129,<br />
La Gould asserì che per il periodo <strong>su</strong>ccessivo alla morte del Berardi mancano<br />
dati attestanti che la <strong>su</strong>a azienda abbia fornito navi per le Indie, a parte il completamento<br />
delle già citate quattro caravelle di cui si occupò il <strong>Vespucci</strong>. Cfr. ibidem, p. 128.<br />
35 Cfr. NAVARRETE, Colecciòn, op. cit., in Ohras, op. cit.. Il, P. 190.
NUOVI DOU\ItNT! SU AMERIGO VF SPtJCCI 135<br />
Non si parla dunque degli anni 1497 e 1498, mentre la menzione<br />
della presenza del <strong>Vespucci</strong> a Siviglia e a Saniucar, alla luce delle registrazioni<br />
che ci ha fatto conoscere la Gould, e alle quali di certo si riferiva<br />
il Mufioz, riguarda solo il completamento dell'armata che, come<br />
si è visto, naufragò nel febbraio 1496. 11 fatto che questa armata fosse<br />
salpata da Sanlucar ed insieme la citazione generica del Mufioz, senza<br />
un riferimento ad anni precisi, fecero nascere, riteniamo, nell'Humbolcjt<br />
la <strong>su</strong>ggestione, divenuta poi certezza, che il <strong>Vespucci</strong> avesse potuto continuare<br />
per alcuni anni l'attività del Berardi come armatore. La partenza<br />
da Sanlucar de Barrameda della terza spedizione colombiana, l'unica<br />
delle quattro che salpò da questo porto, potrebbe aver costituito ai<br />
<strong>su</strong>oi occhi un elemento di corroborazione dell'ipotesi, che lo portò di<br />
conseguenza a negare la possibilità del primo viaggio vespucciano del<br />
1497-1498.<br />
Ci siamo dilungati <strong>su</strong> questo punto per dimostrare a quali equivoci<br />
si può andare incontro, senza aver avuto un approccio diretto con le<br />
fonti e per evidenziare come la questione vespucciana potrebbe avere<br />
degli avanzanienti se si disponesse di un Corpus documentario, realizzato<br />
anche con rinnovate indagini archivistiche.<br />
L'occasione del reperimento di alcuni atti notarili inediti <strong>su</strong>l <strong>Vespucci</strong><br />
nell'Archivo de Protocolos de Sevilla 3 , ha fatto nascere in noi<br />
l'idea del presente saggio, nei quale proponiamo l'edizione integrale dei<br />
<strong>documenti</strong> fino ad oggi individuati in detto archivio, giacché sinora erano<br />
disponibili solo dei regesti 37 , spesso inesatti, pubblicati nei Cataloghi<br />
dei fondi americani 38, intendiamo così apportare un piccolo contributo<br />
per quell'opera di raccolta generale che riteniamo auspicabile.<br />
I primi tre <strong>documenti</strong> dell'Appendice si riferiscono alla presenza<br />
36 In proposito vedi la Nota introduttiva all'Appendice documentaria.<br />
" A parte i nn. 9, 12, 13, 14.<br />
38 Cfr. caidiogo de Iosfondos rnnericanos del Archh'o de Prolocolos de Sevi/la,<br />
torni I-V, Madrid-Barcellona-Buenos Aires, 1930-1937, Publicaciones del Instituto<br />
Hispano-Cubano de Historia de America. Il voi. IV ha un titolo diverso: Docwnenjos<br />
wnericanos del Archivo de Protoco/os de Sevilla, Madrid, 1935 e costituisce una Publicaciòn<br />
extraordinaria del Comité organizador del XXVI Congreso internacional de Arnerican<br />
istas.
136<br />
I UISA DARIFN7()<br />
di Giannotto Berardi a Siviglia prima dell'arrivo del <strong>Vespucci</strong>; abbiamo<br />
ritenuto utile inserirli perché l'attività del navigatore fiorentino in<br />
Andalusia è strettamente connessa con quella del Berardi, del quale fu<br />
fattore e «conpannero'>, ed anche perché, oltre ad essere inediti, si riferiscono<br />
ad un periodo (novembre-dicembre 1489) in cui da alcuni è sta-<br />
to ipotizzato un viaggio del <strong>Vespucci</strong> a Siviglia.<br />
<strong>Amerigo</strong>, nato a Firenze il 18 marzo 1454, era cresciuto in un ambiente<br />
colto ed aveva avuto come maestro lo zio paterno Giorgio Antonio,<br />
letterato ed umanista, che dava lezioni di grammatica ai giovani<br />
nobili; un altro <strong>su</strong>o zio, Bartolomeo, era professore di astrologia allo<br />
Studio di Padova. <strong>Amerigo</strong> fu segretario dello zio Giorgio Antonio nel<br />
viaggio che questi fece a Parigi, come ambasciatore dei Medici, tra il<br />
1478 e il 1480; intorno al 1483 entrò, in qualità di amministratore e uomo<br />
di fiducia, nella casa di Lorenzo e Giovanni di Pier Francesco dei<br />
Medici, cugini del più famoso Lorenzo il Magni fico39.<br />
I due fratelli godevano di una discreta situazione finanziaria e svolgevano<br />
la mercatura anche in Spagna, dove avevano dei corrispondenti.<br />
Su questo periodo della vita del <strong>Vespucci</strong> esiste una raccolta di 71<br />
lettere familiari, a lui indirizzate, che coprono l'arco cronologico 26 febbraio<br />
1484-10 novembre 1491 40 . Sulla base di uno di questi <strong>documenti</strong>,<br />
datato 24 settembre 1489 41 , fu ipotizzato da alcuni studiosi 42 un viag-<br />
Utile, per questo periodo, la biografia del <strong>Vespucci</strong> scritta da P.L. R1NII3M 1)1,<br />
<strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong>,op. cit., pp. 12-32, in prevalenza basata <strong>su</strong>lle lettere fami l iari di cui<br />
alla nota seguente. Sui due rami dei Medici, entrambi derivanti da Giovanni (di Bicci)<br />
e Piccarda Bueri: quello di Cosimo il Vecchio (a cui apparteneva Lorenzo il Magnifico)<br />
e quello di <strong>su</strong>o fratello Lorenzo, da cui discendevano Lorenzo e Giovanni di Pier Francesco,<br />
cfr. J.R. Ili c, Firenze e i Medici. Storia di una città e de una famiglia, Milano,<br />
1980, p. 111: N. RrnNSTEIN, Il governo di Firenze sotto i Medici (1434-1494), Firenze,<br />
1971, p. 281; M. ANmuEux, IMedici, traduz. dal francese e note di A. Ciiuz.<br />
zi, Varese, 1980, p. 349 (titolo orig. Les Médicis).<br />
40 Cfr. I. MASEI i i-BEm - INI e M. HOwARu-SMITII, La vita di A,nerigo <strong>Vespucci</strong> a<br />
Firenze, in «Rivista delle Biblioteche e degli Archivi», a. XIII, voi. XIII, ott.-dic. 1902,<br />
pp. 170-189 e a. XIV, voi. XIV, marzo-aprile 1903, pp. 45-61,<br />
41 Cfr. ibide,n, a. XIII, vol. XIII, n. 13, p. 187.<br />
42 Cfr. FA. POHI, Americo Vespucio, op. cit., p. 60; G. ARCINIEGAS, <strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong>,<br />
op. cit., p. 105 e ss.; R.A. LAUEARDA TRkS, EI hallazgo, op. cit., p. 87; R. Ez-<br />
OLERRA AOADI\, Los pri,neros contactos entre Colòn y Vespucio, in «Revista de Indias»,<br />
a. XXXV, nn. 143-144 (1976), p. 43.
NUOVI DOCUMFNTI SU AMERIGO vvspuccI 137<br />
gio di <strong>Amerigo</strong> a Siviglia tra fine settembre e metà novembre di quell'anno.<br />
Nella lettera, scritta a Cafaggiolo da Lorenzo dei Medici al <strong>Vespucci</strong>,<br />
venivano espresse riserve <strong>su</strong>l modo in cui Tommaso Capponi<br />
gestiva gli affari della famiglia a Siviglia e poiché Donato Nicolini, un<br />
altro agente mediceo nella città andalusa, aveva ritenuto opportuno lasciare<br />
momentaneamente la gestione degli affari al fiorentino Giannotto<br />
Berardi, Lorenzo chiese al <strong>Vespucci</strong> di prendere informazioni <strong>su</strong> di<br />
lui: «...informati costi chi egli sia...», L'espressione diede adito all'ipotesi<br />
che <strong>Amerigo</strong> fosse andato personalmente in Spagna, mentre, come<br />
il Caraci ha dimostrato in un brillante saggio, il costì doveva essere<br />
riferito a Firenze, luogo dove il <strong>Vespucci</strong> ricevette la missiva, e non a<br />
Siviglia 43 . Lo stesso autore mise anche in evidenza che una lettera della<br />
già citata raccolta Masetti-Howard dimostrava che <strong>Amerigo</strong> si trovava<br />
a Firenze il 10 ottobre 1489, cosa di cui non si erano accorti coloro che<br />
sostenevano il viaggio di quell'anno; pertanto i limiti cronologici di detto<br />
viaggio, che non ri<strong>su</strong>lta peraltro documentato, sarebbero ridotti a non<br />
più di una decina di giorni.<br />
I primi tre <strong>documenti</strong> della nostra Appendice, che abbracciano il<br />
periodo 2 novembre-3 dicembre 1489, danno testimonianza della fiorente<br />
attività mercantile avviata a Siviglia da Giannotto Berardi, nella<br />
quale primeggiava il traffico degli schiavi; ma non fanno allusione ad<br />
una eventuale presenza del <strong>Vespucci</strong>, mentre ri<strong>su</strong>lta fattore del Berardi<br />
un tal Geronimo Rufaldi. Sono relativi al pagamento di una tassa di<br />
60.000 maravedis, imposta sotto forma di prestito 44 al fiorentino dalla<br />
regina Isabella per sovvenzionare la guerra di Granada, durante il periodo<br />
dell'assedio di Baza 45 . In questa sede ci limiteremo ad evidenzia-<br />
4 Cfr. G. CARACI, Il nuovo metodo storico, op. cit., a. XLIII (1959), p. 212 e<br />
ss. (v. anche la nota 49)<br />
Sulla documentazione concernente il pagamento della tassa per sovvenzionare<br />
l'assedio di Baza abbiamo già riferito in Mercanti ilalianifra Siviglia e Lisbona nel '400,<br />
in «Atti del 2° Colloquio <strong>su</strong> "La presenza italiana in Andalusia nel Basso Medioevo<br />
e nel primo arco dell'Età Moderna"» (Roma 25-27 maggio 1984), in corso di stampa.<br />
Sul tema in oggetto è in corso, da parte nostra, uno studio specifico.<br />
4 La somma gli fu restituita con gli interessi (65.000 maravedis) il 10 luglio 1494.<br />
Fu elargita dall'arcivescovo di Granada che teneva l'amministrazione delle spese della<br />
Crociata contro i mori e che, per ordine della regina, pagò il Berardi con priorità ri-
138 1,1 PA I)'ARIENZ()<br />
re che Giannotto ri<strong>su</strong>lta possessore di case nella calle (le Francos, dove<br />
svolgeva il traffico degli schiavi; tale commercio era di certo lucroso<br />
perché l'importo della tassa ri<strong>su</strong>lta piuttosto elevato, anche da un con-<br />
fronto con analoghe imposizioni pagate dai mercanti genovesi nella stessa<br />
circostanza46.<br />
11 terminus a quo della presenza del <strong>Vespucci</strong> a Siviglia, allo stato<br />
attuale delle conoscenze, è il 10 marzo 1492, data in cui il fiorentino<br />
sottoscrisse una procura fatta da Michele di Niccolò Ricciarbani a fa-<br />
vore di Lorenzo e Giovanni di Pier Francesco dei Medici, al fine di ri-<br />
scuotere un certo numero di fiorini a Firenze. La procura fu rogata a<br />
Siviglia il 1° febbraio 1492 e, affinché il <strong>su</strong>o valore giuridico fosse este-<br />
so anche a Firenze, fu «legittimata» dalla sottoscrizione di quattro fiorentini,<br />
i quali si resero garanti del fatto che il rogatario era un notaio<br />
dotato di pub1icafides 47 . I quattro sottoscrittori sono: Geronimo Ru-<br />
spetto a tutte le altre cose (cfr. ARRE FE, Colecciòn, op. cit., in Ohra, op. cit., 11,<br />
n. 1, p. 174). Nella stessa giornata il Berardi aveva ricevuto una corta de naturcileza<br />
dai re cattolici (cfr. A. RU\IEF de ARM.\s, EI «portugués» Cristòhal Cokin en Casti//a,<br />
Madrid, 1982, doc. 2 in Appendice, p. 83) e questo fa comprendere la sollecitudine della<br />
regina nella restituzione del debito. In relazione al credito del Berardi nei confronti<br />
della Corte, è da rivedere, <strong>su</strong>lla base dei nostri <strong>documenti</strong>, l'affermazione di Manzano,<br />
il quale ritenne che il fiorentino, in tale occasione, avrebbe agito come banchiere dei<br />
re, prestando i 65.0(X) niaravcdis per comprare una grande nave per la seconda spedizione<br />
colombiana (cfr. J. N'I.zo M\N,.No, Cristòbal Co/6n. Siete atios decisivos de<br />
<strong>su</strong> vida. 1485-1492, Madrid, 1964, p. 507, nota 30). Sulla guerra di Granada cfr., tra<br />
gli altri, l'ottimo lavoro di J. de NR 1 A CRRIAzo ARROQtII.\, Historia (le la guerra de<br />
Granada, in Historia de Espaìia, dirigida por R. MEENDFZ PiD . L, Madrid, 1969, torno<br />
XVII (2'), pp. 387-914.<br />
Il Fra i vari tipi di imposte votati dalle Corti spagnole per soddisfare le spese straordinarie<br />
dello Stato, esistevano contribuzioni sotto forma di «prestiti», dalle quali non<br />
erano esenti neanche i nobili. Si trattava di prestiti, a volte nazionali e volontari, altre<br />
volte forzosi, come nel caso che ci interessa, in genere imposti per risolvere situazioni<br />
straordinarie dovute alla guerra. Di norma erano estinti durante la vita del monarca<br />
che li aveva contratti, o dai <strong>su</strong>oi immediati <strong>su</strong>ccessori. Cfr. D.E. TOLEDANO, Curso de<br />
instituciones de haciendapiiblica (le Espaiìa, Madrid, 1859, torno primero, p. 147 e ss.<br />
Sulla pratica della «legittimazione» dei <strong>documenti</strong> rogati a Siviglia e destinati<br />
ai territori al di fuori della Corona di Castiglia cfr. L. D'ARIF\zc>, Problemi diplomatistici<br />
tra Genova e Siviglia. Considerazioni <strong>su</strong>lle fonti italo-iberiche nel Basso Medioevo,<br />
in «Atti del 1 Colloquio <strong>su</strong> La presenza italiana iii Andalusia nel Basso Medioevo<br />
e nel primo arco dell'Età Moderna», (Siviglia 7-9 giugno 1983), Siviglia. 1985, p. 201 e s.
