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8° Rapporto Nazionale sulla condizione dell ... - Telefono Azzurro

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sibile crescita il numero di nuovi Paesi di provenienza dei<br />

minori adottati in Italia: dal 31 dicembre 2004 sono aumentati<br />

da 58 a 72 a seguito <strong>dell</strong>’ingresso in Italia di minori<br />

provenienti da Armenia, Kazakistan, Lettonia, Libano,<br />

Mali, Mauritius, Repubblica del Centro Africa, Repubblica<br />

Dominicana, Senegal ed Uruguay. Nell’ultimo semestre<br />

monitorato si sono poi aggiunti, tra i nuovi Paesi africani di<br />

provenienza dei minori, Togo e Ciad.<br />

Nelle regioni del Nord Italia sono stati accolti la metà dei<br />

minori autorizzati all’ingresso in Italia dall’inizio del monitoraggio<br />

soprattutto di bambini provenienti dall’Asia, dall’America<br />

Latina e dall’Africa: il 70% dei bambini asiatici,<br />

il 62% dei bambini provenienti dall’America Latina e il<br />

74% dei bambini africani sono stati adottati, infatti, da famiglie<br />

residenti in questa area del Paese. Su un totale di<br />

18.280 autorizzazioni concesse dal 2000 al 2007, sono<br />

giunti in Italia 10.307 bambini provenienti dall’Europa,<br />

2.528 dall’Asia, 4.262 dall’America e 1.183 dall’Africa.<br />

Tra i diversi continenti di provenienza l’Asia registra un<br />

flusso proporzionalmente accentuato di bambini con<br />

un’età compresa fra 0 e 4 anni: in particolare 645 bambini<br />

(il 25,5%) ha meno di un anno e 1.309 bambini (pari al<br />

51,8%) ha un’età tra 1-4 anni. Tra i minori provenienti dai<br />

Paesi <strong>dell</strong>’America Latina la classe d’età con la frequenza<br />

maggiore è quella compresa tra 5-9 anni con 2.023 minori<br />

38<br />

(47,5% del totale), mentre per i minori di origine africana<br />

il 42,5% ha un’età compresa tra 1 e 4 anni ed il 41,4% tra 5<br />

e 9 anni. In sintesi, le età medie dei minori adottati più alte<br />

si registrano in Bielorussia (11,3 anni), Cile (8,1), Polonia<br />

(7,1), Lituania (7,1) e Costarica (7,2); mentre quelle più<br />

basse si riscontrano in Bolivia (3), Cambogia e Congo<br />

(2,8), Burkina Faso (2,3) e Vietnam (1,6). Nelle regioni del<br />

Nord Italia, a seguito <strong>dell</strong>’adozione di un maggior numero<br />

di minori provenienti dall’Asia, dall’America Latina e dall’Africa,<br />

si riscontra una più alta incidenza di bambini piccoli,<br />

a tal punto che rispetto all’età media nazionale dei minori<br />

adottati in Italia (pari a 5,1 anni), in molte regioni del<br />

Nord si hanno valori solo di poco superiori ai 4 anni di vita<br />

(Piemonte, Veneto, Friuli e Trentino).<br />

Le autorizzazioni all’ingresso hanno interessato un maggior<br />

numero di bambini piuttosto che di bambine: dei<br />

18.280 bambini adottati, infatti, 10.471 sono maschi<br />

(57,3%) e 7.809 femmine (42,7%).<br />

Il 58,9% dei bambini proviene da Paesi che non hanno ratificato<br />

la Convenzione de L’Aja, mentre il restante 41,1%<br />

da Paesi ratificanti. Va evidenziato che nel corso del 2003 i<br />

bambini adottati, provenienti da Paesi che hanno ratificato<br />

la Convenzione de L’Aja, hanno sostanzialmente raggiunto<br />

in numero quelli provenienti da Paesi che non avevano<br />

ancora ratificato la Convenzione.<br />

SCHEDA 24. LEGAMI VICINI, LEGAMI LONTANI:<br />

QUALE PRESENZA. Al 1° gennaio 2007 si registra in Italia<br />

una presenza di circa tre milioni di stranieri residenti con<br />

un aumento di circa il 10% rispetto all’anno precedente<br />

(Istat, 2007). Le tipologie di permessi di soggiorno, per lavoro<br />

e per famiglia, considerati insieme, risultano rappresentare<br />

oltre il 90% dei motivi di presenza. Quintuplicata,<br />

negli ultimi cinque anni la presenza di minori stranieri, passando<br />

da 128mila nel 2001 a 587.513 nel 2006.<br />

In crescita i nati in Italia, tanto da essere oramai il 10% del<br />

totale dei nati. Si rileva a tale proposito una forte concentrazione<br />

(circa il 50%) di nati da madri di cittadinanza marocchina,<br />

albanese, rumena, cinese e tunisina. Sono comunque<br />

oltre 170 le cittadinanze <strong>dell</strong>e donne straniere che<br />

sarebbero diventate madri in Italia.<br />

I nati in Italia da genitori stranieri rappresentano pertanto<br />

la componente più rilevante <strong>dell</strong>’aumento complessivo dei<br />

minori di cittadinanza straniera. Il saldo naturale (differenza<br />

tra nascite e decessi) per la popolazione straniera sarebbe<br />

così più che positivo, chiudendosi in positivo di circa 54mila<br />

unità. Nel complesso sarebbero circa 398mila i cittadini<br />

stranieri residenti che sono nati in Italia, pari al 13,5% del<br />

LA FAMIGLIA E LA MIGRAZIONE<br />

totale <strong>dell</strong>a popolazione straniera residente.<br />

In crescita anche gli alunni stranieri: nella scuola statale e<br />

non statale gli alunni con cittadinanza non italiana sono risultati<br />

essere, alle iscrizioni del nuovo anno scolastico<br />

2007/08, il 18,1% in più rispetto al precedente anno, per<br />

un numero pari a 501.494 studenti con un’incidenza del<br />

5,6% sul totale degli alunni (dati ministero <strong>dell</strong>’Istruzione).<br />

Nello specifico la distribuzione per livello scolastico<br />

conta 94.776 alunni nella scuola <strong>dell</strong>’infanzia, 190.813<br />

nella scuola primaria, 113.076 nella secondaria di primo<br />

grado e 102.829 nella secondaria di primo grado.<br />

LE FRAGILITÀ DELLA MIGRAZIONE. La migrazione, come<br />

evento in sé, può rendere fragili le relazioni intrafamiliari<br />

ponendosi come forte fattore di rischio rispetto a fallimenti<br />

coniugali e difficoltà genitoriali (<strong>Telefono</strong> <strong>Azzurro</strong> ed Eurispes,<br />

2006).<br />

La difficoltà nel vivere la dimensione familiare può nascere<br />

(quando le relazioni si vivono in Italia) dallo scontro con altre<br />

modalità di cura e accudimento dei figli, dall’inadeguatezza<br />

e dal disorientamento sperimentati dal genitore o dal

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