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schede - Carlo Marullo di Condojanni

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icca manta arabescata sotto la quale trovano riparo<br />

due putti in atteggiamento <strong>di</strong> devozione che<br />

ostendono coroncine, mentre tra essi si frappone<br />

una minuscola colomba dello Spirito Santo associata<br />

alla Croce <strong>di</strong> Malta. Anche nel caso <strong>di</strong> tale <strong>di</strong>pinto<br />

la configurazione complessiva rivela un’impronta<br />

spagnola, lo stile (da ciò che è possibile<br />

scorgere) è riconducibile a matrici colte. Esso<br />

rientra pertanto in una produzione <strong>di</strong> scuola fortemente<br />

segnata da un recupero <strong>di</strong> elementi della<br />

classicità.<br />

La raffigurazione del manto della Madonna come<br />

rifugio per i peccatori e riparo per l’intero genere<br />

umano in virtù dell’azione <strong>di</strong> Grazia che proviene<br />

dallo Spirito (qui, sia pure in modo allusivo<br />

e ridotto, richiamato) è assai <strong>di</strong>ffusa nell’iconografia<br />

mariana. Elaborata in area umbra alla fine del<br />

XIII secolo, tale immagine numinosa acquistò<br />

un’enorme popolarità dopo la peste del 1340 e,<br />

adottata come figura votiva da Or<strong>di</strong>ni monastici e<br />

confraternite, venne progressivamente acquistando<br />

una tale autonomia <strong>di</strong> culto da attirarsi l’accusa<br />

<strong>di</strong> eterodossia da parte del Concilio <strong>di</strong> Trento, che<br />

ne decretò il bando dall’iconografia accettata in<br />

quanto potenzialmente implicante la sovranità autonoma<br />

della Vergine.<br />

Il simbolo del mantello protettivo sopravvisse<br />

comunque alla proscrizione riplasmandosi nel cosiddetto<br />

“scapolare”, una stretta tunica-sopravveste<br />

che secondo una leggenda me<strong>di</strong>evale la Vergine<br />

avrebbe nel 1251 donato al mistico inglese Simone<br />

perché costituisse un presi<strong>di</strong>o concesso<br />

all’Or<strong>di</strong>ne Carmelitano contro il fuoco eterno. Tale<br />

leggenda, la cui circolazione si intensificò intorno<br />

al 1500 finendo col sancire le virtù protettive<br />

dell’abito, peraltro già da tempo adottato anche<br />

dall’Or<strong>di</strong>ne dei Cistercensi, testimoniò per secoli<br />

la persistente valenza protettiva e <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione<br />

attribuita alla Madonna. Di fatto tale valore simbolico<br />

ha continuato a perdurare nei secoli successivi<br />

ed è tuttora rilevabile anche nelle moderne forme<br />

<strong>di</strong> devozione popolare, nonostante che l’originario<br />

capo <strong>di</strong> vestiario abbia assunto la forma sincopata,<br />

e per ciò ancor più simbolicamente pregnante,<br />

dell’“abitino”, formato da due rettangoli <strong>di</strong> stoffa<br />

decorati a ricamo con le immagini <strong>di</strong> Cristo e della<br />

Vergine cuciti l’uno contro l’altro e tenuti insieme<br />

da fettucce, che si lascia pendere tra le scapole e<br />

sul cuore a mò <strong>di</strong> pettorale <strong>di</strong> armatura.<br />

Sulle origini del motivo iconografico del “Gran<br />

Manto” si è a lungo ritenuta plausibile la matrice<br />

cistercense. Ricerche successive hanno accertato<br />

la maggiore vetustà del tema collocandone il cen-<br />

147<br />

tro originario <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione nell’Oriente bizantino2 .<br />

Ancorché utilizzato in area iberica più raramente<br />

che in Italia, Francia e Paesi del centro Europa,<br />

il tema della Vergine misericor<strong>di</strong>osa il cui<br />

mantello avvolge e protegge i fedeli, tendenzialmente<br />

simboleggianti l’umanità intera, conobbe<br />

anche in Spagna, seppure attraverso una penetrazione<br />

tar<strong>di</strong>va, una certa <strong>di</strong>ffusione, come testimonia<br />

la legenda <strong>di</strong> un rilievo scolpito nella Cattedrale<br />

<strong>di</strong> Burgos: Sub umbra alarum tuarum protege<br />

nos, nonché il già descritto cartiglio richiamante il<br />

culto della Vergine a Valencia3 .<br />

Conviene infine menzionare, a titolo comparativo<br />

e su un versante decisamente colto, la celebre<br />

raffigurazione della Madonna della Misericor<strong>di</strong>a,<br />

dovuta a Piero della Francesca e da lui <strong>di</strong>pinta dopo<br />

il 1445 su committenza della omonima confraternita,<br />

che si trova nella Pinacoteca comunale <strong>di</strong><br />

Sansepolcro (già Borgo San Sepolcro).<br />

Sergio Todesco<br />

1 Cfr. infra, pp. 144-145.<br />

2 Cfr. J. Delumeau, Rassicurare e proteggere. Devozione, intercessione,<br />

misericor<strong>di</strong>a nel rito e nel culto dell’Europa<br />

me<strong>di</strong>evale e moderna, Milano 1992.<br />

3 Cfr. scheda precedente.

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