\ljOVJ DOCUMENTI Si i AMERIGO ESPCCC I 139<br />
faldi, Giannotto Berardi, Donato Nicolini e <strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong> 4t . Attraverso<br />
questo atto notarile vediamo riunito per la prima volta a Siviglia<br />
il gruppo fiorentino, che curava gli interessi di Lorenzo e Giovanni<br />
dei Medici. L'arrivo del <strong>Vespucci</strong> si può dunque collocare tra il 10 novembre<br />
1491, data dell'ultima lettera familiare che lo ricorda a Firenze,<br />
e il 10 marzo 1492. Gli altri precedenti viaggi del fiorentino nella città<br />
ispalense, che sono stati ipotizzati in relazione anche ad eventuali contatti<br />
con Cristoforo Colombo, non SOflO in realtà accertabili <strong>su</strong> basi<br />
documentarie49.<br />
Il documento fu riportato nel catalogo della Mostra vespucciana del 1954, op.<br />
cit., n. 18. Una riproduzione in fac-simile delle sottoscrizioni si trova in R. L.rvii HER<br />
(La escritura de Vespucio, op. cit., pp. 185 e 194); l'A. non mise in evidenza che, oltre<br />
al <strong>Vespucci</strong>, anche gli altri erano fiorentini ed estese a tutti e quattro la denominazione<br />
di vecinos di Siviglia, mentre ciò non ri<strong>su</strong>lta. E lo stesso documento che Almagià considerò<br />
del 1491, come abbiamo già rilevato (vedi nota 16).<br />
In occasione di una testimonianza rilasciata dal Vespucei in un processo, istruito<br />
dinanzi a un notaio, per stabilire l'autenticità della firma di Colombo in un documento<br />
indirizzato a Miguel Ballestreros, nel quale gli ordinava di delimitare le terre che aveva<br />
dato in donazione al figlio Diego nell'isola Hispaniola, il fiorentino dichiarò che: Conosceva<br />
l'ammiraglio «puede aver vevnre v cinco cnios» (cioè da circa 25 anni) e che<br />
poteva assicurare l'autenticità del documento perché conosceva molto bene la <strong>su</strong>a scrittura<br />
e la <strong>su</strong>a firma, dato che «le vido escribir y fir,nar tnuc/ias veces e porque fue <strong>su</strong><br />
oficia/... e tuvo <strong>su</strong>s libros» Gli atti del processo furono pubblicati per la prima volta<br />
da J. Gi sroso v I'FREZ (Nuevos docuuientos colo,nbinos, Sevilla, 1902) e in seguito ripresi<br />
da L. UI.Lo .\ (Elpredescubri,nienjo hispano-catakin de ,l,nerk'a en 1477. Xristoferens<br />
Co/om-Fernando ci Catolico y la Catalunva espcntola, Paris, 1928, p. 387) e da<br />
A. M.soN..c1-iI (EI inicuo Vespucio. op. cit., p. 117), in una recensione negativa all'UIba,<br />
nella quale sostenne che i 25 anni non dovevano essere presi alla lettera e che la<br />
conoscenza fra i due navigatori poteva essere avvenuta occasionalmente, oltre che in<br />
Spagna, anche altrove. Sostenne inoltre clic potrebbe trattarsi di un errore di memoria<br />
del navigatore, oppure che il <strong>Vespucci</strong>, con una innocente amplificazione, abbia riportato<br />
il periodo di conoscenza con Colombo fino al 1485 per dare più valore alla <strong>su</strong>a<br />
testimonianza. Sul tema ritornarono G. CARA( i (Fece dunque quattro viaggi, op. cit.,<br />
p. 587 e s.) che rimase <strong>su</strong>lle posizioni di Magnaghi, e R. Ai MAGLÀ (A proposito di un<br />
recente libro e di altri scritti <strong>su</strong> <strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong>, in «Rivista Geografica Italiana»,<br />
a. LXIII, fase. I, marzo 1956, pp. 8-I1) che ripropose il testo della deposizione di <strong>Vespucci</strong><br />
e sostenne che una conoscenza fra i due navigatori nel 1485 non era possibile<br />
perché il fiorentino era, in quell'anno, a Firenze, al servizio dei Medici. Per ultimo ha<br />
trattato t'argomento R. EZQUERRA ARADIA, Los primeros conactos, op. cit., p. 43 e Ss.),<br />
il quale ha proposto numerose ipotesi, ma non accertabili, fra cui un viaggio del <strong>Vespucci</strong><br />
in Portogallo, dove stava Colombo, nel 1484 o nel 1485. Egli ritenne inoltre che
140<br />
LI ISA DARIE\/()<br />
Sui motivi del definitivo trasferimento del <strong>Vespucci</strong> a Siviglia non<br />
abbiamo dati certi; riteniamo però che, almeno per i primi anni, la <strong>su</strong>a<br />
decisione si possa inquadrare nell'ambito della difficile situazione in cui<br />
vennero a trovarsi Lorenzo e Giovanni dei Medici alla morte del cugino<br />
Lorenzo il Magnifico. Com'è noto, fra i due rami della famiglia dei Medici<br />
non erano mai esistiti buoni rapporti 50 ; ma la situazione precipitò<br />
con l'ascesa al potere di Piero, dopo la morte del padre, avvenuta 1'8<br />
aprile 1492. 11 giovane erede del Magnifico, riacutizzando vecchi rancori,<br />
mandò in esilio Lorenzo e Giovanni <strong>su</strong>lla base di vaghe accuse.<br />
I due fratelli poterono rientrare a Firenze solo nel 1494 quando Piero<br />
conobbe, a <strong>su</strong>a volta, la via dell'esilio 51 . Si può pertanto ipotizzare che<br />
<strong>Amerigo</strong>, lasciata Firenze per Siviglia nella prospettiva di un semplice<br />
viaggio, avesse poi deciso, in considerazione degli eventi fiorentini, di<br />
trattenersi nella città ispalense dove, una volta inseritosi, preferì rimanere.<br />
Nel primo periodo sivigliano il gruppo: Berardi, Rufaldi, Nicolini<br />
e <strong>Vespucci</strong> pare agire in stretta collaborazione 52.<br />
È del 30 gennaio 1493 una lettera scritta dal Nicolini insieme al <strong>Vespucci</strong>,<br />
ad una persona non identificabile, comunicando che, forse, uno<br />
dei due sarebbe andato presto a Firenze 53 . Qualche tempo dopo il gruppo<br />
il primo viaggio sicuro di <strong>Amerigo</strong> a Siviglia sia da porsi nell'autunno del 1489, <strong>su</strong>lla<br />
base della già citata lettera della raccolta Masetti-Howard, ma non conosceva in proposito<br />
le argomentazioni del Caraci che escludevano tale possibilità (v. le noie 41-43<br />
e la parte del testo che ad esse si riferisce).<br />
° Vedi la nota 39.<br />
'l Medici furono reintegrati a Firenze solo nel 1512. Piero morì nel 1503. Cfr.<br />
M. ANDKIrux, I Medici, op. cit., pp. 339, 343; J.R. H.LE, Firenze e i Medici, op. cit.,<br />
pp. 91, 97, 110 e s.<br />
52 Tommaso Capponi, che in un primo periodo aveva curato a Siviglia gli interessi<br />
di Lorenzo e Giovanni dei Medici insieme a Donato Nicolini, era stato allontanato<br />
dall'azienda per cattiva amministrazione e già aveva fatto rientro a Firenze il 19 novembre<br />
1489, per dare chiarimenti <strong>su</strong>i libri contabili da lui tenuti (cfr. I. MAsETrI-<br />
BENCINI eM, H.A .\ED SNIIUI, La vita di <strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong>, op. cit., a. XIII, vol. XIII,<br />
nn. 7, 13, 16, pp. 185, 187 e s.). In una lettera del 24 settembre 1491 ri<strong>su</strong>lta che il Nicolini<br />
si trovava a Cadice dove, per conto di Lorenzo, aveva caricato <strong>su</strong> una nave che<br />
era stata di Ignigo di Sassonia 30 cantari di cera e una mula, che dovevano essere trasportati<br />
a Porto Pisano. Cfr. ibiden, a. XIV, vol. XIV, n. 52, p. 55.<br />
La lettera, giunta Frammentaria, fu pubblicata dal Bandini, che disse di averla<br />
vista nella raccolta dell'abate Scarlatti. Cfr. A.M. BANDINI, Vita e lettere, op. cit., p.<br />
24 e s. Si tratta della stessa lettera di cui alla nota 15.
NUOVI F)OCU.'IENfI SU AMERIGO VESPL CCI 141<br />
dovette scindersi perché, da un lato, vediamo agire l'azienda Berardi,<br />
nella quale continuano ad operare il Rufaldi e il <strong>Vespucci</strong>; dall'altro l'azienda<br />
Nicolini, nella quale compare un nuovo personaggio: il criado<br />
Piero Rondinelli, la cui prima notizia risale al 17 febbraio 1495. Tale<br />
scissione potrebbe essere avvenuta nel corso del 1493; così ci inducono<br />
a ipotizzare i <strong>documenti</strong> 4 e 5 in Appendice, relativi al protesto di una<br />
lettera di cambio, emessa da Cesare Barzi nella piazza di Valenza, il 5<br />
gennaio 1494, a favore del Nicolini, affinché ricevesse a Siviglia 1107<br />
doppie correnti e 1/4 dal Berardi. La lettera era stata accettata dal <strong>Vespucci</strong>,<br />
come fattore di Giannotto, il 16 gennaio <strong>su</strong>ccessivo; ma il Nicolini<br />
non aveva ricevuto la cifra dovuta ed aveva levato il protesto di fronte<br />
Vedi il doc. 5 dell'Appendice. Il Rondinelli è altrimenti noto per la famosa lettera,<br />
da lui scritta il 3 ottobre 1502, a Siviglia, nella quale si parla del prossimo arrivo<br />
del <strong>Vespucci</strong> nella città ispalense, al rientro da un viaggio nelle Indie (il secondo, ma<br />
il terzo della tradizione) svolto al servizio del Portogallo (cfr. Racco/w Colombiana,<br />
op. cit., Roma, 1893, parte 3, vol. 2, n. LXXVI, p. 120). La famiglia Rondinelli, di<br />
origine fiorentina, esercitava in patria l'arte della lana ed aveva avuto larga parte nel<br />
governo della repubblica (cfr. ibidem, p. 120). Piero dovette arrivare a Siviglia nel corso<br />
del 1493 o agli inizi del 1494, ponendosi al servizio del Nicolini, che lo avviò alla<br />
mercatura. Un altro documento del 21 febbraio 1495 lo ricorda come <strong>su</strong>o eriado; si<br />
tratta di una procura fatta dal mercante fiorentino Francesco Carducci, esanle a Siviglia,<br />
a favore dei Nicolini e del Rondinelli, al fine di riscuotere a <strong>su</strong>o nome dal mercante<br />
valenzano Perot Miguel i 157.120 maravedis che gli doveva (cfr. Archivo de Prntoeolos<br />
de Ses'illa, Francisco Segura, 1495, f. 33 r.). Diversi <strong>documenti</strong> ci attestano che,<br />
fra i traffici svolti a Siviglia dal Nicolini col Rondinclli, vi era anche il commercio degli<br />
schiavi. Nel 1490 Donato, quando agiva come agente mediceo, liberò una mora di nome<br />
Fatima per la grossa cifra di 23.000 maravedis. Nel 1495 il Rondinclli, a <strong>su</strong>o nome,<br />
vendette a Rodrigo de Plasencia, vecino di Siviglia, una schiava negra di Guinea, chiamata<br />
Haxa, di 10 anni, con una infermità nella bocca, per 6,500 maravedis. Nel 1497<br />
il Nicolini fu citato da Beatrice de \lesa per averle venduto una schiava malata, che<br />
aveva alcune fistole incurabili e assai dolenti nel corpo; durante gli atti proces<strong>su</strong>ali il<br />
Fiorentino si difese dicendo che la schiava fu venduta essendo nuda e che, se avesse avuto<br />
infermità di quel tipo, sarebbero state palesi. Pertanto la malattia era insorta mentre<br />
era in potere di Beatrice de Mesa. In quella circostanza il Nicolini addusse come testimoni<br />
Geronimo Rufaldi e Bartolomeo Denlo (cfr. AT, SILv., La esclavitud en Sevilla<br />
y <strong>su</strong> lierra a jines de la Edad Media, Sevilla, 1979, p. 77, note 56 e 57 e p. 87, note<br />
86 e 88). Circa il Rondinelli sappiamo ancora che si sposò a Siviglia con Juana de Ortega<br />
e dimorò nella collaciòn di San Nicolàs fino alla <strong>su</strong>a morte, avvenuta nella seconda<br />
metà del 1514. Nel 1517 la vedova vendette diversi schiavi a nome dei figli. Cfr. ibidein,<br />
p. 77.
142 I tJS 9 IEN/I)<br />
al notaio il 17 febbraio 1495. In tale causa agi come <strong>su</strong>o procuratore<br />
il Rondinelli5.<br />
Com'è noto, nelle operazioni cambiarie tra due piazze distanti, intervenivano<br />
quattro persone: il datore, cioè colui che intendeva fare la<br />
rimessa; il prenditore, ossia il banchiere a cui veniva versata la moneta<br />
nella valuta della piazza di partenza, in un valore pari alla moneta dell'altra<br />
piazza; il trattario, cioè il corrispondente del prenditore, che aveva<br />
una filiale o un'azienda dello stesso sistema, il quale riceveva l'ordine<br />
di pagamento; il benefic ian o, colui al quale i soldi erano indirizzati. La<br />
lettera di cambio veniva scritta dal prenditore ed indirizzata al trattario;<br />
ma chi materialmente la prendeva era il datore, che la faceva recapitare<br />
al bene ficiano. Questi, alla scadenza fissata per il pagamento,<br />
presentava la lettera al trattario, il quale poteva accettarla o no. Per mancata<br />
accettazione o per mancato pagamento si effettuava il protesto di<br />
fronte al notaio, come si fa anche oggi.<br />
Quando il trattario firmava l'accettazione, nasceva in lui un debito,<br />
in quanto si as<strong>su</strong>meva un'obbligazione a nome del prenditore. Da<br />
parte del beneficiario maturava, invece, il diritto a riscuotere; cioè il<br />
trattario diventava debitore del beneficiano e insieme creditore di colui<br />
che gli aveva dato l'ordine di pagare56.<br />
Su questo personaggio sono noti diversi <strong>documenti</strong> dai quali ri<strong>su</strong>lta che, dopo<br />
la morte di <strong>Amerigo</strong>, fu legato da amicizia a <strong>su</strong>o nipote Giovanni <strong>Vespucci</strong>, fu <strong>su</strong>o procuratore<br />
e, in una circostanza, gli prestò 25 ducati d'oro. Cfr. Caidiogo de losjondos<br />
americanos, op. cit., t. III, nn. 79, 81, 144, p. 26 e s., e 41 e s.<br />
56 Per la lettera di cambio cfr. R. de Roovc, L'evolution de la lettre de change.<br />
Xl Ve-X Ville siècie3, Pai'is, 1935; F. Mii i. Documenti per la storia economica dei secoli<br />
XlIl-XVI, Firenze, 1972, pp. 89-103; H. LAPEVRE, Contribusion à l'histoire de la<br />
leitre de change en Espagne du XIVe au X Ville siècle, in «Anuario de Ilistoria economica<br />
y , I, 1968, pp. 107-125. Per le piazze di Valenza e Siviglia in particolare<br />
cfr. R. CONDE y Duc.sno de M0LIN . , .Seis letras de cambio cuatrocentistas giradus contro<br />
Barcelona, in «Estudios històricos y docuinentos de los archivos de protocolos»,<br />
V, Miscelriea eri de Josep Maria Madureli i Marimon, Barcelona, 1977, pp. 63-73;<br />
In., Una letra de cambio avalada de 1403, in «Anales de la Universidad de Alicante»,<br />
Historia Medieval, 2, Alicante, 1983, pp. 239-249. L. TRAMOYERES Bisco, Letras de<br />
cambio vatencianas, in «Revista de Archivos, Bibliotecas y Museos», Madrid (1900),<br />
t. IV, pp. 489-496; R. G.IouI)o, La tetra de cambio en ci Medioevo valenciano, Valencia,<br />
1971; J. Bo\» v EILJERTA, La tetra de cambio v protesto eri protocoios hipalenses<br />
de 1500-1550, in «Actas del 11 Coloquio de metodologia Historica Aplicada»,<br />
La documentaci6n notarial y la Historia, Il, Santiago, 1984, pp. 273-285.
