schede - Carlo Marullo di Condojanni

La Maddalena penitente
Sec. XVIII, firmato e datato 1786
Olio su tela, cm. 245x141
Giuseppe Paladino (Messina 1721-1794)
Messina, Museo Regionale
Poche e frammentarie testimonianze rimangono
dell’attività del pittore messinese Giuseppe Paladino,
nipote e alunno del più famoso Letterio, tra
i protagonisti della pittura messinese nel Sec.
XVIII1 .
Del ciclo di tele, ricordate dalle fonti locali,
realizzate dal pittore per gli altari della chiesa di
San Giovanni di Malta, la “Maddalena penitente”,
oggi conservata nei depositi del Museo Regionale
di Messina (Inv. n. 1199), è l’unica superstite2 .
L’interpretazione patetica della tradizionale
immagine della Maddalena sottolinea elementi devozionali
e simbolici come il teschio del “memento
mori”, accostato al libro e la Croce nella mano
destra della Santa. L’accademico classicismo della
figura si unisce a elementi di realismo nel volto dagli
occhi rivolti al cielo, nella morbida mano e nel
grande piede in primo piano; la pesante volumetria
del corpo viene superata dal complesso gioco dei
panneggi della tunica rosa-pallido e del mantello
grigio-azzurro drappeggiati in artificiose pieghe.
Sullo sfondo del cielo azzurro si profilano in controluce
alberi dal folto fogliame, in alto un tradizionale
elemento della decorazione barocca come
le teste dei tre cherubini.
In basso, in primo piano, lo stemma di D. Michele
Paternò Bonajuto, che rivestì la carica di
Gran Priore dell’Ordine dei Cavalieri di Malta dal
1773 al 1795, anno della sua morte3 .
La tela, pur legata al classicismo di Sebastiano
Conca, di cui il Paladino fu alunno durante il lungo
periodo di permanenza a Roma, traduce l’immagine
in un superficiale significato devozionale e popolare4
.
Il pittore si mostra legato alla tradizione classica
marattesca, che conta tra i pittori siciliani molti
seguaci fin dal secolo XVII, ed è ricercata dalla
colta committenza ecclesiastica e civile.
Elena Ascenti
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1 L. Sarullo, Dizionario degli artisti siciliani, I, Pittura, voce
Giuseppe Paladino a cura di Eleana Corrao, Palermo 1993,
pp. 388-389.
2 G. Barbera, Schede di pittura messinese del Settecento, in
«Quaderni dell’attività didattica del Museo Regionale di
Messina», n. 3, Messina 1993, pp. 76-77.
3 Scudo con pali dorati e banda argentata su campo rosso.
Cfr. C. Marullo di Condojanni, La Sicilia…, cit., pp. 184-
185.
4 Si deve a C. Siracusano l’aver rintracciato il prototipo in
un’opera di S. Conca, conservata a New York. Cfr. C. Siracusano,
La pittura…, cit., p. 282, nota n. 19.