8° Rapporto Nazionale sulla condizione dell ... - Telefono Azzurro
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SCHEDA 11. LA SCHIZOFRENIA AD INSORGENZA PRECOCE.<br />
PROBLEMATICHE LEGATE ALLA DIAGNOSI IN ETÀ EVOLUTIVA<br />
E PROPOSTE DI INTERVENTO<br />
La schizofrenia, che significa letteralmente “mente divisa”,<br />
presenta la sintomatologia caratteristica <strong>dell</strong>e psicosi tra cui<br />
allucinazioni, deliri, pensiero disorganizzato e mancanza<br />
di aderenza alla realtà. Nella maggioranza dei casi le prime<br />
manifestazioni sintomatologiche si presentano in tarda<br />
adolescenza o in età giovane-adulta (18-25 anni). Numerosi<br />
autori hanno effettuato una classificazione in base all’età<br />
di insorgenza <strong>dell</strong>a sintomatologia: con insorgenza in<br />
età adulta (25-30 anni); ad esordio precoce (prima dei 18<br />
anni); ad esordio molto precoce (prima dei 13 anni). Alcune<br />
ricerche hanno inoltre rilevato un esordio più tardivo<br />
nelle donne, di circa cinque anni, individuando un picco<br />
maschile tra i 18 e i 25 anni e due picchi al femminile, uno<br />
tra i 25-35 e l’altro tra i 44 e i 55 anni.<br />
LA SCHIZOFRENIA AD ESORDIO PRECOCE. La schizofrenia<br />
con insorgenza nella fanciullezza generalmente è subdola,<br />
preceduta da un precoce cambiamento emozionale, affettivo<br />
e comportamentale, che può manifestarsi con isolamento,<br />
caduta del rendimento scolastico, appiattimento<br />
affettivo e perdita di interessi. È particolarmente complesso<br />
effettuare una diagnosi di schizofrenia: spesso i sintomi<br />
positivi, deliri e allucinazioni, si possono riscontrare anche<br />
in altre patologie psichiatriche, quali i disturbi <strong>dell</strong>o spettro<br />
depressivo e <strong>dell</strong>o spettro bipolare. Questa difficoltà è amplificata<br />
dal fatto che le allucinazioni si presentano comunemente<br />
in questa fascia d’età, per circostanze diverse; i<br />
bambini riportano frequentemente allucinazioni uditive<br />
in relazione a eventi o periodi particolarmente stressanti e<br />
per di più spesso non sono in grado di esporre tali esperienze<br />
percettive poco usuali. Come per gli adulti, anche per i<br />
bambini, occorre individuare un insieme di comportamenti<br />
che siano persistenti nel tempo. Durante l’infanzia è<br />
inoltre più frequente osservare i sintomi che intaccano la<br />
sfera affettivo-relazionale.<br />
EPIDEMIOLOGIA E FATTORI IMPLICATI NELLO SVILUPPO<br />
DELLA SCHIZOFRENIA. La prevalenza <strong>dell</strong>a schizofrenia ad<br />
esordio precoce è molto bassa, 3 bambini ogni 10mila, con<br />
maggiore frequenza nei maschi. Essa è nettamente inferiore<br />
ai valori <strong>dell</strong>’età adulta che sono pari allo 0,5/1%.<br />
Kraepelin nei suoi studi relativi alla dementia praecox, nel<br />
tentativo di valutarne l’incidenza, incluse, in questa cate-<br />
goria diagnostica, tutti i casi di psicosi infantili, da cui emerse<br />
che tale patologia era presente in circa il 3,5% per i casi<br />
ad esordio prima dei 10 anni e nel 2,7% per i casi ad esordio<br />
tra i 10 e i 15 anni.<br />
Tra i vari fattori che sono implicati nello sviluppo <strong>dell</strong>a schizofrenia<br />
si possono identificare quelli “fissi” (il rischio genetico<br />
e il sesso), così definiti poiché sono fattori su cui non<br />
è possibile intervenire. Nello sviluppo <strong>dell</strong>a schizofrenia, le<br />
complicanze ostetriche sono particolarmente frequenti e<br />
riguardano, in particolar modo, tre ambiti: complicanze in<br />
gravidanza, disturbi legati alla crescita e allo sviluppo fetale,<br />
complicanze da parto. Sono abbastanza frequenti anche<br />
i fattori biologici, legati allo sviluppo cerebrale, e quelli endocrini.<br />
SCHIZOFRENIA ED USO DI SOSTANZE STUPEFACENTI. Differenti<br />
studi hanno messo in evidenza come l’uso di cannabis<br />
aumenti il rischio di sviluppare malattie psichiatriche in età<br />
adulta del 40% soprattutto per i soggetti giovani che hanno<br />
già una predisposizione genetica. Questo dato è stato<br />
confermato da uno studio pubblicato <strong>sulla</strong> rivista britannica<br />
The Lancet, che ha indicato come i ragazzi che utilizzano<br />
la cannabis corrano un rischio di sviluppare psicosi nell’età<br />
adulta maggiore del 40% rispetto ai loro coetanei che non<br />
fanno uso di droghe.<br />
Theresa Moore e Stanley Zammit sono giunti a questa conclusione<br />
dopo aver effettuato una metanalisi su 35 studi apparsi<br />
fino al 2006. I due hanno riscontrato che chi aveva<br />
fatto uso di cannabis aveva fino al 41% di probabilità in più<br />
di sviluppare malattie psichiatriche gravi (psicosi) successivamente<br />
nel corso <strong>dell</strong>a vita. Il rischio aumentava in relazione<br />
alla dose <strong>dell</strong>a droga consumata. La seconda conferma<br />
<strong>sulla</strong> pericolosità <strong>dell</strong>a cannabis viene da uno studio<br />
pubblicato dalla rivista Neuropsychopharmacology. Secondo<br />
la ricerca, gli adolescenti troverebbero più piacevole la<br />
cannabis rispetto agli adulti, e sarebbero anche più esposti<br />
ai suoi effetti dannosi. Un gruppo di sperimentatori coordinati<br />
da Iain Mc Gregor ha iniettato per 18 giorni una dose<br />
elevata di Thc, il principio attivo <strong>dell</strong>a cannabis, sia in topi<br />
adulti, che giovani. Due settimane dopo la dose finale, i<br />
topi adulti evitavano di passare nelle zone <strong>dell</strong>a camera dei<br />
test dove avevano ricevuto il Thc, mentre quelli più giovani<br />
non avevano alcuna avversione.<br />
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