'LOVI uocL\lE\ I I 'iU AMERIGO \ sPIcci 143<br />
Vediamo ora le caratteristiche e il forniulario della nostra lettera,<br />
che ci è giunta non in originale, ma nella copia che il notaio fece nel<br />
momento del protesto, come di norma avveniva. Dalla piazza di Valen -<br />
za dovevano essere tratte 1107 doppie correnti e 1/4 <strong>su</strong> Siviglia: ilprenditore,<br />
che firma la lettera, è Cesare Barzi, il trattario Giannotto Berardi,<br />
il beneficiano Donato Nicolini. Non compare il nome del datore,<br />
che di norma veniva espresso, insieme alla specificazione della causale<br />
del pagamento. Nel nostro caso datore e prenditore nella piazza di Valenza<br />
si identificano. Questo cambio fittizio con se stessi è rilevabile dalla<br />
clausola di valuta: «pone/va/or contados a noy»", formula con la quale<br />
si intendeva precisare che il Barzi non aveva ricevuto valuta da altra persona,<br />
ma l'aveva data a se stesso.<br />
Non si tratta dunque di una lettera di cambio in senso tecnico, anche<br />
se così viene definita nell'atto di protesto, bensì di un semplice
144 LUISA D'AR[E/O<br />
un mercante fiorentino che svolgeva la tratta degli schiavi a Valenza,<br />
in contatto con l'azienda che il <strong>su</strong>o compatriota Bartolomeo Marchionni<br />
aveva impiantato a Lisbona, della quale costituiva una filiale. Molte<br />
notizie <strong>su</strong>lla <strong>su</strong>a attività si trovano negli archivi valenzani, ma, non potendoci<br />
dilungare in questa sede, ci limitiamo a riferire che il Barzi, fra<br />
il 1489 e il 1497, ricevette dal Portogallo ben 2004 schiavi negri inviatigli<br />
per la vendita dal Marchionni, il quale aveva ricevuto dai sovrani<br />
lusitani una licenza per poter effettuare la tratta negriera dalla Guinea59.<br />
Anche il Berardi svolgeva in modo analogo il commercio degli schiavi<br />
in Castiglia, in società col Marchionni, insieme al quale aveva ricevuto<br />
dai re cattolici, il 16 luglio 1486, un salvacondotto per attuare liberamente<br />
il mercato dell'oro umano 60 . A questo scopo il Bei-ardi dovette<br />
aprire a Siviglia una filiale della casa di Lisbona, con la quale tenne frequenti<br />
contatti, unitamente all'altra filiale di Valenza, come dimostra-<br />
no i nostri <strong>documenti</strong>.<br />
Con il trattato di Alcoas del 1479, che aveva posto fine alla guerra di <strong>su</strong>ccessone<br />
castigliana, i portoghesi avevano conseguito il monopolio della tratta negriera<br />
dalla Guinea e lo svolgevano senza intermediari (cfr J. VcRIssI\Io SLRRÀO, Historia de<br />
Portugal (1415-1495), voi. Il, Formaào do Estado moderno, sec. ed., Lisboa, 1978,<br />
pp. 91-100). Per i dati <strong>su</strong>l Marchionni e <strong>su</strong>l Barzi e per la tratta negriera in terra iberica<br />
nel periodo delle grandi scoperte cfr. V. RAU, Notes <strong>su</strong>r la traite portugaise à la fin<br />
du XVe siècle et leflorentin Bartolomeo di Domenico Marchionni. in «Miscellanea Charles<br />
Verlinden», t. XL.IV (1974) del «Bulletin de l'Institut Historique Belge de Roine»,<br />
pp. 535-543; A.F. Stiv.&, La esclavitud en Casti/la durante la BaIa Edad Media: aproximaciòn<br />
metodologica)' estado de la cuestion, in «Historia, Instiuciones, Documentos»,<br />
6, Sevilla, 1979, pp. 113-127; 1»., La esclavitud, op. cit., pp. 59, 67 e s., 72; V.<br />
CORTÉS, La esclavitud en Valencia durante el reinado de los reyes cato/icos (1479-1516),<br />
Valencia, 1964, pp. 110-113; IIL, La trala de esclavos durante los primeros descubrimientos<br />
(1489-1516), in «Anuario de Estudios Atlanticos», Madrid-Las Palmas, n. 19<br />
(1963), pp. 23-46; CH. VERLINDEN, L'esclavage dansl'Europe Mdiévale, Bruges, 1955,<br />
I, (in modo particolare il cap. VI, L 'esclavage au Portugal à /'époque des grandes dcouvertes,<br />
pp. 615-632; Io., ..4spects quantitattjs de l'esclavage rnéditerranéen au Bas<br />
1o yen Àge, in «Actas del I Congreso Internacional de Historia Mediterrànca» (Palma<br />
de Mallorca, 1973), in Lapenin<strong>su</strong>la iberica elMediterrdneo centro-occidental sig/os<br />
XII-XV), Barcelona-Roma, 1980, pp. 769-785 e L. DAR1E'-zo, L'azienda Marchionni-<br />
Berardi tra Portogallo e Spagna ne/l'età di Cristoforo Colombo, in Atti «2 Jornadas<br />
Luso-espanholas de història medieval» (in corso di stampa).<br />
Cfr. J. de MATA CARRIAZO ARROQLIA, EI Tutnbo de los reyes Cat6licos del Concejo<br />
de Sevilla, 5 voli., Sevilla, 1929-1971; t. IV, doc. 111-110, p. 135 e s.
NUOVI DOCUMENTI SU AMERIGO VESPUCCI 145<br />
Poche sono le notizie <strong>su</strong>lla famiglia Barzi; nei <strong>documenti</strong> iberici dell'epoca<br />
si trova indicata anche con la dizione: Ibar9i, Ribari, Bari,<br />
Barsi, de Barchi; ma attraverso i Diarii di Marin Sanudo, dove si trovano<br />
alcune lettere di Cesare, sappiamo con certezza che si trattava di un<br />
6 1.<br />
Barzi<br />
Il triangolo della tratta negriera in terra iberica, costituito dalle città<br />
di Lisbona, Siviglia e Valenza, era dunque più che mai attivo ed agiva<br />
in stretta connessione nelle tre piazze, dove era tenuto principalmente<br />
da fiorentini. Nel mercato ispalense, ad un certo punto, si inserì il <strong>Vespucci</strong>.<br />
Tornando ora alla nostra lettera di cambio, non conosciamo i motivi<br />
per cui il Berardi non avesse corrisposto al Nicolini la somma dovuta:<br />
quando fu levato il protesto, il <strong>Vespucci</strong> dichiarò che non aveva disponibilità<br />
finanziarie. La causa si protrasse nel tempo ed ancora non<br />
Marin Sanudo, nato da nobile famiglia veneziana il 22 giugno 1466, ha lasciato<br />
un'opera di fondamentale importanza: i Diarii, che iniziò a scrivere il 10 gennaio 1496<br />
e che continuò quasi fino alla morte, avvenuta nel 1536. In essi seguì giorno per giorno<br />
la cronaca minuta, trascrivendo <strong>documenti</strong> e lettere e riportando anche notizie di costume<br />
<strong>su</strong>lla società dell'epoca. Ne possediamo un'edizione in 58 volumi: MARINO SA-<br />
NUDO, / Diarii, 1496-1533, per cura di R. FULIN, F. STEFANI, N. BONAZ?I etc., Venezia,<br />
1879-1902. Tra le varie lettere, il Sanudo ne riporta una di Cesare F3arzi, scritta a Valenza<br />
il 3 settembre 1503, all'ambasciatore veneziano a Madrid, Pasqualigo, nella quale<br />
gli diede notizie <strong>su</strong>l rientro della flotta di Vasco de Gama e <strong>su</strong>lle Indie e gli riferì<br />
che le informazioni gli provenivano da Lisbona, attraverso Bartolomeo Marchionni.<br />
La lettera era di accompagnamento ad altre due ricevute da Lisbona, che aveva avuto<br />
l'incarico di recapitargli (cfr. Diarii, V, col. 132). in un'altra lettera, scritta a Lisbona<br />
il 7aprile 1504 dal mercante piacentino Giovanni Francesco Affaitati allo stesso ambasciatore<br />
Pasqualigo, il mercante precisò di aver ricevuto una <strong>su</strong>a missiva col tramite<br />
di Cesare Barzi e Io informò <strong>su</strong>lle navi che stavano per partire verso le Indie (Diarii,<br />
V, col. 65 B). Il Barzi, in pratica, essendo in diretto contatto col Portogallo, a motivo<br />
del traffico degli schiavi, che gli giungevano via mare <strong>su</strong>lle navi del Marchionni, costituiva<br />
un tramite continuo per le informazioni e per la spedizione delle missive, che poi<br />
ridistribuiva, Ira Lisbona e Valenza.<br />
L'Almagià, che conobbe Cesare Barzi attraverso la citazione presente nella rettifica<br />
al testamento del Bcrardi, nel quale compare col nome di Ibari (vedi nota seguente),<br />
ritenne che fosse un esponente della famiglia Ibarra, impegnata in commerci con<br />
l'Oltremare, e ipotizzò che il Berardi si fosse associato con lui per l'armamento delle<br />
dodici caravelle da inviare a Colombo all'isola Hispaniola. Cfr. R. AL\!AC.IA, Alcune<br />
considerazioni, op. cit., p. 8.
146 IL ik5 111 )ARIU\7C)<br />
si era conclusa alla morte del Berardi; ne abbiamo notizia attraverso<br />
la rettifica al <strong>su</strong>o testamento, dettata in punto di morte dal fiorentino<br />
il 15 dicembre 149562, quando, nell'enumerare i debiti che gli restavano<br />
in pendenza, ricordò quello nei confronti di Donato Nicolini, «sabre<br />
que trae pleito <strong>Amerigo</strong> Vespuchi, ,nifactor», e un altro verso lo stesso<br />
Cesare Barzi, del quale il <strong>Vespucci</strong> ri<strong>su</strong>lta segurador. Per saldare questi<br />
debiti, che erano personalmente a <strong>su</strong>o carico («son de mi propia cuenta<br />
y cargo»), il Berardi dispose che venissero utilizzati i 180.000 maravedis<br />
che gli doveva Colombo, i quali costituivano lo scoperto del conto<br />
corrente che il navigatore aveva aperto nella banca del Bei-ardi, conto<br />
<strong>su</strong>l quale il fiorentino agiva direttamente, versando e prelevando senza<br />
ordini scritti come era la norma, giacché era procuratore del <strong>su</strong>o cliente63.<br />
A parte doveva essere contato l'onorario per i servizi prestati da tutti<br />
i componenti dell'azienda a Colombo, ai <strong>su</strong>oi fratelli e ai figli negli ultimi<br />
tre anni, con un chiaro riferimento al lavoro compiuto per l'armamento<br />
del secondo viaggio di scoperta e all'impegno as<strong>su</strong>nto con la Corte,<br />
per allestire le già citate dodici caravelle da inviare all'Hispaniola.<br />
Nell'atto di protesto il <strong>Vespucci</strong> fu definito «conpannero efator»<br />
del Berardi; ciò lascia intendere che i due avessero costituito una società,<br />
pre<strong>su</strong>mibilmente con una «scritta di compagnia», che ne regolasse<br />
la vita dal <strong>su</strong>o impianto alla liquidazione e con le delimitazioni delle responsabilità<br />
dei soci. Berardi, infatti, nella rettifica al testamento, citò<br />
i <strong>su</strong>oi libri contabili, dai quali appariva il credito nei confronti di Colombo,<br />
e specificò quali erano i debiti a proprio carico. L'azienda della<br />
quale era titolare era di tipo mercantile-bancario; i <strong>su</strong>oi fondi venivano<br />
usati in prevalenza per imprese mercantili e armatoriali, senza però escludere<br />
che una porzione abbia avuto un instradamento creditizio, qual<br />
62 Cfr. DUQUL,ADE BERMI( H V DE AL w\, A otografas de Co/6n y papeles de Anieriai,<br />
Madrid, 1892, pp. 7-9.<br />
L'esistenza del conto corrente di Colombo ri<strong>su</strong>lta nella già citata rettifica al<br />
testamento (v. nota precedente). Della procura al Berardi da parte del navigatore si ha<br />
invece notizia attraverso un documento deI 15 luglio 1494, nel quale i re cattolici scrissero<br />
al Fonseca, arcidiacono di Siviglia, informandolo che il lìerardi si sarebbe recato<br />
da lui per il disbrigo degli affari relativi all'allestimento delle caravelle che doveva -<br />
no andare alle Indie. C'fr. \
NUOVI IM.)( INIENTI SL .\\Il-RU() \LSPL(( 147<br />
è ad esempio la concessione dello scoperto. L'esercizio bancario si affiancava<br />
infatti a quello mercantile, formando un'unica gestione composita.<br />
Alla morte del Berardi ne divenne titolare il <strong>Vespucci</strong>, in qualità<br />
di <strong>su</strong>o «<strong>su</strong>'esor en los bienes» 64 ; ma, come lasciano intendere i <strong>documenti</strong>,<br />
soltanto fino alla liquidazione dell'azienda e alla definizione delle<br />
cause in pendenza per i debiti e per i crediti. Nel 1500, ad esempio, fu<br />
recuperato un credito di 62.370 maravedis, che il Berardi vantava nei<br />
confronti del mercante inglese Guglielmo Asteloy 65 . La causa fu definita<br />
tra il 5 e il 7 marzo di quell'anno, mentre il <strong>Vespucci</strong> stava compiendo<br />
il primo viaggio (il secondo della tradizione). In quella circostanza<br />
agi come <strong>su</strong>o procuratore Fernando Cerezo, forse <strong>su</strong>o cognato.<br />
Attraverso i nostri <strong>documenti</strong> non abbiamo, purtroppo, notizie chiarificatrici<br />
<strong>su</strong>ll'attività svolta dal <strong>Vespucci</strong> nel periodo 1496-1499, cioè<br />
in quegli anni in cui avrebbe dovuto svolgere il primo viaggio (1497-1498)<br />
di cui parla esplicitamente la Lettera al Soderini. Gli unici dati nuovi<br />
sono costituiti da due procure fatte dal fiorentino, in data 13 e 14 maggio<br />
1499, a favore di Fernando e Maria Cerezo, al fine di rappresentarlo<br />
in alcune cause in corso, durante la <strong>su</strong>a assenza. Le procure lasciano<br />
implicitamente comprendere che il <strong>Vespucci</strong> era <strong>su</strong>l punto di allontanarsi<br />
da Siviglia ed, essendo citate all'interno di due <strong>documenti</strong> del 27<br />
gennaio e del 7 marzo 150066, danno anche conferma del fatto che, in<br />
quest'ultima data, il navigatore non era ancora rientrato. Si inquadra -<br />
no, dunque, nell'ambito del <strong>su</strong>o viaggio del 1499-1500, conclusosi a fine<br />
giugno, <strong>su</strong>l quale peraltro non esistono contestazioni da parte degli<br />
studiosi. Le date 13 e 14 maggio non offrono elementi utili per chiarire<br />
Vedi i doc. 7 e 8 in Appendice.<br />
Ibidem.<br />
Si tratta di due atti notarili (docc. 6 e 8 in Appendice) nei quali i procuratori<br />
designati esercitarono i poteri che avevano ricevuto Maria Cerezo, i] 27 gennaio 1500,<br />
nominò un procuratore sostituto: Pietro de Salamanca, vecino di Siviglia (doc. 6); Fernando<br />
Cerezo incassò 62.370 maravedis da Marco de Castellén, a motivo di un debito<br />
che il mercante inglese Guglielmo Asteloy aveva nei confronti di Giannotto Berardi e<br />
in seguito del <strong>Vespucci</strong>, che gli era <strong>su</strong>ccesso nei beni. I'Astelov aveva avuto come garante<br />
Pietro Ortiz de Jangur e questi, a <strong>su</strong>a volta, Marco de Castellòn, al quale furono<br />
assegnate, come corrispettivo della somma versata, alcune case sivigliane dell'OrtiL, che<br />
il Cerezo, come procuratore del <strong>Vespucci</strong>, aveva fatto porre sotto sequestro (docc. 7 e 8).
