schede - Carlo Marullo di Condojanni
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cacemente il gusto <strong>di</strong> fine Cinquecento nella ricerca<br />
<strong>di</strong> effetti visivi ottenuti con l’adozione <strong>di</strong> marmi<br />
<strong>di</strong>versi, il cui contrasto cromatico sottende il contrasto<br />
fra la spiritualità <strong>di</strong> Cristo (in marmo bianco)<br />
e ciò che è terreno (soldati, sepolcro).<br />
Per quanto riguarda la committenza, Federico<br />
Spadafora, cui spetterebbe la sistemazione dell’altare<br />
nel 1592, va identificato con il nobile messinese<br />
Federico Spadafora e Moncada, Barone <strong>di</strong> Venetico,<br />
provve<strong>di</strong>tore delle fabbriche del regio palazzo<br />
<strong>di</strong> Messina nel 1594 10 . Si tratta peraltro dello<br />
stesso Federico Spadafora, il cui sepolcro, risalente<br />
al 1615, è collocato nella Chiesa Madre <strong>di</strong> Venetico.<br />
Avendo esonerato dal pagamento del dazio su<br />
canapa, sale e biscotto, che da lui <strong>di</strong>pendevano, i<br />
vascelli del Sovrano Or<strong>di</strong>ne Gerosolimitano ottenne<br />
dal gran Maestro dell’Or<strong>di</strong>ne il privilegio <strong>di</strong><br />
fregiarsi della croce <strong>di</strong> Malta, sia per lui, che per<br />
tutti i suoi <strong>di</strong>scendenti maschi e femmine.<br />
Ed infatti nell’altare messinese lo stemma <strong>di</strong><br />
famiglia con Croce <strong>di</strong> Malta, è visibile ancora oggi<br />
(sia nella copia che nella foto dell’originale) nelle<br />
due basi delle colonne ai lati del paliotto in marmi<br />
mischi, eseguito, quest’ultimo, solo successivamente<br />
rispetto alla parte superiore, in tarda età barocca,<br />
come sembra suggerirci sia il tipo <strong>di</strong> decorazione,<br />
che l’in<strong>di</strong>cazione del La Farina.<br />
105<br />
Si può quin<strong>di</strong> pensare che questa aggiunta possa<br />
spettare ad un altro <strong>di</strong>scendente della medesima<br />
famiglia, forse Federico Spadafora e Moncada<br />
Principe <strong>di</strong> Maletto e <strong>di</strong> Venetico, che fu Cavaliere<br />
dell’Or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Malta e Ministro della Nobile Compagnia<br />
della Carità <strong>di</strong> Palermo nel 177511 .<br />
Un’allusione al prestigioso altare messinese è<br />
riscontrabile inoltre nel pulpito ligneo della Chiesa<br />
Madre <strong>di</strong> Venetico12 , eseguito nel 1765 in gran parte<br />
sulla falsariga <strong>di</strong> quello in marmo del Duomo <strong>di</strong><br />
Messina, ma con alcune significative varianti iconografiche.<br />
Fra queste varianti vi è appunto l’inserimento<br />
della figura del Cristo Risorto scolpito a<br />
rilievo in uno dei pannelli del calice, che riprende<br />
l’iconografia <strong>di</strong> quello dell’altare Spadafora e che<br />
va messo probabilmente in relazione con la committenza<br />
della stessa famiglia e forse con il medesimo<br />
personaggio cui spetta il completamento settecentesco<br />
dell’altare del Duomo.<br />
Nulla si può <strong>di</strong>re invece su un possibile contributo<br />
all’opera da parte del Principe Don Antonio<br />
Ruffo (1610-1678), nipote <strong>di</strong> Federico Spadafora<br />
per parte <strong>di</strong> madre, e spiritualmente legato alla<br />
cappella in cui chiese, appunto, <strong>di</strong> essere sepolto.<br />
Anche l’altare che fronteggia quello del Cristo<br />
Risorto nella navata destra del Duomo, de<strong>di</strong>cato<br />
all’Assunta, visibile oggi in copia moderna, presenta<br />
alla base gli stemmi Spadafora con la croce<br />
<strong>di</strong> Malta; essi sono il risultato <strong>di</strong> un’errata ricostruzione<br />
novecentesca, dal momento che non vi è alcuna<br />
corrispondenza con i committenti dell’opera<br />
originaria, dovuta agli ere<strong>di</strong> <strong>di</strong> Girolamo Conte.<br />
Alessandra Migliorato<br />
1 G. Buonfiglio e Costanzo, Messina…, cit., p. 12.<br />
2 G. Di Marzo, I Gagini…, cit., vol. I, p. 802.<br />
3 F. Susinno, Le vite…, cit., p. 94.<br />
4 Ibidem.<br />
5 C.D. Gallo, Apparato…, cit., p. 260.<br />
6 Messina e i suoi monumenti, Messina 1902, p. 218.<br />
7 S. Bottari, Il Duomo, cit., p. 45.<br />
8 G. Musolino, Sopravvivenze e ricostruzioni, in La trama<br />
culturale, Messina 1908-1988, convegno internazionale <strong>di</strong><br />
stu<strong>di</strong>o. Mostra sulla cultura e le ipotesi <strong>di</strong> ricostruzione della<br />
Messina del terremoto (a cura <strong>di</strong> F. Campagna Cicala e<br />
G. Campo), Messina 1988.<br />
9 H.W. Kruft, Antonello Gagini und seine Söhne, München<br />
1980, fig. 112.<br />
10 B.N. Can<strong>di</strong>da Gonzaga, Memorie delle famiglie nobili delle<br />
province meri<strong>di</strong>onali d’Italia, vol. I, Napoli 1875, p.<br />
130. A. Mango <strong>di</strong> Casalgerardo, Nobiliario…, cit., vol. II,<br />
pp. 174-176.<br />
11 Ibidem.<br />
12 Venetico e il suo patrimonio storico artistico, Venetico<br />
1990, p. 25.