8° Rapporto Nazionale sulla condizione dell ... - Telefono Azzurro
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SCHEDA 37. WEB E MINORI: IL PEER TO PEER,<br />
In Italia il numero degli utenti di Internet, che si connettono<br />
alla Rete almeno una volta al mese, è stimato fra 15 e 16<br />
milioni. Il <strong>Rapporto</strong> AcNielsen del 2007 evidenzia un dato<br />
più elevato: circa 18,8 milioni di utenti, che salirebbero a<br />
circa 20,7 milioni se si sommano gli utenti utilizzatori di<br />
applicazioni di istant messaging o programmi di peer to<br />
peer. I dati riferiti da osservatori stranieri stimano una penetrazione<br />
di Internet <strong>sulla</strong> popolazione italiana intorno al<br />
49,2%, dato che porterebbe a circa 28 milioni gli internauti<br />
del nostro Paese (eMarketer).<br />
Il <strong>Rapporto</strong> Anie e-Family 2007 attesta per il 2006 un traguardo<br />
importante, ossia il superamento del 50% di famiglie<br />
italiane in cui vi è almeno un utilizzatore di Internet:<br />
ben il 56,5% <strong>dell</strong>e famiglie possiede un pc domestico,<br />
8.570 famiglie hanno un pc con connessione ad Internet<br />
rispetto alle 3.914 che pur essendo in possesso di un computer<br />
non si connettono alla Rete. 5.277 famiglie utilizzano<br />
la connessione da casa propria, 3.293 sia in casa sia fuori<br />
casa, mentre 3.028 famiglie utilizzano Internet in luoghi<br />
diversi dalla propria residenza. L’Osservatorio <strong>dell</strong>a società<br />
<strong>dell</strong>’informazione (2006) ha registrato inoltre che gli utenti<br />
Internet con connessione dalla propria casa sono per lo<br />
più studenti (18%), ragazzi di età inferiore ai 16 anni<br />
(10%), impiegati (9%), insegnati o professionisti (8%), ma<br />
anche casalinghe e disoccupati (3%).<br />
LA TECNOSOCIALITÀ: SOCIAL NETWORK, UN MONDO SU<br />
MISURA. Gli italiani sono gli utenti più assidui <strong>dell</strong>e reti sociali:<br />
il 24% vi trascorre più di due ore alla settimana. La<br />
scelta dei social networks discende dalla possibilità di poter<br />
costruire degli spazi web personali in cui è possibile parlare,<br />
informarsi e conoscere persone. Il recente rapporto di ricerca<br />
Parola del Web elaborato dalla Microsoft (2006) su alcuni<br />
Paesi europei chiarisce quali siano le ragioni che spingono<br />
le persone a “vivere” parte del loro tempo interagendo<br />
nei social network. La prima ragione è quella di rimanere<br />
in contatto con persone che si conoscono: esprimono<br />
questa motivazione il 75% degli inglesi, il 55% dei francesi<br />
e il 47% degli italiani.<br />
Gli italiani sarebbero più interessati, rispetto agli altri cittadini<br />
europei, alla ricerca di uno spazio dove confrontarsi su<br />
tematiche di interesse comune (61%) o per conoscere persone<br />
con le quali condividere interessi (49%), ma anche per<br />
instaurare relazioni utili per trovare, ad esempio, un lavoro<br />
(26%). Circa un terzo dei frequentatori europei visita questi<br />
siti almeno una volta al giorno e il 41% più volte nel corso<br />
di una settimana. Il 25% dei frequentatori di social<br />
SECOND LIFE, LEGALITÀ/ILLEGALITÀ<br />
networks si collega mediamente per una porzione di tempo<br />
compreso fra i 15 e i 29 minuti, e circa un terzo per 30-<br />
59 minuti.<br />
IL PEER TO PEER. Il termine peer to peer (P2P) si riferisce alle<br />
reti di condivisione dei file. Lo scambio di file rappresenterebbe<br />
il 70% del traffico sviluppato sul web. Gli Stati Uniti<br />
sono il Paese dove si stimano un maggior numero di utenti<br />
del P2P, seguito da Cina, Giappone, Corea del Sud, Germania,<br />
UK e Italia. La tipologia di file più scambiati fra gli<br />
utenti è costituita da video (62%) e dai file audio per lo più<br />
musicali (11%); il restante 27% è costituito da archivi compressi,<br />
immagini e copie di cd (CacheLogic Research).<br />
Recentemente l’Istituto Einaudi ha pubblicato un rapporto<br />
di ricerca riguardante i comportamenti di consumo di<br />
contenuti digitali in Italia. Sul campione di 1.600 utenti gli<br />
internauti si distribuirebbero in: non downloader (67%),<br />
downloader free (25%) e downloader pay (7%).<br />
I giovani e gli adolescenti (15-24 anni) costituiscono ben il<br />
43% del gruppo downloader free, seguiti dalla fascia d’età<br />
25-34 con il 27%. Per quanto riguarda il sesso si registra un<br />
forte gender divide: il 52% degli utenti non downloader<br />
sono di genere femminile, ma le donne frequentano con<br />
più assiduità i social network (37%).<br />
L’utente-tipo che scarica gratuitamente contenuti da Internet<br />
ha un’età compresa fra i 15 e i 24 anni, è maschio, studente<br />
del Sud, vive prevalentemente in comuni dai 5mila<br />
ai 20mila abitanti o nelle città più grandi (oltre i 100mila<br />
abitanti).<br />
ADOLESCENTI E PERCEZIONE DELLA LEGALITÀ E DELL’ILLE-<br />
GALITÀ SU INTERNET. Una ricerca svolta dall’International<br />
Crime Analysis Association, nel 2004, su ragazzi tra i 13 e<br />
21 anni dimostra come il 46% ritiene lo scarico di file “normale”<br />
e solo il 5,3% lo ritiene grave.<br />
Ma come vengono definiti coloro che scaricano mp3 o dvx<br />
illegalmente? Gli aggettivi espressi dai ragazzi hanno per lo<br />
più connotazioni positive: furbo (49,1%), abile (35,4%) o<br />
intelligente (17,7%).<br />
Secondo una indagine effettuata da Ibm (2006), i cyberreati<br />
causano alle aziende spese superiori a quelle sostenute<br />
per altre tipologie di reato. Il 58% <strong>dell</strong>e oltre 3mila aziende<br />
interpellate in 17 Paesi del mondo ritiene che i costi del crimine<br />
informatico siano ormai più gravosi rispetto a quelli<br />
provocati dal crimine tradizionale. Nel 2004 nella sola Inghilterra<br />
sono stati spesi oltre 100 milioni di euro per ripristinare<br />
i danni subiti dal cybercrime.<br />
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