148 i USA DARIh\/o<br />
in quale giorno il navigatore iniziò la <strong>su</strong>a spedizione, perché sono precedenti,<br />
anche se di poco, a tutte le date che la tradizione manoscritta<br />
e a stampa delle lettere vespucciane ci ha lasciato: il 16, il 18 e il 28<br />
maggio'. Costituiscono, comunque, una nuova e importante conferma,<br />
<strong>su</strong> base documentaria, della realizzazione del <strong>su</strong>o viaggio, per la<br />
data del quale si possedevano solo le notizie presenti nelle <strong>su</strong>e lettere.<br />
Il documento n. 6, datato 27 gennaio 1500, riveste un certo interesse<br />
per la vita familiare del <strong>Vespucci</strong>: qui troviamo citata per la prima<br />
volta la moglie Maria Cerezo, che agisce come <strong>su</strong>a procuratrice. La data<br />
del matrimonio non è conosciuta; le prime notizie che si avevano <strong>su</strong>lla<br />
donna risalivano ad un periodo in cui, già vedova, ricevette da Ferdinando<br />
il Cattolico, il 28 marzo 1512, una pensione annuale di 10.000<br />
maravedis, come ricompensa per i servigi prestati dal marito"'. Nel documento<br />
del 1500 non è precisato che i due fossero sposati; forse era<br />
specificato nella procura ricevuta da Maria, della quale, però, non è stato<br />
rinvenuto il testo completo. È interessante, comunque, notare che il <strong>Vespucci</strong>,<br />
mercante fiorentino, viene per la prima volta definito vecino di<br />
Siviglia. Questo particolare lascerebbe <strong>su</strong>pporre che il nostro personaggio,<br />
sposatosi con la Cerezo, vecina ispalense, avesse acquisito la vecindad<br />
a Siviglia, risiedendovi con una certa stabilità, insieme ai diritti e<br />
agli obblighi che tale cittadinanza comportava. Non vorremmo andare<br />
oltre con le ipotesi, anche perché il documento n. 8, di pochi mesi <strong>su</strong>ccessivo,<br />
lo definisce eslani'e; riteniamo, comunque, molto verosimile che<br />
il matrimonio sia avvenuto prima del viaggio iniziato nel maggio 1499.<br />
Le notizie <strong>su</strong>lla famiglia Cerezo sono scarse; non è noto il rapporto<br />
di parentela fra Maria e Fernando. Di certo, però, la donna aveva<br />
una sorella di nome Caterina, che divenne <strong>su</strong>a erede nel 152469, sposata<br />
67 La data del 16 maggio è presente nella Lettera al Soderini; quella del 18, nella<br />
lettera scritta a Siviglia il 18 luglio 1500, <strong>su</strong>lla base del cod. Riccardiano 2112 bis; quella<br />
del 28, nella copia della stessa lettera, <strong>su</strong>lla base del ms. Vaglicnti (cod. Riccardiano<br />
1910). Per quanto concerne la data del rientro, la si ricava dalla stessa lettera del 18<br />
luglio 1500, nella quale il <strong>Vespucci</strong> disse che era tornato dalle Indie da un mese.<br />
66 Vedi i docc. 12 e 13 in Appendice.<br />
69 Maria Cerezo morì il 26 dicembre 1524 e dispose che, quanto ancora doveva<br />
ricevere della pensione di 10.000 maravedis concessale dai re Cattolici, fosse corrispo-
U0vl DOCUMENTI <strong>su</strong> AMLRIC;o visiucci 149<br />
con un esponente della famiglia Guzman, cognome assai diffuso a Siviglia.<br />
Una figlia di Caterina, Eleonora Guzman, sposò Pedro Bueno, banchiere<br />
di Cordova70.<br />
Dati inediti si ricavano anche dal documento n. 10 del marzo 1509,<br />
nel quale ri<strong>su</strong>lta che il <strong>Vespucci</strong>, impegnandosi con 100.000 maravedis,<br />
si rese garante di Diego de Nicuesa nei confronti della regina, circa il<br />
rispetto delle capitolazioni che questi aveva firmato con la Corte, per<br />
andare a popolare i territori di Urabá e Veragua, nelle Indie. Attraverso<br />
un memoriale presentato al re da Rodrigo de Colmenares, luogotenente<br />
del Nicuesa, sappiamo, poi, che la spedizione, partita da Santo<br />
Domingo il 20 novembre 1509 alla volta di Veragua, ebbe una conclusione<br />
tragica 7 . Si resero garanti per il Nicuesa anche Antonio de Salas,<br />
sto a <strong>su</strong>a sorella. Cfr. NAVARR1TE, Colecciòn, op. cit., in Obras, op. cit., Il, p. 184,<br />
nota I.<br />
?O Cfr. A.F. SILVA, La esclavitud, op. cit., p. 313.<br />
71 Diego de Nicuesa e Alon.so de Hojeda furono nominati per quattro anni governatori<br />
di Veragua, il primo, e di Urabà, il secondo. La nomina dell'Hojeda fu ratificata<br />
il 9 giugno 1508 (cfr. NAVARRETE, Colecciòn, op. cit., in Obras, op. cit., Il, n. 28,<br />
p, 79 e ss). In un primo tempo ci furono discordie fra i due governatori <strong>su</strong>i [imiti dei<br />
territori nei quali dovevano svolgere la propria giurisdizione, ma infine si accordarono<br />
in questo modo: Hojeda avrebbe governato dal Capo della Vela fino alla metà del golfo<br />
di Urabà; Nicuesa nell'altra metà del golfo fino al Capo di Gracias a Dios. li limite<br />
di demarcazione sarebbe stato il rio Grande del Dàrien (cfr. ibidem, p. 111 e s.). La<br />
regione di Veragua sotto la giurisdizione di Nicuesa era prospiciente il golfo de Los<br />
Mosquitos e, all'epoca di Colombo, si estendeva fra la laguna di Chiriqui e il rio Belén.<br />
Già Colombo aveva scelto quel territorio, che si diceva ricco d'oro, per farvi una colonia.<br />
La spedizione colombiana per la colonizzazione di Veragua era iniziata nel gennaio<br />
1503, ma aveva trovato ostacoli da parte degli indigeni; i] nuovo villaggio, costruito<br />
a Santa Maria di Belén e governato dal fratello di Colombo, Bartolomeo, fu attaccato<br />
dai cacicchi e gli spagnoli desistettero dall'impresa. Fra gli altri si distinse per coraggio,<br />
in quella circostanza, Pietro de Ledesma (cfr. P.E. TtvI.Nl, I viaggi di Colombo,<br />
op. cit., t. I, pp. 243-250), Sorte analoga toccò al Nicuesa, come sappiamo da una dettagliata<br />
relazione presentata al re da Diego de Colmenares, in una data <strong>su</strong>ccessiva al<br />
1516. lI Nicuesa partì verso Veragua il 20 novembre 1509 e andò alla ricerca di quella<br />
terra ricca ed accogliente di cui aveva parlato Colombo. In realtà la costa era malsana<br />
e inaccessibile, tanto che non si riuscì a trovare un approdo adatto per più di cento<br />
miglia; quando il Colmenares andò a cercarli, la maggior parte di essi era morta di fame<br />
e da 580 si erano ridotti a 200. 11 Nicuesa tornò poi al Dàrien, ma vi trovò Vasco<br />
Nufiez, che aveva u<strong>su</strong>rpato la governazione del territorio e gli impedì di approdare, cacciandolo<br />
dalla costa con un brigantino privo di equipaggiamento e con 18 uomini. Così
150 IL 5.5 I) \RIF\ZO<br />
Francesco de Porras, Diego de Ervas, Bartolomeo Diaz, Giovanni de<br />
Queedo, Fernando de Avila e Diego Lopez. Complessivamente essi si<br />
impegnarono per 1.800.000 maravedis.<br />
Di interesse anche il documento n. il, rogato l'8 maggio 1510, nel<br />
quale il <strong>Vespucci</strong> ricevette da Pietro de Ledesma, piloto del re, una procura<br />
per recuperare un quarto di una nave, che possedeva in compartecipazione<br />
con .Juan Diaz de Solis da circa due anni e per la quale non<br />
aveva mai ricevuto la parte degli utili di <strong>su</strong>a competenza. Il Ledesma<br />
fu un personaggio che ebbe larga parte nelle imprese colombiane e, nel<br />
1513, in occasione dell'inchiesta condotta da don Diego Colòn alfine<br />
dì chiarire ogni dubbio <strong>su</strong> chi avesse scoperto il Continente, egli si fece<br />
notare per la <strong>su</strong>a acrimonia contro Colombo, testimoniando che non<br />
era stato lui il primo a raggiungere la terraferma72.<br />
Su <strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong> niente di più ci dicono i nostri <strong>documenti</strong>73;<br />
non è da escludere, però, che rinnovate indagini negli archivi sivigliani,<br />
e in modo particolare nell'Archivo de Indias, possano apportare nuovi<br />
dati <strong>su</strong>lla vita del navigatore fiorentino. Una paziente raccolta di tutto<br />
il materiale in un unico Corpus potrebbe agevolare gli studi futuri e ren-<br />
il Nicuesa si perse in mare aperto e di lui non si seppe più nulla (cfr. N..\v .SRRI:TE, Colecciòn,<br />
op. cit.. in Obras, op. cit., Il, pp. 230-233). Il Nicuesa, prima della spedizione<br />
a Veragua, risiedette per qualche tempo a Siviglia, tra il 1508 e il 1509, e fu in relazioni<br />
di amicizia con <strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong>. Anche in altre circostanze il fiorentino si rese garante<br />
per lui (cfr. ibidem, p. 194). Molti <strong>documenti</strong> notarili rogati nella città ispalense<br />
nel 1509 attestano i <strong>su</strong>oi preparativi per il viaggio a Veragua. Cfr., fra gli altri, Catà/ogo<br />
de losfondos americanos, op. cit., voI. 111, nn. 14, IS, 16, p. 10 e s.<br />
I] Ledesma aveva partecipato al primo viaggio di Colombo come marinaio e<br />
al terzo come pilota. Durante il quarto, si coprì di gloria nella spedizione di Vcragua<br />
(v. nota precedente), ma partecipò <strong>su</strong>ccessivamente alla rivolta dei fratelli l'orras in Santa<br />
Gloria, nell'isola di Giamaica. Durante la ribellione, che ebbe il <strong>su</strong>o culmine negli scontri<br />
del 19 maggio 1504, il Ledesma fu gravemente ferito, ma riuscì miracolosamente a guarire<br />
e venne graziato da Bartolomeo Colombo. Tornato a Siviglia, fu ucciso durante<br />
una rissa. Cfr. P.E. TA\I .\NI, I viaggi di Colombo, op. cit., t. 1, pp. 256, 260, 261; t.<br />
li, p. 240.<br />
Il doc. n. 9 è relativo ad una procura concessa dal fiorentino ad Andrea de<br />
San Martin. È stato a lungo commentato in un recente lavoro di Laguarcla, che ha messo<br />
in evidenza l'amicizia fra i due personaggi e i vantaggi che derivarono al San Martin,<br />
grazie agli insegnamenti del <strong>Vespucci</strong>. Cfr. R.A. LAGUARDA Tio,ss, EI hallazgo, op. cit.,<br />
p. 99 e SS.
\I OVI DOCUMENTI SU AMERIGO VESPUCCI 151<br />
derebbe il dovuto merito ad uno dei navigatori italiani più famosi, che<br />
seppe guadagnarsi onori e riconoscimenti in terra straniera, divenendo<br />
pi/o/o inayor di Spagna, e che, grazie al <strong>su</strong>o intuito geniale, segnò una<br />
svolta decisiva negli studi di astronomia e cosmografia.<br />
Appendice documentaria<br />
152 LUISA D.\RFN7.O<br />
2<br />
.<br />
Giannotto Berardi, mercante fiorentino «estante» a Siviglia, ritenendo eccessiva<br />
la cifra a lui richiesta da Alfonso Tellez, «continuo» della regina, in<br />
seguito alla ripartizione della somma che la sovrana ordinò di prestarle per la<br />
guerra contro i mori, nominò come giudici di pace i genovesi Se/in Cattaneo<br />
e Giacomo de Monte, dando loro pieni poteri e impegnandosi a pagare la cifra<br />
che essi avessero stabilito.<br />
A.P.S., Antonio Ruiz de Porras, 1489, f. 285 v.<br />
Otorga Juaneto I3elarde, mercador florentyn, estante eri<br />
ibdad / de<br />
Seuilla, por sy de vna parte, e el bachiller Alfonso Telles, / contyno etc., e<br />
eri<br />
de <strong>su</strong> alteza, de la otra, que por quanto / el dicho bachiller Alfonso<br />
Telies, eri<br />
de <strong>su</strong> alteza, le / mando le prestase a <strong>su</strong> alteza e a el eri<br />
nombre Qierta contya de / marauedis, la qual el dyze no poder pagar porque<br />
le fueron repartydos / mucha contya de rnarauedis, con el dicho bachiller dyze<br />
poderlos pagar; por / ende que elios por byen de paz etc. el dicho Juaneto<br />
nombro por juezes / a Celin Catanno e a Jacomo de Monte, ginoueses, e el<br />
dicho bachiller / a , a los quales dieron poder para aver el dicho negoio<br />
/ e lo que mandasen que pague del dicho enprestydo que lo pagara el jueues<br />
/ eri cl dia primero siguientesa, so pena de ticnt milI marauedis para la<br />
guerra de los moros, / en los quales se dio por condepnado no Io cumpliendo,<br />
etc. obligo a / sy e a <strong>su</strong>s bienes etc.<br />
3<br />
.<br />
Giannorto Berardi, mercante fiorentino «estante» a Siviglia, riceve in consegna<br />
da Alfonso Tellez, «continuo» della regina, il mercante fiorentino Geronimo<br />
Rufaldi, il quale si trovava incarcerato nelle «atarazanas» reali a motivo<br />
dei 60.000 mura vedis che la sovrana aveva ordinato di prestarle per sovvenzionare<br />
l'assedio della città di Baza; il Berardi si impegna a pagare la cifra in<br />
questione.<br />
A.P.S., Antonio Ruiz de Porras, 1489, f. 291 v.<br />
Otorga Juaneto Belarde, mercador florentin, estante eri al / bachiller<br />
Alfonso Telies, continuo de la casa de la reyna riuestra sennora, / e en<br />
primero siguientes scritto nell interlineo.
NUOVI DOCUMENTI si; AMERIGO vrspucci 153<br />
nombre de <strong>su</strong> alteza, que esta presente, que por quanto por / <strong>su</strong> mandado esta<br />
preso en las ataraanas reales desta / iibdad Geronimo Rufalde, mercador forentin,<br />
estante en / esta Qibdad, por razon de scsenta miii marauedis que <strong>su</strong><br />
alteza le mando / le prestase e socorriese para la nesesydad quel rey nuestro<br />
sennor tiene sobre / el erco de la iibdad de Bata e agora el dicho bachiller<br />
a <strong>su</strong> ruego e por le / fazer plazer gelo da enserrado e encarielado; por ende<br />
ci otorga que resibe / del dicho bachi[ler al dicho Geronimo enserrado e encarelado<br />
asy commo carelero / publico comentaren Qi es (?) e se obligo de<br />
gelo dar e entregar cada e quando gelo / pidiere e demandare o de le dar e<br />
pagar los dichos sesenta rnill marauedis, so pena / de ginquenta miii marauedis<br />
para la guerra de los moros. Carta esecutoria etc. Obligo a / sy e a <strong>su</strong>s<br />
bienes. Testigos los sobre dichos escrivanos de Seuiila.<br />
1494, gennaio, S. Valenza.<br />
Lettera di cambio emessa nella piazza di Valenza da Cesare Barzi, alfine<br />
di effettuare una rimessa di 1107 doppie e un quarto nella piazza di Siviglia<br />
a beneficio di Donato Nicolini, avendo come trattario Giannotto Berardi. 1-<br />
16 gennaio 1494 la lettera fu accettata da Arnerigo <strong>Vespucci</strong> a nome del Berardi.<br />
A.P.S., Bernal Gonzalez de Vallecillo, 1493-94-95, allegato al f. 216 r.<br />
Copia cartacea notarile 1495, febbraio 17, Siviglia. Ricopiata in occasione del protesto levato<br />
di fronte al notaio Bernal Gonzlez de ValledIlo per non avvenuto pagamento della somma<br />
dovuta. l allegata al relativo atto notarile di protesto, redatto dallo stesso notaio dietro istanza<br />
di Piero Rondinelli, come procuratore del beneficiano Donato Nicolini (vedi doc. 5 in questa Appendice).<br />
+ le<strong>su</strong>s a V. de enero de .MCCCC° .XCIIII°.<br />
Pagad a viso por esta prima de canbio a Donato Niculino doble mili e iento<br />
e syete e vn cuarto, digo dobias 5 MCVII. e vn cuarto corrient de maravedis<br />
de setenta e uno en castellanos de oro a quatrocientos e veynte por el valor contados<br />
a noy a soldi quatro dinero vinco e tres cuartos por dobla e poneldos a<br />
vuestro. Deu vos guarde. Ceser Rybarzib en Valen9ia, pagad como he dicho.<br />
E en sobrc escripto dize domino Juanoto Beraidi en Seuiila. E en ias espaldas<br />
de la dicha sedula de canbio dize .MCCCCXCIIII. azebtada por mi <strong>Amerigo</strong><br />
en nombre de Juanoto esto di .XVI. de enero de .MCCCC°XCIIII°.<br />
a doblas scritto nell 'init'rlineo.<br />
eser Rybarzi scritto due volte, la prima (le/le quali espunto.
