8° Rapporto Nazionale sulla condizione dell ... - Telefono Azzurro
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tanza <strong>dell</strong>a consulenza psicologica continua ai bambini e<br />
alle loro famiglie. Per quanto riguarda l’aspetto formativo,<br />
il 67% richiede corsi di comunicazione e relazione, mentre<br />
il 27% richiede anche corsi su aspetti psicologici.<br />
RISCHI E POSITIVITÀ. Analizzando più nello specifico le risposte<br />
<strong>dell</strong>e diverse categorie intervistate emerge chiaramente<br />
l’importanza e il ruolo <strong>dell</strong>e figure genitoriali: per<br />
quasi la totalità <strong>dell</strong>e categorie, infatti, un genitore ansioso<br />
trasmette la sua ansia al bambino, contribuendo a creare<br />
uno stato di disagio.Sono le categorie degli specializzandi,<br />
degli infermieri, degli psicologi e degli operatori di Giocamico<br />
a focalizzarsi principalmente sugli aspetti emotivi per<br />
la definizione del disagio. Medici, caposala ed operatori socio-sanitari<br />
affiancano agli aspetti emotivi anche l’influenza<br />
<strong>dell</strong>e figure genitoriali; mentre per direttori e fisioterapisti<br />
le figure genitoriali risultano preponderanti rispetto a<br />
tutti gli altri aspetti. Gli insegnanti, infine, si soffermano in<br />
particolare sul concetto di paura, per loro strettamente legato<br />
a quello di disagio.<br />
In generale, i due fattori che secondo gli intervistati sono<br />
maggiormente in grado di prevenire il disagio del bambino<br />
sono il gioco e l’ascolto, quindi fattori legati alla struttura<br />
ospedaliera e non necessariamente alla famiglia.<br />
Tutte le categorie professionali includono la famiglia tra i<br />
fattori di rischio. Allo stesso modo, viene riconosciuta anche<br />
la possibilità che un proprio atteggiamento possa aumentare<br />
il disagio del bambino. In particolare, specializzandi,<br />
psicologi, fisioterapisti ed operatori di Giocamico riconoscono<br />
nell’atteggiamento medico freddo e distaccato<br />
la principale causa di disagio; mentre caposala, infermieri<br />
ed insegnanti sembrano dare maggior peso alle variabili di<br />
tipo familiare. Per i medici entrambi questi fattori contribuiscono<br />
ad aumentare il disagio del bambino; lo stesso vale<br />
per i direttori che aggiungono anche la perdita <strong>dell</strong>a quotidianità<br />
come fattore importante. Proprio la perdita <strong>dell</strong>a<br />
quotidianità viene indicata come fattore principale dagli<br />
operatori socio-sanitari.<br />
La grande maggioranza degli intervistati è a conoscenza dei<br />
macro-progetti Giocamico e Scuola in ospedale per fronteggiare<br />
il disagio del bambino in ospedale. Molti hanno partecipato<br />
a qualche progetto e le due realtà sembrano perfettamente<br />
integrate nell’ambito ospedaliero.<br />
Gli effetti positivi dei progetti, secondo gli intervistati, si riscontrano<br />
a livello del bambino (direttori, specializzandi,<br />
caposala, infermieri e fisioterapisti); gli insegnanti e gli operatori<br />
di Giocamico sottolineano non solo gli effetti positivi<br />
sul bambino, ma anche <strong>sulla</strong> famiglia, mentre gli operatori<br />
socio-santari riconoscono sia benefici per il bambino sia,<br />
più in generale, sul clima che si respira in ospedale.<br />
Gli psicologi si soffermano invece sugli effetti positivi generali<br />
che i progetti hanno prodotto, soprattutto in termini<br />
di sensibilizzazione; mentre i medici affermano che gli<br />
effetti principali si riscontrano <strong>sulla</strong> struttura stessa.<br />
PROPOSTE E ASPETTATIVE PER IL FUTURO. Se specializzandi,<br />
caposala ed infermieri individuano il bisogno di maggiori<br />
spazi ludici per i bambini, gli operatori socio-sanitari<br />
evidenziano la necessità di un sostegno psicologico continuo<br />
nei diversi reparti. Insegnanti ed operatori di Giocamico<br />
sottolineano anche il ridotto numero di spazi destinati<br />
alla scuola. Il problema del sostegno psicologico continuo<br />
nei diversi reparti emerge come principale da parte dei<br />
medici, soprattutto di quelli che sono a contatto con patologie<br />
croniche, e viene sottolineato anche dagli psicologi,<br />
insieme alla necessità di maggiori spazi per la scuola.<br />
PROPOSTE FORMATIVE. La maggioranza degli intervistati<br />
individua la necessità di essere formato su tematiche inerenti<br />
la comunicazione con bambini e adolescenti e le più<br />
efficaci modalità relazionali. Emerge la difficoltà ad approcciarsi<br />
alle famiglie, nel trovare il giusto canale di comunicazione.<br />
Le caposala sottolineano anche l’importanza di<br />
avere qualche conoscenza in più sullo sviluppo psicologico<br />
del bambino e sugli effetti psicologici che l’ospedalizzazione<br />
può avere <strong>sulla</strong> famiglia e sul bambino. Gli specializzandi<br />
enfatizzano l’importanza di una formazione anche sulle<br />
tematiche e le problematiche psicologiche che tante volte si<br />
trovano a dover affrontare, senza avere i giusti mezzi. Gli<br />
psicologi, invece, affermano come sarebbero importanti<br />
per loro corsi di formazione su temi medici.<br />
Gli intervistati hanno fatto presente come il tema del disagio<br />
rappresentati per loro un tema difficile: infatti riescono<br />
a percepirlo, a coglierlo, ma non si sentono in grado di affrontarlo<br />
e chiedono di poter avere maggiori strumenti a<br />
disposizione.<br />
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