INDICE Introduzione 3 1. Gli aggregati macroeconomici 3 2. Lo stato e il mercato 11 3. <strong>Il</strong> prodotto di alta qualità, in piccola serie o esclusivo 20 4. Attività di filiera 35 5. I traguardi delle arti seriche torinesi 39 Considerazioni finali 43 2
Introduzione I maggiori successi produttivi e di mercato ottenuti <strong>nel</strong> Regno di Sardegna dall'organizzazione corporativa del lavoro durante il <strong>Settecento</strong> si ebbero <strong>nel</strong> tessile -seta con l'affermazione del ciclo completo, dalla risorsa naturale disponibile localmente , al semilavorato ricercato in Europa , a una gamma di beni finali come le stoffe unite e operate dall'armatura complessa, i fazzoletti, le calze, i nastri, la passamaneria , i cappelli, tutti prodotti in grado di alimentare flussi più o meno consistenti di esportazioni. La singolarità dell'esperienza sabauda risiede <strong>nel</strong> fatto che questa forma di organizzazione del lavoro coesistette con le tipologie più moderne e più antiche di organizzazione della produzione: quella accentrata e meccanizzata della filatura, che <strong>nel</strong>le strutture più avanzate adombrava il sistema di fabbrica, quella tradizionale decentrata basata sul fondaco del mercante e sulla bottega artigiana propria della tessitura. L'assetto <strong>corporativo</strong>, inoltre, si accompagnò e fu parte integrante della distrettualizzazione cittadina del processo produttivo finale, una scelta localizzativa forzata e regolata dall'alto , decisa solo in parte dal mercato. 1- Gli aggregati macro - economici La disponibilità della risorsa naturale e del filato standardizzato ottenuti internamente alla regione economica di appartenenza, la relativa accessibilità dei mercati di sbocco attraverso le esistenti vie di comunicazione, la dotazione di risorse idriche , la presenza di manodopera qualificata, ma anche la prossimità al mercato lionese del lavoro specializzato, gli stimoli pubblici, soprattutto, rappresentarono altrettanti fattori di localizzazione dell'industria dei prodotti serici a <strong>Torino</strong>. Per quanto attiene ai dati di produzione della materia prima in Piemonte le serie storiche disponibili , pur incomplete e disomogenee , lasciano intravedere qualche andamento tendenziale. Esse sono state ricostruite e sistemate recentemente da Chicco 1 , ma già Arese 2 aveva tentato i primi accertamenti sulle consegne dei bozzoli effettuate dalle province piemontesi <strong>nel</strong> corso del tempo. Nel sottoporre ad analisi l’ insieme delle informazioni numeriche raccolte la maggiore difficoltà si incontra volendo tentare delle aggregazioni (V. fig. 1) poiché si ha a che fare con materiale eterogeneo riferito a una base territoriale in continuo movimento durante il secolo. Si notano, inoltre, maggiori vuoti conoscitivi per la prima metà del <strong>Settecento</strong> mentre, durante la seconda, le serie storiche risultano più complete. Figura 1. Produzione dei bozzoli <strong>nel</strong>lo stato espressa in rubbi (1719- 1788)* 800000 700000 600000 500000 400000 300000 200000 100000 0 bozzoli consegnati 1719 1721 1729 1731 1735 1737 1739 1741 1764 1775 1778 1780 1782 1784 1787 (*) elaborazione da G. Chicco, La seta in Piemonte 1650-1800, Milano , F . Angeli 1995,Appendice 2, pp. 353 -360 1 rubbo di 25 libbre = kg. 9,221 1 G. Chicco, La seta in Piemonte 1650-1800, Milano, F. Angeli 1995,pp. 353-360 2 G. Arese , L’industria serica piemontese dal secolo XVII alla metà del XIX, <strong>Torino</strong>, E. Bona 1922, passim.. 3 rubbi