154<br />
1.115A DARIENZO<br />
5<br />
NUOVI DOCIJMI-\ I 1 SU AMERIGO VESPUCCI 155<br />
e pedia e requeria dixo en [ci] / dicho nombre que lo pedia por testimonio.<br />
E luego ci dicho Mer[igo] / Despuche eri dixo que non esta<br />
. ......... I / por quanto non tiene dineros para la pagar e esta [ ...... ] / respuesta.<br />
Et luego ci dicho Pedro Rondi[neli] E ... ..] / dixo que pues el dicho Merigo<br />
Despuche non [pagava] / las dichas doblas contenidas eri dicha ze [dula J [ .... ]<br />
/ protesto eri dicho nombre de las cobrar del [e de] / quien con derecho deva<br />
con el canbio e recanbio e [costas e ynterees]. / Et despues desto eri dicho<br />
dia martes' a poca de E .... 1 / ante nos los dichos escrivanos E ....... j / corredor<br />
de buia en esta dicha Qibdad de Seuilla E ....... ] // [ .... ] postreros canbios que<br />
ha fecho para Valcnia han seydo a quatro / <strong>su</strong>cldos e syete dineros e un sesto<br />
por doNa corriente a pagar / [a la u]sana , lo qual dixo que juraua e juro a<br />
Dios e a Santa / [ .... ] e a las palabras de los Sanios Evangelios e por la se/[nyal]<br />
de la Cruz que fizo con los dedos de <strong>su</strong>s manos que es asy / [ .... ]. Et de todo<br />
esto eri paso e! dicho Pedro Rondine/Ili en ci dicho nombre dixo que<br />
pedia e pidio a mi ci dicho Bernal / [Gonzales] de Vallezillo, escrivano publico,<br />
si so (?) dicho que gelo diese asi por / [ ... ] testimonio para guarda e conservaion<br />
del dicho <strong>su</strong> parte e <strong>su</strong>yo / eri nombre e yo due ende este, segund<br />
e en la manera e forma / que ante mi paso. Fecho del dicho dia e mes e anno<br />
<strong>su</strong>so dicho.<br />
Sancho Rodriguez escrivano de Seuilla (paraffa).<br />
Diego Ferrandez escrivano de Seuilla (paraffa).<br />
(1500, gennaio, 27. Siviglia>.<br />
Maria Cerezo, «vecina» di Siviglia, <strong>su</strong>lla base della procura avuta il 14<br />
maggio 1499 da A nierigo <strong>Vespucci</strong>, inercani'c fiorentino, « vecino» di Siviglia,<br />
nomina a <strong>su</strong>a volta procuratore sostituto Pietro de Salamanca, « vecino» di Si -<br />
viglia.<br />
PS., Gonzalo RemaI de la Recerra, 1500, f. 48<br />
Faze procurador sostytuto Maria erezo, vezina de Scuilla / eri collaion<br />
de Santa Maria, eri e en boz de <strong>Amerigo</strong> / Vespuche, mercador<br />
florentyn, vezino desta dicha iibdad eri dicha / collaion, e por vertud del<br />
poder que del tyene, que paso ante Gonzalo / Bernal de la Bezerra, escrivano<br />
publico de Scuilla, en catorze dias / del mcs de mayo que paso del anno del<br />
Sennor de milI e quatro/ientos e noverita e nuevc annos, asy eri pleiios<br />
primero siguientes scritto nell'interi ineo.
156<br />
ittitA D'ARiFF'IZO<br />
movidos / etc. a Pedro de Salamanca, vezino desta dicha ibdad en la collation<br />
/ de Santa Maria, generai por fuero e por juizio e non en mas nin para<br />
mas / quand conplido e bastante poder ella ha e tyene del dicho <strong>Amerigo</strong><br />
Ves/puche por fuero e por juizio etc. tal e tan conpiido etc. con todas <strong>su</strong>s /<br />
ynidenias etc. e reieuolo etc. e para pagano juzgando obligo a / la persona<br />
e bienes del dicho <strong>Amerigo</strong> Vespuchc etc. Testigos:<br />
Gonzalo de' Villareal, escrivano de Scuilla (paraffa).<br />
Iohan de Morillo, escrivano de Scuilla (paraffa).<br />
7<br />
(1500, marzo, 5. Siviglia).<br />
Fernando Cerezo, come procuratore di Ainerigo <strong>Vespucci</strong> e a <strong>su</strong>o nome,<br />
rilascia a Marco de Castelldn, garante di Pietro Ortiz de fan gur, ora defunto,<br />
« corredor de lonja», una «carta de pago» per aver ricevuto i 62.370 inara vedis<br />
che il detto Pietro Ortiz, come garante del mercante inglese Guglielmo Asteloy,<br />
era stato condannato a pagare al <strong>Vespucci</strong>, quale <strong>su</strong>ccessore nei beni di<br />
Gianno (io Berardi.<br />
A.I'.S., Francisco Segura, 1500, f. 120 r.-v.<br />
Regesto: Catdlogo de los fondos amer,cunos del Archivo de Protocolos de Sevil/a, torno<br />
1. siglo XVI, Madrid-Barcellona-Buenos Aires, 1930, doc. 5, pp. 12-13. Regesto non privo di inesattezze<br />
che riunisce insieme il contenuto di due <strong>documenti</strong> separati concernenti la definizione della<br />
medesima causa (i nn. 7 e 8 di questa Appendice documentaria). Il pagamento ri<strong>su</strong>lta erroneamente<br />
effettuato da Pietro Ortiz per un importo di 2.340 maravedis, invece che di 62.370. Nella<br />
citazione archivistica non è indicato il foglio del protocollo nel quale si trova il documento.<br />
Otorga ci dicho Fernando erezo, en nombre e en boz del dicho Alme<br />
/ rigo Despuche e por vertud del dicho poder, ci thenor del qual / es este que<br />
se sigue: /<br />
Al dicho Marco de Castellon, presente, que por quanto e! dicho Marco<br />
/ de Castellon ovo fiado e fio la entrega que fue fecha a Pero Ortiz de / Jangur,<br />
corredor de lonja, que Dios aya, a ynstania del dicho Fernando / (erezo<br />
en el dicho nombre por contia de sesenta e dos mill e trezyentos / e setenta<br />
maravedis en que le fue fecha entrega esecuion por mandamiento del / sennor<br />
obispo de Cordoua, juez de comisyon, en los quales dichos maravedis I<br />
e! dicho Pero Ortiz fue condenado que pagase commo fiador de Guillen / Asteli,<br />
mercador yngles, al dicho Almerigo Despuche commo <strong>su</strong>tesor / de los bienes<br />
de Juaneto Veraldi, que Dios aya, segund que mas larga/mente se contiene<br />
Gonzalo de scritto nell'interlineo.
NUOVI DOCUMENTI SU AMERIGO VESPUCCI 157<br />
en el proeso de pleyto que puso ante Juan Suarez, / escrivano del rey nuestro<br />
sennor; los quales dichos sesenta e dos miii e i ' trezientos e setenta maravedis<br />
el dicho Fernando Cerezo en el dicho nombre / reibio en esta manera: nueue<br />
miti e seysientos maravedis quel dicho / Fernando Cerezo reibio de Juan de<br />
Gibraleon, trapero, en nombre dei dicho / Pero Ortiz e seysientos maravedis<br />
de iertas pellejas que se vendieron / en almoneda publica e diez e seys mill<br />
e trezyentos e / setenta maravedis quel dicho Fernando Cerezo, en el dicho<br />
nombre e por vertud del / dicho poder de<strong>su</strong>so encorporado, faze <strong>su</strong>elta e gracia<br />
al dicho Marco / de Casteilon por via de transaion e yguaIana e asyento<br />
que / contefyzo e los treynta e vinco miii e quatroientos maravedis restantes<br />
que / el dicho Marco de Castellon dio e pago ai dicho Fernando erezo e a<br />
otras / personas en <strong>su</strong> nombre en iertas vezes, asy que son complidos / los<br />
dichos sesenta e dos miii e trezyentos e setenta maravedis / e son en <strong>su</strong> poder<br />
de ques pagado etc. E renunia la esebion etc. Por ende / otorga que da poder<br />
quito e libre e faze fyn e quitamiento e libramiento agora / e para syenpre<br />
jamas al dicho Marco de Castelion e a <strong>su</strong>s bienes en / razon de la dicha fiana<br />
e otorga e promete de tener e guardar / e complir e aver por fyrme esta ygualana<br />
e transaion e // <strong>su</strong>elta e graia que asy faze de los dichos diez e seys<br />
miii e / trezientos e setenta maravedis e todo quanto en esta carta dize e / de<br />
non yr nin venir contra elio nin contra parte dello por io / remediar, so la pena<br />
en esta carta contenida. E mas otorga / e se obliga e! dicho Fernando erezo,<br />
por sy e en nombre del dicho / Almerigo Espuche, que sy ei dicho Almerigo<br />
Despuche o / otra qualquier persona en <strong>su</strong> nombre o otra persona pidiere e<br />
/ demandare al dicho Marco de Castellon los dichos sesenta / e dos miii e trezyentos<br />
e setenta maravedis o qualquier parte delios /' o a los bienes e herederos<br />
del / dicho Pero Ortyz, quei dicho Fernando erezo los sacara a paz e a<br />
/ saluo e tomara la boz de qualquier pleito o pleitos, demanda / o demandas<br />
que sobre elio ies fagan e muevan e quieran fazer / o mover del dia que gelo<br />
requirieren en <strong>su</strong> persona o en i[as] / casas de <strong>su</strong> morada fasta terero dia complido<br />
[primero] / syguiente e de los tratar e seguir e feneier a <strong>su</strong>s / propias<br />
costas e misyones, de guisa e de manera commo / el dicho Marco de Castellon<br />
fin los herederos e bienes del dicho Pero Ortiz / sean iibres e ios saque apaz<br />
e a salvo dello. E otorga e / promete de lo tener e guardar e complir e non<br />
yr contra elio / por lo remediar, so pena de iento miii maravedis para el dicho<br />
/ Marco de Castellon por pena etc., la dicha pena pagada o non etc., / da po-<br />
a segue quel dicho Fernando cerezo los sacara espunto.
158 LUISA DARIENZO<br />
der a las justiias e obliga a sy e a <strong>su</strong>s bienes e / a la persona e bienes del dicho<br />
Almerigo Despuche etc.<br />
Rodrigo de Azevedo, escrivano de Seuilla (paraffa).<br />
Gonzaio de Salazar, escrivano de Seuilla paraJJa).<br />
(1500, marzo, 7. Siviglia).<br />
Fernando Cerezo, «vecino» di Siviglia, in virtù della procura avuta il 13<br />
maggio 1499 da Anerigo <strong>Vespucci</strong>, mercante fiorentino «estante» in Siviglia,<br />
lascia libere alcune case di Pietro Oriiz de Jan gur che erano state poste sotto<br />
sequestro per ricuperare un debito di 62.370 ,naravedis che lo stesso Orriz, co-<br />
me garan/e di Guglielmo Asteloy, era stato condannato a pagare a Giannotio<br />
Berardi e poi ad A inerigo <strong>Vespucci</strong>, che gli era <strong>su</strong>cceduto nei beni. Le case ven-<br />
nero assegnate a Marco de Castellon il quale, come garanie di Pietro Ortiz,<br />
aveva saldato al <strong>Vespucci</strong> la somma dovuta.<br />
A.P.S, Francisco Segura, 1500, f. 131 r.-v.<br />
Regesto: vedi il commento del doc. n. 7 di questa Appendice documentaria.<br />
Otorga Fernando Cerezo, vezino de Seuilla en la coliaion de Santa Maria<br />
Mag/dalena, en nombre e en boz de Almerigo de Espuche, mercador / horentin,<br />
estarite en esta dicha tibdad, e por vertud dei poder que / del tiene,<br />
que paso ante Gona10 Bernal de la Bezerra, escrivano publico de / Seuilla,<br />
en treze ciias de mayo dei anno que paso del Sennor de / mii e quatroientos<br />
e noventa e nueue annos, ci thenor del qual es cste que se sigue: /<br />
A Marco de Castelion, vezino de Seuilla en la collaion de Sant Vicynte,<br />
/ presente, que por razon quel dicho Fernando erezo, en nombre dei dicho<br />
/ Aimerigo, traxo ierto pleyto con Pero [Ortiz] de Jangur, corredor / de bnja,<br />
vezino desta ibdad, difurito, que Dios aya, antei sennor don / Iohan de<br />
Fonseca, obispo de Cordoua, juez de comisyon, sobre razon / de sesenta e dos<br />
miii e trezyentos e sctcnla maravedis quel dicho / Pero Ortiz deuia a Juaneto<br />
Veralde, que Dios aya, commo fiador que fue ci / dicho Pero Ortiz de Guillen<br />
Asteloy, mercador yngles; ci qual dicho Almerigo / <strong>su</strong>btedio en los bienes del<br />
dicho Juaneto Veraldi e fue contendido / fasta tanto quel dicho sennor obispo<br />
dio sentenia en que condeno / al dicho Pero Ortiz a que pagase los dichos<br />
maravedis e mando dar mandamiento / para fazer esecuion en bienes del dicho<br />
Pero Ortiz, segund mas largo / en ci dicho proeso se contiene, que paso<br />
ante Iohan Suarez, escrivano del rey nuestro / sennor. Por vertud del qual di-
NUOVI DOCUNII-N 11 SU AMERR,iO VhSPUCCI 159<br />
cho mandamiento, que ci dicho sennor obispo dio, fue /fecha entrega esecuion<br />
en vnas casas con <strong>su</strong>s sobrados e corral que / el dicho Pero Ortiz tiene<br />
en esta dicha 9ibdad en la coliaion de Sant Saluador / en la calle de Galiegos,<br />
que han por linderos de vna parte casas de / Martiri la Campana, canonigo,<br />
e de la otra parte casas de la Iglesia maior / de Seuilla. Las quaics dichas casas,<br />
a ynstania del dicho Pero Ortiz, / e! dicho Marco de Casteilon abono<br />
e fio que vaiian la dicha contia e que / antes del remate nin despues non saidria<br />
enbargo a elias e sy / enbargo saliese e la dicha contia non valiesen que<br />
pagana ci / dicho prinipal, segund paso antei dicho iohan Suarcz, escrivano<br />
/7 dei rey. E porque agora ci dicho Fernando erezo en ci dicho nombre es<br />
/ contento con la fiana e abono quel dicho Marco de Castellon fizo / de las<br />
dichas casas e a syinismo, ci dicho Marco de Casteilon / plaze de le pagar todo<br />
lo quel dicho Pero Ortiz restaua deuiendo / por razon de la dicha sentcnia;<br />
por ende otorga, en ci dicho nombre / e por vertud del dicho poder de<strong>su</strong>so<br />
encorporado, que vede e / traspasa e faze Qesvon e remision e traspasamiento<br />
al dicho / Marco de Casteilon de toda ci aion e derecho quel dicho Aimerigo<br />
/ Despuche e ci en <strong>su</strong> nombre tenian e tienen contra ci dicho Pero Ortiz / e<br />
contra <strong>su</strong>s bienes e contra ci dicho Guillen Asteloy e contra <strong>su</strong>s bienes / e contra<br />
otras [quales ] quier personas por razon de la dicha sentenia o en / otra<br />
inanera [qual]quiera, para que pueda demandar etc, de los bienes / e herederos<br />
dei dicho Pero Ortiz e de quien con derccho deua, todos los / maravedis<br />
e otras cosas quel dicho Marco de Casteilon, conimo fi[ador] / del dicho Pero<br />
Ortiz, paga ai dicho Fernando erezo en ci dicho nombre / e que io pueda<br />
reebir en sy e para sy conimo propia cosa / <strong>su</strong>ya e dar e otorgar de lo que<br />
reibiere <strong>su</strong>s carta e cartas de pago e [.-.1; / e cerca dello le remite e admite<br />
todas las boses, veses e / aiones quel dicho Almerigo e ci en <strong>su</strong> nombre tienen<br />
contra ci / dicho Pero Ortiz e contra ci dicho (ìuillen Asteli e contra <strong>su</strong>s bienes,<br />
por razon / de io que dicho es, e lo faze procurador actor en <strong>su</strong> propia<br />
cabsa e / quand complido e bastante poder el ha e tiene del dicho Almerigo<br />
/ Vespuche para io que dicho es tal gelo da e otorga con todas <strong>su</strong>s yni/denias<br />
etc. E otorga e promete de tener e complir csta dicha esyon / e traspasamiento<br />
etc. e de non yr contra elio etc., so pena de cient miii maravedis / para<br />
ci dicho Marco de Castelion por pena etc., e la dicha pena pagada o non /<br />
etc. e da poder a ias justiias etc. e obliga a la persona e hienes del dicho /<br />
Almerigo Bespuche etc.<br />
Rodrigo de Azeuedo, escrivano de Seuiiia (paraffa).<br />
Gonzalo de Salazar, escrivano de Seuilla (paraffa).
160<br />
LUISA D'ARftN/U<br />
9<br />
1508, febbraio 4. Siviglia.<br />
<strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong>, fiorentino, «vecino» di Siviglia, nomina <strong>su</strong>o procuratore<br />
Andrea de San Martfn per le cause in corso e per quelle da muoversi.<br />
A.P.S., Bernal Gonzalez de Vallecillo, 1508, libro I. ff. 214 v.-215 r.<br />
Edizione: Catdlogo de ìosfondos arncricanos del Archh'o de Protoco!os de Seni/a, torno<br />
I, siglo XVI, Madrid-Barcellona-Buenos Aires, 1930, doc. n. 2 in Appendice, pp. 451-453. nel<br />
foglio 215 r., in calce al documento, è presente la firma autografa di <strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong>.<br />
Sepan quantos esta carta vieren commo yo <strong>Amerigo</strong> / Despuche, florentin,<br />
vezino de Seuiila en la co1laion de / Santa Maria, otorgo e connosco que<br />
fago mio propio / e mio ierto, <strong>su</strong>fiiente e abundante e conplido procurador<br />
/ asy en los pieitos niouidos commo eri por mover a Andres de / San Martin,<br />
vezino de Seuilia en la dicha colla9ion de Santa Maria, / generalmente contra<br />
todos Los omes e mugeres que debdas me de/ven e devieren algunas cosas me<br />
han e ovieren a dar / e pagar contra quien yo hentiendo aver demanda e / demandas<br />
en qualquier manera e por qualquier razon que sea, / o ellos o qua!quier<br />
delios otras personas qualesquier han o enti/enden aver contra mi en qua!quier<br />
manera o por qualquier razon / que sea. E sobre esta dicha razon le do<br />
todo mi poder conpli/damente para ante la reyna nuestra sennora e para ante<br />
Los / sennores del <strong>su</strong> muy alto consejo, alcaldes e juezes de la <strong>su</strong> / casa e corte<br />
e presydente e notarios e oydores de la <strong>su</strong> / real abdenia e chanilleria e para<br />
ante cada vno / delios e para ante ci sennor arzobispo de la Santa Yglesia desta<br />
/ Yglesia desta 9ibdad de Seuilla e para ante el <strong>su</strong> provisor / e vicarios e<br />
juezes e para ante cada vno dellos e para ante / ci sennor asystente desta dicha<br />
ibdad de Seuilla e para ante / los <strong>su</strong>s lugares tenientes e para ante cada vno<br />
dellos e para / ante Los alcaldes e juezes e fieles esecutores desta dicha ib/dad<br />
de Seuiila e de toda <strong>su</strong> tierra e termino e para ante ca/da vno dellos e para<br />
ante todos los otros alcaides e juczes e / justiias qualesquier que sean quel<br />
pleito o los pleitos ovieren de / ver e de oyr e de Librar asy eclesyasticos como<br />
segla/res do quier e ante quien esta carta de poder paresicre para de/mandar<br />
e responder e negar e connoser e defender e re/ebir e aver e cobrar asy en<br />
juicio corno fuera del de todas e / qualesquier personas que con derecho deva<br />
e de <strong>su</strong>s bienes todos / los maravedis e doblas e pan, trigo e cvada e azeyte<br />
e galii/nas e otras qualesquier cosas que me deven e devieren asy por / recabdo<br />
pubiicos e alualaes o syne elio e de otra qualquicr / manera; que lo pueda<br />
todo e cada cosa dello rcebir e rciba eri / e dar e otorgar e de e otorgue
NUOVI DOCUMENTI SU AMERIGO vLs puccI 161<br />
qualquier o qualsquier carta o cartas / de pago e de reebimiento e de libre<br />
e fin e quitamiento, las que en la / dicha razon cunpiiere e menester fuere e<br />
pedir e requerir Il e querellar e afrontar e protestar testimonio o testimonios,<br />
/ pedir e tomar toda buena razon e exebion e defen/syon por mi en mi nornbre<br />
poner e dezir e alegar e para dar e / presentar testigos e provanas e reebir<br />
testigos e pro/vanas e tachar e contradezir los que contra mi fueren / dados<br />
e presentados asi en dichos corno en personas e para dar / e reebir jura o juras<br />
e dar e fazer juramento o juramentos a/sy de calunnia commo de Qesorio<br />
e todo otro jurarnento / quaiquier que sea que al pleito o a los pleitos convenga<br />
/ de se fazer e jurar sobre mi anima asy acas9ire, / porque e para que pueda<br />
oyr sentenia o sentenias conciuyr e consen/tir o apelar della o deilas e pedir<br />
e tomar e seguir / ci alada o las aladas vista e <strong>su</strong>plicaion para alli / o do<br />
con derecho deviere e para que pucda por mi en mi nombre fazer / e dezir<br />
e razonar asy en juiio commo fuera dei todas las otras co/sas e cada vna dellas<br />
que yo mismo faria o dira (sic) o ra/zonaria presente seyendo. Otrosy le<br />
do mas poder conpli/do a este dicho mi procurador que pueda fazer e sostituyr<br />
en <strong>su</strong> lu/gar y en mi nombre vn procurador o dos o mas quantos quisyere<br />
/ e por bien tuviere asy antes del pleito o de los pieitos / contestado o contestados,<br />
come despues e revocarlos / quando e cada e quando quisyere tornar<br />
e tomar / ci poder la (sic) procurador en sy e todo quanto este dicho mi procurador<br />
/ o los dichos sostitutos o sostitutos quel fiziere e sostituyerc / en<br />
<strong>su</strong> lugar e en mi nombre fizieren e dexeren, razonaren e / requirieren e quereliaren<br />
e afrontaren e protestaren e los dichos / testimonios pidieren e tornaren<br />
en todo quanto que dicho es yo lo o/torgo todo e lo he e avre por firme<br />
e por estabie e / valedero e de no yr ni venir contra ello ni contra parte / dello<br />
por lo remover e ni desfazer en tiempo aiguno ni por / alguna manera e<br />
relievo a este dicho mi procurador e a los dichos / <strong>su</strong>s sostituto e sostitutos<br />
de toda carga de satisda/ion e fiaduria so aquelia clav<strong>su</strong>la dei derecho ques<br />
dicha en / latin judisiun syste judicatun solui, con todas SUS cia/b<strong>su</strong>las acostunbradas<br />
e para io asy pagar (odo lo que con/tra mi fuere fecho e juzgado<br />
en esta razon obligo a mi e / a todos mis bienes muebles e arrayses avidos e<br />
por aver.Fecha la / carta en Scuilla viernes quatro dias / dei mes de febrero<br />
anno del nas/imiento de nuestro Saluador le<strong>su</strong> Christo / de mili e quinientos<br />
y ocho annos./<br />
<strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong> (paraffa).<br />
Diego de Godoy, escrivano de Seuilla so testigo (paraffa).<br />
Pedro de Oviedo, escrivano de Seuilla (paraffa).
162 1 LiS\ \kIrNt<br />
10<br />
1509, marzo, 13-14. Siviglia.<br />
Antonio de Salas, notaio apostolico, Francesco de Porras, Diego de Ervas,<br />
Bartolomeo Diaz, A inerigo <strong>Vespucci</strong>, Giovanni de Que'edo, Fernando de<br />
A vi/a e Diego Lopez si obbligano con la regina e con gli ufficiali della Casa<br />
de Coni rataci6n di Siviglia, sotto pena 1i varie quantità di maravedis, per un<br />
totale di 1.800.000, per conto di Diego de Nicuesa, «vecino» dell'isola di Hispan<br />
io/a ed ora presente a Siviglia, al rispetto da parte di costui delle capito/azioni<br />
da luifirmate con la regina, alfine di andare a popolare le Indie del Mare<br />
Oceano, nei territori di Urabd e Veragua.<br />
A.P.S., Juan Ruiz de Porras. 1509, libro unico, C. 438 r.-439 r.<br />
Regesto: Caldlogo de los fondos anterkanos del Arc/tivo de Protocolos de Sevillo, torno<br />
1. siglo XVI. Madrid-Barcellona-Buenos Aires, 1930. doc. n. 607. p. 153. Regesto errato nel quale<br />
non ri<strong>su</strong>lta espresso neppure il dispositivo dell'atto. Nella citazione archivistica non é indicato il<br />
foglio del protocollo nel quale si trova il documento.<br />
Nel f. 439 r. è presente la firma autografa di <strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong> piloto mayor».<br />
Sepan quantos esta carta vieren commo yo Anton de / Salas, notano apostolico,<br />
vezino que so de / Scuilla en la coIlaion de Santa Maria, e yo Francisco<br />
/ de Porras, vezino que so de Scuilla en la collaiion de / San Vkeynte,<br />
e yo Diego de Eruas, mercador, / vezino que so de Seuilla c'a la collaion de<br />
San Saluador, e yo Bar/tolome Diaz, comitre de la reyna nuestra sennora, /<br />
vezino que so de Triana, guarda e collation de Seuilla, e yo <strong>Amerigo</strong> / Espuche,<br />
vezino que so de Seuilla en la dicha co1laion de Santa Maria, / e yo Juan<br />
de Quesedo, mercador, vezino que so de Seuilla en la collaion de / Santa Maria<br />
Madalena, e yo Fernando de Auila, fijo del contador 1/ Diego de Avila,<br />
vezino quc so desta dicha ibdad en la collaion de San Esteuan, / e yo Diego<br />
Lopez, mayordomo del sennor don Fernando En/riques de Ribera, vezino que<br />
so de Seuilla ella collaion de San Juan, / otorgamos e consetnos a la reyna<br />
nuestra sennora e / a vos los ofiiales de la Casa de la Contrataion de las /<br />
Yndias del mar Ocano desta ibdad de Seuilla, en nombre / de <strong>su</strong> alteza, questades<br />
absentes bien asi commo si fuese/des pre.sentes, que por quanto Diego<br />
de Nicuesa, vezino de la / ysla Espannola, ques en las Yndias del mar Oeano,<br />
estante / al presente en esta qibdad de Seuilla, tiene capitulado / e conertado<br />
con la reyna nuestra sennora de yr a poblar / a la tierra firme de las Yndias<br />
dei mar Oeano a las / pantcs de Vranan e Beragua e segund e commo mas<br />
larga/mente se contiene en la dicha capitulaion; por ende nos / otorgamos<br />
et nos obligamos quel dicho Diego de / Nicuesa yra c'a ei dicho viajc e conplira<br />
e pagara todo lo conteni/do en la dicha capitulaion e no hara fraude ninguno
NI.Ø\ I DOcJMF\ I SU .'\SIFRICO V1SPL (-CI 163<br />
/ en ei dicho viaje e si ci dicho Diego de Nicuesa no fiziere / ci dicho viaje<br />
e no pagare e conpliere todo io contenido / en la dicha capituiaion o fiziere<br />
fraude alguno en el dicho viaje, que nosotros e cada vno de nos pagare/mos<br />
a <strong>su</strong> alteza e a todo.s los dichos ofiiaics en <strong>su</strong> / nombre las contias de maravedis<br />
siguientes, es a saber: yo ci dicho / Anton de Saias seysientas miii maravedis<br />
e yo el dicho / Franisco de Porras trezientas miii maravedis e yo el dicho<br />
Diego de / Ervas otras trezientas miii maravedis e yo ci dicho Bar/tolome Diaz<br />
dozientas miii maravedis e yo el dicho Juan / de Qui9edo Qiento mi]] maravedis<br />
e yo e! dicho <strong>Amerigo</strong> Es/puche otros iento miii maravedis e yo ci dicho<br />
Fernando / de Auita otros Qiento miii maravedis e yo el dicho Diego / Lopez<br />
otros Qiento miii maravedis; las quales dichas / contias de maravedis de<strong>su</strong>so<br />
declaradas nos e cadavno de / nos daremos e pagaremos aqui en Scuilla eri<br />
paz / e en saluo sin pleyto e sin contienda aiguna, Luego / commo pareiere<br />
quel dicho Diego de Nicuesa no siguio / ci dicho viaje e hizo fraude eri ci e<br />
no pago e cunplio con / todo io contenido en la dicha capituiaion so pena<br />
dei dobio. /7 Et demas desto, si nos e cada vno de nos asi non pagarenios /<br />
e touieremos e guardaremos e conpiiremos commo dicho / cs por esta carta,<br />
damos e otorgamos libre e lienero e / conpiido poder a todos e quaiesquier<br />
alcaides e juezes e justiias / de qualquier fuero e jurediion que scan para<br />
que, por / todos ios reinedios e rigores del derecho, nos / constringan e apremien<br />
a io asi pagar e tener e guardar / e conpiir e aver por firme, segund e<br />
commo sobredicho es / e so la dicha pena del dobio en esta carta contenida;<br />
sobre io qual / renunsiamos toda apclaion alada e vista e / <strong>su</strong>pIicaion e<br />
agrauio o nuiidad e todas e quaies/quier ieyes e fueros e derechos que en nuestra<br />
ayuda e fabor / e contra esto que dicho es scan o ser puedan que nos non<br />
/ vala nin aproueche en esta dicha razon en juiio nin fuera / dei en tienpo<br />
aiguno fin por aiguna manera. Et para / io asi pagar e tener e guardar e conpur<br />
e aver / por firme commo dicho es, obiigamos a nos e a / cada vno de<br />
nos e a todos nuestros hienes muebies a raizes / avidos e por aver. Fecha la<br />
carta en Seuiila quando otorgaron / ios dichos Anton de Salas e Francisco de<br />
Porras e Bartoiome Diaz / e <strong>Amerigo</strong> Espuche e Juan de Quiiedo e Fernando<br />
de Atii!ia / martes treze dias del mes de maro e quando otorgaron / Los dichos<br />
Diego de Eruas e Diego Lopez miercoies quatorze dias / dei dicho mes<br />
de marco, anno dei nasiimicnto de nuestro / Saivador le<strong>su</strong> Christo de miii<br />
e quinientos e nueve annos e / io firmaron de <strong>su</strong>s nombres, testigos que fueron<br />
a Lo que dicho / es Alfonso de Caeres e Gonaio de AInionai, / escrivanos<br />
de SeuiLia
164<br />
!LtSA YARIFN70<br />
Fernando de Porras (paraffa).<br />
Juan de Quitedo (paraffa).<br />
Fernado de Aguila (paraffa).<br />
Gonta10 de AImonai, escrivano de Seuilla (paraffa).<br />
Diego de Ervas (paraffa).<br />
Bartolome Diaz paraffa)<br />
Diego Lopes (paraffa).<br />
Alfonso de Caeres, escrivano de Seuiila (paraJfa).<br />
<strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong>, piloto mayor (paraffa).<br />
11<br />
1510, maggio, 8. Siviglia.<br />
Pietro de Ledesma, «piloto» del re, nomina <strong>su</strong>o procuratore A merigo <strong>Vespucci</strong>,<br />
«piloto mayor» di Spagna, con l'incarico di ricuperare a <strong>su</strong>o nome da<br />
Juan Diaz de So/is, «piloto» del re, e da Francesco de Soto il quarto di una<br />
nave che il Ledesma aveva comprato da circa due anni dal Solis, il quale aveva<br />
tenuto per sé l'imbarcazione fino a quel momento; <strong>su</strong>lla base della procura il<br />
<strong>Vespucci</strong> deve anche riscuotere la parte spettante degli utili maturati ed inoltre<br />
vendere il quarto della detta nave per il prezzo più conveniente.<br />
A.P.S., Berna! (iuniilez de Vallecillo, 1510, libro 1, f. 424 r.v.<br />
Regesto: Cuotogo de los fondos wnericanos del Archivo de Protocotos de Sevilla, torno<br />
1, siglo XVI, Madrid-Barcellona-Buenos Aires, 1930, doc. n. 696, p. 173 e s. Nella citazione archivistica<br />
non è indicato il foglio del protocollo nel quale si trova il documento.<br />
Sepan quantos esta carta vieren corno yo Pedro de Ledesnia, / piloto del<br />
rey nuestro sennor, veino que soy de Triana, guarda e / colla9ion desta ibdad<br />
de Seuilia, otorgo e conosco que do e otorgo to/do mi libre e lieno e conplido<br />
poder segund que Io yo he e / de derecho mas deve valer <strong>Amerigo</strong> Espuche,<br />
piloto mayor / Despanna por la reyna nuestra sennora, estante en esta<br />
ibdad / de Seuiiia, espeiaImente para que por mi e en mi nombre pueda demandar<br />
e / recabciar, reibir e aver e cobrar, asy en juitio commo fuera del,<br />
de Juan Diaz de / Solis, piloto del rey nuestro sennor, e de Francisco de Soto<br />
e de <strong>su</strong>s bienes / e de quien con derecho deva vn quarto de vn navio que ha<br />
nombre / con <strong>su</strong> barca e aparejos, ci qual dicho navio es de porte<br />
de tinquenta / toneles; ci qual dicho quarto dei dicho navio yo conpre dei dicho<br />
Juan Diaz / de Solis puede aver dos annos el qual ha tenido en <strong>su</strong> poder<br />
fasta / oy e io pueda re9ibir e reiba en sy e con todos los fietes e o/tras cosas<br />
que me pertenesen por razon del dicho mi quarto del / dicho navio que desde
NUOVI DOCUMENTI SU AMERIGO VEsPUCCI 165<br />
ci dicho tiempo fasta oy ha ganado e ies pueda pedir / e tomar quenta o quentas<br />
de lo que asy ei dicho quarto de navio ha / ganado e asy tomada pueda<br />
reibir e reiba en sy el dicho quarto / de navio o lo que asy les atcanare e<br />
dar e otorgar de todo lo que / por mi en mi nombre reibìere e cobrar e dar<br />
e otorgar ende / carta o cartas de pago e de reibimiento e de fin e quitamiento,<br />
las que en la / dicha razon cunplieren e menester fueren, las quaies vaian<br />
e sean fyr/mes commo sy yo mismo las diese e otorgase e a elio presente fuese.<br />
/ a Otrosy le doy mas poder conplido para que asy cobrado / el dicho quarto<br />
del dicho navio io pueda vender e venda a qualquier persona / o personas que<br />
quisyere e por ci presiio o presio (sic) de maravedis e otras / cosas que por<br />
ci pudiere aver e fallar e pueda fazer e otorgar en la dicha razon qualquier carta<br />
o cartas de vendida o de vendidas e de pago e de re/ibimiento e de fin e<br />
quitamiento con quaiesquier penas e vincuios e fyr/mezas e renunsiaiones<br />
que cii la dicha razon fueren menester; / las quaies valan e scan fyrmes como<br />
sy yo mismo las / fisyese e otorgase e a elio presente fuese. E otrosy te doy<br />
mi poder / conplido asy en los pleytos movidos commo en los por mover generai/mente<br />
contra todos los omes e mujeres que debdas me deven / o devieren<br />
e algunas cosas me han e ovieren a dar e pagar / en qualquier manera o por<br />
qualquier razon que sea o las dichas personas / o otras qualesquier han o entienden<br />
aver e niover contra mi en qual/quier manera. E sobre esta dicha razon<br />
le do todo mi poder conplidamente // para ante la reyna nuestra sennora<br />
e ante los sennores del <strong>su</strong> muy alto consejo / alcaldes e juezcs de la <strong>su</strong> casa<br />
e corte e presydente e notano e o/ydores de la <strong>su</strong> real abdienia e chaniileria<br />
e para antel sennor arobispo / de la Santa Ygiesia de Seuilla e ante los <strong>su</strong>s<br />
prouisores e ofiia1es e vicanios e / juezes e para ante todos e qualesquier alcaldes<br />
e juezes e justiias qualesquier / de qualquier fuero e jurediion asy eclesyasticos<br />
como seglares, doquier / e ante quien esta carta de poder paresiere,<br />
para demandar e responder / e alegar e conoser e defender e pedir e requerir<br />
e quereliar e afron/tar e protestar escritura o escrituras pedir e tomar e toda<br />
buena razon e exebion / e definizion por mi e en mi nombre poner e dezir<br />
e alegar, e para dar e presentar / testigos e provanas e reibir testigos e provanas<br />
e tachar e contra/deiir los que contra mi fueren dados e presentados<br />
asy en dichos como en / personas, e para dar e reibir jura o juras e dar e<br />
fazer juramento o juranientos / asy de calunia como de vesorio e todo otro<br />
juramento quaiquiera que sea que Io pleito / o los pleitos (sic) convengan de<br />
se fazer e jurar sobre mi anima si acaes/iere, porque e para que pueda oyr<br />
il rigo inizia con e para que por mi espunto.
166 1.L 1 SA O'ARIENZ()<br />
sentenia o sentenias e consentir e apelar / e <strong>su</strong>plicar della o dellas e pedir<br />
e tornar e seguir el aIada o las / aladas vista e <strong>su</strong>p1icaion para alti e ante<br />
quieti con derecho deviere de/zir seguidos, e para que por mi e eri<br />
nombre<br />
pueda fazer e dezir e razonar asy eri<br />
commo fuera del todas las otras<br />
cosas e cada vna de eilas que / yo inismo faria e fazer podria presente seyendo.<br />
E otrosy le do mas / poder conplido para que eri iugar e eri nombre pueda<br />
fazer e sostitoyr / vo procurador o dos o mas quales e quantos quisiere e<br />
por bien touiere e los / reuocar quando quisyere e por bien touiere e los reuocar<br />
quando qui/syere e por bien ouiere e tornar e tornar ci poder de la procura/ion<br />
en sy, e relievo al dicho Merigo Espuche e a los sostitutos / por ci eri<br />
mi nombre fechos de toda carga de satisdaion e fian/a e cabsion so aquella<br />
ciav<strong>su</strong>la dei derecho ques dicha eri latin judicium / systi judicatum solui, con<br />
todas <strong>su</strong>s clav<strong>su</strong>las acostumbradas. / E para lo asy pagar e conplir conio dicho<br />
es, obligo a mi e a todos / mis bienes muebies e rayzes avidos e por aver. Fecha<br />
la carta eri Seuilla a ocho dias del mes de mavo anno del nasimiento del<br />
/ nuestro Saluador le<strong>su</strong> Christo de milI e quinienlos e dies annos. / Testigos<br />
que fueron presentes Juan de Marchena e Alonso de Caeres, / escrivanos de<br />
Scuilia. E fyrniolo de <strong>su</strong> nombre.<br />
Pedro (paraffa).<br />
Juan de Marchena, escrivano de Seuilla (paraffa).<br />
Alonso de Caeres, cscrivano de Seuilla (paraffa).<br />
12<br />
1512, marzo, 28. Burgos.<br />
Il re Ferdinando il Cattolico concede a vita a Maria Cerezo, vedova di<br />
<strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong>, già «piloto mayor», una pensione annuale di 10.000 inaravedis<br />
come ricoin pensa per i servigi prestati dal marito, ed ordina agli ufficiali<br />
della Casa de Contrataciòn di trarre la cifra dai 50.000 maravedis che il de/unto<br />
<strong>Amerigo</strong> riceveva annualmente e che ora SOflO stati attribuiti al nuovo «piloto<br />
inavor», Juan Diaz de So/is.<br />
A.P.S., Juan de la Cuadra, 1516, libro 1, ff585 v.-586 r.<br />
Inserto al doc. ti. 13, del 23 maggio 1516. Cédula realdella Cancelleria sovrana di Castiglia.<br />
Edizioni: Caldiogo de los fondos a,nericanos del Archivo de Prorocolos de Sevilla, torno<br />
III. siglo XVI. Madrid-Barcellona-Buenos Aires, 1932, Appendice n. VI, p. 409. Nell'indicazione<br />
archivistica è citato erroneamente il notaio Matteo de la Cuadra. M. FERs.sNIw, DE NAVASKI H, Colecciòn<br />
de los viajes y descubrìnienios que hicieron por mar los espadoles desde fines del vigio<br />
XV, Madrid, 1829, voi. III, dedito in Obras, Il. ediciòn v estudio preliminar de C. SECOSLRKA.<br />
NO, in «Biblioteca de Autores espafiolcs ' . o. I XXVI. Madrid, 1955, doc. XI, pp. 182-183. L'edizione<br />
del Navarreteè tratta da una copia registrata nei libri degli ufficiali della Casa de Conira-
NUOVI OOCU5ttNTI SU A5ii-:RLGO VISPL'C(I 167<br />
taciòn, ora giacenti nell'Archivo de lndias di Siviglia. Una incompleta citazione archivistica da<br />
parte dell'editore ha reso impossibile il reperimento della copia da lui utilizzata. Il testo ò sostanzialmente<br />
identico a quello da noi fornito. F.A. ui V,sk\H.\c.FN, Nouvelies recherches <strong>su</strong>r les de,niers<br />
i ,o-yagesdií navigaeurfloren gin, ei/creste des doc'uments ci écìaircissements <strong>su</strong>r lui, Vienna,<br />
1865, due. Il. p. 38.<br />
Un'altra copia della stessa cèdula real è inserta in un documento del 16 novembre 1523,<br />
nel quale il re ordinò agli ufficiali della Casa de Contrataciòn di pagare i 10.000 maravedis dovuti<br />
a Maria Cerezo come pensione annuale, dallo stipendio di Sebastiano Caboto, <strong>su</strong>cceduto a Juan<br />
Diaz de Solis nella carica di piloto navor. Cfr. M. Fi R5NDF NSVAIiRL IL. Cullecciòn, op. ci [..<br />
in Obras, op. cit., Il, doc. XIV, pp. 184-185.<br />
E! rey / nuestros ofiiales de la Casa de la Contraiaion de las Yndias<br />
que / resyden eri Qibdad de Seuiila. Por otra mi carta commo vereys / he<br />
fecho mered a Juan Diez de Solis del ofiio de nuestro piloto mayor / eri<br />
e por fin e vacaion de Arnerigo Bispuche ya / difunto e que tenga con<br />
el dicho ofiio los Qinquenta milI / maravedis quel dicho <strong>Amerigo</strong> tenia en cada<br />
vn anno e que delios // se paguen a Maria Cerezo muger del dicho <strong>Amerigo</strong><br />
/ diez miii maravcdis para eri <strong>su</strong> vida de que yo le fago merced /en emienda<br />
e satisfaion de los seruiios quel dicho <strong>su</strong> mando / nos hizo e por que mi voluntad<br />
es que aquello se cunpla, / por esta mi iedula mando a vos ci mio thesorero<br />
que soys / o fuerdes de la dicha Casa que de los inquenta miii maravedis<br />
/ del salario del dicho piloto mayor dedes e paguedes a la dicha / Maria<br />
erezo los dichos diez mill maravedis ese presente anno de / quinientos e doze<br />
desde ci dia de la fecha desta mi carta fasta en fin / del e dende eri<br />
en cada vn anno para en toda <strong>su</strong> vida / e tomad <strong>su</strong>s cartas de pago con las<br />
quales e con ci traslado / desta mi iedula sygnada de escrivano publico y con<br />
fee conìmo se des/cuenta de los iinquenta miii maravedis de salario dei dicho<br />
piloto / mayor, mando que vos scan reebidos e pasados en / cuenta eri<br />
vn anno los dichos diez mili maravedis e a/sentad ci trasiado desta mi edula<br />
eri<br />
Iibros desta / casa e .sobrescrita de vosotros lornad este origina! / a la<br />
dicha Maria terezo para que lo eri conienido aya / efeto e non fagades<br />
ende al. Fecha en Burgos a veynte / e ocho dias del me.s de maro de mili e<br />
quinientos e doze annos. / Yo ci rey. Por mandado de <strong>su</strong> alteza, Miguel Perez<br />
de / Almaian.<br />
13<br />
1516, maggio, 23. Siviglia.<br />
Maria Cerezo, vedova di <strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong>, richiede al notaio Giovanni<br />
de la Cuadra, alla presenza dell'a/calde ordinario di Siviglia, la trascrizione<br />
in copia autentica di un privilegio reale con il quale Ferdinando il Cattolico,<br />
in data 28 marzo 1512, le aveva concesso una pensione annua di 10,000 mara-
168 LUISA LYARIINZO<br />
vedis; la richiesta è motivata dal timore di perdere l'originale e da/la necessità<br />
di poter poi avere il rilascio di diverse copie autentiche. L 'alcalde sottoscrive<br />
la trascrizione, interponendo la <strong>su</strong>a autorità, affinché la copia abbia valore dovunque,<br />
sia in giudizio che fuori.<br />
A.P.S., Juan de la Cuadra, 1516, libro I, ff. 585 v.-586 v.<br />
Edizione: Catdlogo de los fondos aniericanos de! Archivo de Prolocolos de Seilla, torno<br />
III, siglo XVI, Madrid-Barcellona-Buenos Aires, 1932, Appendice n. VI, pp. 408-411. Nell'indicazione<br />
archivistica è citato erroneamente il notaio Matteo de la Cuadra.<br />
En la muy nobie e muy leal 9ibdad de / Seuilia viernes veyente e tres dias<br />
del / mes de mayo, anno del nasimicnto de Nuestro / Saluador lc<strong>su</strong> Chdsto<br />
de miii e quinientos / e diez e seis annos, podia ser a las siete / oras antes de<br />
mediodia poco mas o menos, / est ando en ci escritorio de la escrivania publica<br />
de mi el bachilier / Juan de la Quadra, escrivano publico de Seuilla, que es<br />
en la calle de las / Gradas, antel honrrado sennor Saluador Diaz, alcalde or/dinano<br />
en esta dicha ibdad por la reyna nuestra sennora e por el / rey don Carlos<br />
<strong>su</strong> hijo nuestro sennor, y en presenia de mi el dicho / escrivano publico<br />
e de los escrivanos de Seuilla yuso eseriptos, paresio / presente Maria cerezo,<br />
muger de <strong>Amerigo</strong> Vespuchi, piloto / de <strong>su</strong>s altezas defunto, que Dios aya,<br />
vezina desta qibdad de / Seuiila en la coi1aion de Santa Maria, e mostro e<br />
presento / antei dicho sennor aicalde vna edula del rcy don Fernando, / desciaresida<br />
memoria que aya santo parayso, escripta en papei / y firmada de<br />
<strong>su</strong> firma e refrendada de Miguel Perez / de Almaan <strong>su</strong> secretario / (segue<br />
il testo della cédula, trascritto al n. 12).<br />
Et en las espaldas de la dicha edula estaua esento e fir/mado lo syguiente:<br />
/<br />
asentose esta edula de <strong>su</strong> alteza en los iibros de los o/fiios e sytuados<br />
de la Casa de la Contrataion que tienen / los ofiia1es della a fojas doze, en<br />
veynte e seys dias del / mes de abnil de miii e quinicntos e doze annos. Juan<br />
de Medina / Ochoa de Ysasaga, Juan Lopez de Recalde. Il<br />
E asi presentada la dicha 9edula en la manera que dicha es luego la / dicha<br />
Maria (erezo dixo que por quanto ella entiende enbiar la / dicha edula<br />
original de <strong>su</strong> alteza a algunas partes e lugares donde a <strong>su</strong> / derecho conviene<br />
e se teme que se le podria perder por fuego o por agua / o por robo o por<br />
otros peligros e casos que pueden acaheser, de lo qual / a ella le vernia mucho<br />
danno e perjuizio, por eiide que pidia al dicho sennor / alcalde vea y examine<br />
la dicha tedula e della le mande dar vn traslado / e dos e mas quantos quisiere,<br />
eri<br />
quales e cada vno dellos ynterponga / <strong>su</strong> actoridad e decreto judi9ial
NUOVI DOCUMENTI SU AMERIGO VSPUCCI 169<br />
para que valgan y fagan fee doquier / que paresieren; e luego el dicho alcalde<br />
torno la dicha Qedula en <strong>su</strong>s manos / e juntamente comigo el dicho escrivano<br />
publico e testigos yuso escriptos la vido e / miro y examino e dixo que visto<br />
corno por la dicha edula parese no estar / rota ni chaneliada ni en parte<br />
alguna sospechosa antes de todo viio / e <strong>su</strong>spiion careiente, que mandaua<br />
e mando a mi el dicho escrivano / publico la faga trasiadar en publica forma<br />
e del dicho traslado / que asy sacare de vno e dos e mas quantos menester ouiere<br />
a la / dicha Maria erezo para se aprouechar delios alli e donde e ante / quien<br />
con derecho deuiere, en los quaies e cada vno dei!os siendo / signados de mi<br />
signo e sacados en publica forma desde agora dixo que / ynterponia e ynterpuso<br />
<strong>su</strong> actoridad e decreto judiiai en la mejor / forma e manera que podia e<br />
de derecho deuia, para que valiesen y fiziesen / fee en juizio y fuera del en<br />
todo tiempo e lugar commo sy ci mismo / origina! parestiesc. E de todo esto<br />
en como paso la dicha / Maria de Cerezo lo pidio por testimonio a mi ci dicho<br />
escrivano publico / para guarda e conseruaion de <strong>su</strong> derecho e a los presentes<br />
rogo / dello fuesen testigos e yo ci dicho escrivano publico due ende este /<br />
en la forma sobredicha segund que ante mi paso, que es / fecho dei dicho dia<br />
mes e anno a lo qual todo que dicho es. / Fueron presentes por testigos Frantisco<br />
de Velasco e Christoual / Velasques, escrivanos de Seuilla, e cI dicho sennor<br />
alcaide / lo firmo de <strong>su</strong> nombre.<br />
Christoual Velasques, escrivano de Seuilla (paraffa).<br />
Francisco de \'elasco, escrivano de Seuilla (paraffa).<br />
Saluador Dias, alcalde (paraffa).<br />
14<br />
1516, maggio, 23. Siviglia.<br />
Maria Cerezo, vedova di <strong>Amerigo</strong> <strong>Vespucci</strong>, dà una procura a Giovanni<br />
<strong>Vespucci</strong>, affinché chieda ai sovrani Giovanna e Carlo, ai governatori e ai consiglieri<br />
di compiere quanto disposto nel privilegio elargitole dal re Ferdinando<br />
il 28 marzo 1512, in base al quale le era stata concessa una pensione annua<br />
di 10.000 maravedis.<br />
A.P.R., Juan de la Cuadra, 1516, libro 1. f. 59 r.-v.<br />
Edizione: Catalogo de los fondos americanos del Archivo de Protoco/os de Sevilla, torno<br />
I, siglo XVI, Madrid- Harcetlona-Buenos Aires, 1930, Appendice n. XIX, pp. 492-493. Nella citazione<br />
archivistica non è indicato il foglio del protocollo nel quale si trova il documento.<br />
Sepan quantos esta carta vieren commo yo Maria / erezo, muger que<br />
fuy de <strong>Amerigo</strong> Despucho / difunto, que Dios aya, vezina desta Qibdad / de<br />
Seuilla en la coIlaion de Santa Maria, otorgo / e conozco que do e otorgo
170 I tFN.'\ D.ARIrNZC)<br />
todo mi poder cunpiido / libre lienero basiante, segund quc lo yo he e tengo<br />
/ e segund que mejor e mas cunpiidamente [o puedo e devo dar e / otorgar<br />
e mas deve valer a vos, Juan Despucho, piloto de <strong>su</strong>s / altezas, vezino desta<br />
dicha Qibdad en la collaion de Santa Maria, / especialmente para que por mi<br />
e en mi nonibre pueda pareer ante la / revna donna Juana e antei rey don<br />
Carios <strong>su</strong> fijo, nuestros sennores, / e ante los <strong>su</strong>s governadores e pueda presentar<br />
ante <strong>su</strong>s / altezas e ante los dichos <strong>su</strong>s governadores e ante los sennores<br />
de <strong>su</strong> muy alto consejo una 9eduia del rey don Fernando / nuestro sennor,<br />
que ava santa gloria, firmada de <strong>su</strong> real nonbre e re/frendada del secretario<br />
Miguel Peres de Almazan, dada en / Burgos a veynte e ocho dias dei mes de<br />
marco de miii e quinientos / e doze annos e pcdir a <strong>su</strong>s altezas que la manden<br />
librar' e cunplir/ segund que en ella se contiene e sobre elio pueda fazer todos<br />
/ los pedimientos e <strong>su</strong>pIicaiones e abtos e diligenias e todas / ias otras cosas<br />
que cunplieren e fueren menester e para / que pueda reehir e cobrar todo lo<br />
que por vertud de la dicha Qedula / le fuere librado por <strong>su</strong>s alt ezas e para que<br />
de todo lo que a/sy recibiere e cobrare e qualquier cosa e parte dello pueda<br />
dar / e otorgar <strong>su</strong>s cartas e alualaes de pago y fin e quito que en la dicha /<br />
razon cunplieren y fueren menester, las quales valan e scan / firmes e valederas<br />
commo si yo misma las otorgase; e si ncsesario / fuere sobre la dicha razon<br />
pueda pareser en juizio y fuera del ante 7/ qualesquier juezes e justiias<br />
de qualquier fuero e juridiion que scan e / hazer todos los pedimientos e demandas<br />
requerimientos protestaiones juramentos / e provanas e todos los<br />
actos e diligenias que convengan e se / requieran e que yo misma podria hazer<br />
si fuese presente, avnque / scan cosas que segund derecho requiera mi presenia<br />
o mas especial / poder e para que si nesesario fuere en <strong>su</strong> iugar e en<br />
mi nonbre para / todo lo que dicho es e qualquicr cosa dello pueda hazer e<br />
sostituyr vn / procurador e dos e mas e los reniouer e poner otros de nuevo<br />
todavia / teniendo en si ci ofiio e cargo de mi procurador prinipai, E para<br />
todo elio / le do mi poder conpiido con todas <strong>su</strong>s ynidenias e dependen/ias<br />
anexidades e conexidades e lo rclieuo de todo cargo / de satisdaion e fiadoria<br />
e cabion, so la clau<strong>su</strong>la judicio sisti / judicatu solui con <strong>su</strong>s clau<strong>su</strong>ias acostunbradas,<br />
e prometo de / aver por firme e valedero agora e para syenpre<br />
jamas todo quanto / por ci dicho Juan Despucho e <strong>su</strong>s sostitutos en mi nombre<br />
en la dicha / razon fuere dicho y fecho e tratado e resebido e cobrado<br />
e o/torgado e procurado in juizio e fuera del e para elio obligo / a mi e a mis<br />
bienes muebies e raizcs avidos e por aver. / Fecha la carta en Seuilia en ci escri-<br />
librar scritto nell'interlineo.
NUOVI LXX L'MEN FI SU AMERIGO VESI-'UCCI 171<br />
tono de la escrivania publica de mi / e! bachiller Juan de la Quadra, escrivano<br />
publico de Seuila, que es / en la calle de las (iradas, viernes veynte e trcs dias<br />
del mes / de mayo, anno del nasiniiento de nuestro Saluador le<strong>su</strong> Christo de<br />
/ miii e quinientos e diez e seis annos. E la dicha Maria 2erezo / dixo que<br />
no sabia escreuir. Testigos I.uis de Andujar e Francisco / de Velasco, escrivanos<br />
de Seuiila. /<br />
Luis de Andujar, escrivano de Seuilla (paraffa).<br />
Francisco de Velasco, escrivano de Seuiila (paraffa).<br />
Nota all'Appendice documentaria<br />
I <strong>documenti</strong> di cui si presenta l'edizione provengono tutti dall'Archivo de Protocolosde<br />
Sevilla(= A,P.S.). Si tratta pertanto di <strong>documenti</strong> registrati e non di originali<br />
nei senso che la Diplomatica dà al termine. Il valore che ad essi si deve attribuire, sotto<br />
il profilo giuridico, è però identico a quello del vero originale, ossia della genuina ste<strong>su</strong>ra<br />
in inundu,n uscita dalle mani del rogatario.<br />
Secondo la prassi notarile castigliana, infatti, l'esemplare registrato occupa il primo<br />
posto nella tradizione manoscritta del documento, giacché il notaio aveva, in primo<br />
luogo, l'obbligo di scrivere per esteso nei <strong>su</strong>oi protocolli gli atti da lui rogati, di<br />
certo basandosi <strong>su</strong> un primo abbozzo della minuta, della quale però non abbiamo esemplari.<br />
Di seguito ne dava lettura in presenza delle parti e dei testimoni, i quali apponevano<br />
la propria firma in calce al documento; infine, dietro richiesta delle parti, rilasciava<br />
l'originale il cui testo doveva coincidere con quello registrato nel protocollo.<br />
Tale normativa, definita con una prammatica reale del 7 luglio 1503, che riuniva<br />
usi e pratiche già esistenti, veniva rigidamente seguita* . L'unica eccezione che si può<br />
rilevare, nei protocolli da noi con<strong>su</strong>ltati, è l'uso di ceterare alcune clausole ricorrenti,<br />
che di certo poi venivano riportate in e.vtenso nel inunduin.<br />
Dei nostri <strong>documenti</strong> si conosce solo l'esemplare registrato, ad eccezione dei nn.<br />
4 e 12. Il n. 4 è una copia semplice di una lettera di cambio trascritta dal notaio in un<br />
piccolo foglio di carta in occasione del <strong>su</strong>o protesto, quando il beneficiano presentò<br />
l'originale al fine di ottenere il pagamento della somma dovuta. Si trova allegata allo<br />
stesso atto di protesto registrato nei protocollo, come dettava la prassi. Il n. 12 è una<br />
copia autentica di una cédu/a rea! della Cancelleria sovrana, che si trova inserta in un<br />
atto notarile. Di questa cédu/a si conosce un'altra copia autentica, che fu registrata nei<br />
libri della casa de Conrraiaciòn di Siviglia, ora giacenti nell'Archi vo de Indias, copia<br />
<strong>su</strong>lla quale si basò il Navarrete per la <strong>su</strong>a edizione, come è specificato nel relativo<br />
commento.<br />
* Cfr. F. ARRIOAS ARRANZ, Los escribanos pzblicos en Casti/la durante e! siglo<br />
XV, in Centenario de la ley del notariado, secciòn primera. Estudios hist6ricos, voi.<br />
I, Madrid, 1964, pp. 218-220.
172<br />
LUISA DARIENZ(I<br />
Per quanto concerne le date dei <strong>documenti</strong>, il notaio non sempre le esprimeva nelle<br />
registrazioni, in quanto faceva riferimento alla datazione di <strong>documenti</strong> già trascritti<br />
nel protocollo nella stessa giornata. in questi casi sono state ricostruite ripercorrendo<br />
a ritroso i volumi e sono state indicate nei regesti entro parentesi angolari.<br />
i protocolli notarili ispalensi da noi con<strong>su</strong>ltati, tutti in materiale cartaceo, sono<br />
di solito in discreto stato di conservazione, a parte casi sporadici. La scrittura in essi<br />
presente, per il periodo a cui si riferiscono i nostri <strong>documenti</strong>, è la tipica notarile andalusa,<br />
la cosiddetta cortesana, ricca di abbreviazioni e caratterizzata da un tracciato assai<br />
vario e da una forte propensione per i tratti ampi e rotondi, talvolta aggiunti anche<br />
a lettere che ne sono sprovviste.<br />
Si segnala che nei docc. 9 e 10 è presente la firma autografa del <strong>Vespucci</strong>.<br />
Dei 14 <strong>documenti</strong> che costituiscono l'Appendice, quattro avevano già avuto un'edizione<br />
(nn. 9, 12, 13, 14), <strong>su</strong>lla quale ci si è basati, procedendo però ad un riscontro<br />
<strong>su</strong>i protocolli. Poche sono ri<strong>su</strong>ltate le correzioni. Di altri quattro (nn. 7, 8, 10, 11) erano<br />
noti soltanto sintetici regesti, molto imprecisi e in pratica non utilizzabili, tranne<br />
il n. li.<br />
Alla gentilezza del notaio José Bono, direttore dell'Archivo de Protocolos di Siviglia,<br />
al quale esprimiamo viva riconoscenza, dobbiamo l'indicazione dei docc. 4, 5,<br />
6, da lui individuati nel corso di un lavoro di riordinamento dell'archivio. Dei nn. 4<br />
e 5, strettamente collegati in quanto si riferiscono ad un unico atto di protesto cambiario,<br />
già si aveva una fugace citazione in A. Collantes de Teran Sinchez, (Sevilla en la<br />
Bafa Edad Media. La ciudad e <strong>su</strong>s flombres, Sevilla, 1977, p. 217), ma con un riferimento<br />
archivistico impreciso, che non ne consentiva il ritrovamento.<br />
Gli altri sono stati da noi individuati nel corso di recenti missioni di studio nella<br />
città ispalense.<br />
Esprimiamo un sentito ringraziamento per l'assidua collaborazione ai colleghi del<br />
Dipartimento di Paleografia e Diplomatica dell'Università di Siviglia, diretto dal prof.<br />
Nu?iez Contreras, ed in modo particolare alla prof. Mari Carmen Alvarez Màrques per<br />
il valido aiuto nella revisione dei testi. Un ringraziamento per l'ospitalità e l'assistenza<br />
durante le ricerche va anche al prof. Bibiano Torres Ramirez, direttore della Escuela<br />
de Estudios Hispano-americanos di Siviglia, ai ricercatori della stessa Escuela e in modo<br />
particolare a José Hernàndez Palomo.<br />
Per le regole di trascrizione ci siamo principalmente basati <strong>su</strong>lle norme seguite<br />
nel Dipartimento di Paleografia e Diplomatica dell'Università di Siviglia, che costituiscono<br />
una rielaborazione delle Normas de transcripckin ,' edic:6n de rextosy docu,nentos<br />
del ConscIo Superior de !nvesrigaciones Cienr:ficas (Escuela de Estudios Medievales,<br />
Madrid, 1944). Abbiamo inoltre tenuto presenti le Norme per le pubblicazioni dell'istituto<br />
Storico Italiano (in «Bullettino dell'Istituto Storico Italiano», 28 (1906), pp.<br />
VII-XXIV) e la Nor,nalisation internationale des mérhodes de publicalion des docunents<br />
latins da Mo yen (,e (Roma, 1977), frutto dei lavori svolti nel «Colloque de Barcelone»<br />
(2-5 ottobre 1974) da parte della Commission lnternationaie de Diplomatique.<br />
Per la metodologia generale abbiamo infine tenuto presente A. PkA1s1, Una quesi io-
NUOVI DC(U\IENrI SU AMI RI(I) VESPUCCI 173<br />
ne di metodo: l'edizione delle fonti documentarie, in «Rassegna degli Archivi di Stato»,<br />
XVI (1957), PI). 312-333.<br />
Segni convenzionali usati:<br />
.] lacuna de] testo, non integrabile, dovuta al deterioramento del manoscritto<br />
I integrazioni per lacuna del testo, dovuta al deterioramento del manoscritto<br />
( ) aggiunte dell'editore<br />
(?) lettura incerta<br />
lacuna del testo a causa di spazio lasciato intenzionalmente in bianco da parte<br />
dello scrivano<br />
/ passaggio da un rigo all'altro del documento<br />
Il cambio di pagina.