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Il modello istituzionale corporativo a Torino nel Settecento ...

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<strong>nel</strong>la tessitura dei velluti operati, poiché essendo all’epoca in numero del tutto insufficiente per<br />

soddisfare le commesse dei mercanti, non avvertivano il problema dell'equa distribuzione del lavoro.<br />

All'inizio del secolo, prima della nascita dell’Università, tutti i fabbricanti di stoffe in seta erano<br />

etichettati come mastri vellutai 60 .Presso l'Albergo di Virtù veniva intessuto il velluto operato<br />

destinato al consumo di corte che imitava modelli genovesi del periodo. Si trattava del velluto<br />

cesellato noto come velluto "giardino", un prodotto di altissima qualità che richiedeva una elevata<br />

perizia tecnica, come dimostra il frammento di manifattura piemontese conservato presso il Musèe<br />

Historique des Tissus di Lione. 61 . I velluti operati continuarono ad essere prodotti <strong>nel</strong> corso del<br />

secolo, come testimonia l'esistenza di esami di capo d'opera basati su di essi ancora alla fine del<br />

<strong>Settecento</strong>, ma non furono in grado di alimentare significativi flussi di esportazione . Nei primi<br />

decenni del secolo non rappresentarono più dell’1,9% del peso delle stoffe esportate .<br />

Figura 15. Produzione delle stoffe in seta <strong>nel</strong> 1783(*)<br />

stoffe a fiori<br />

stoffe a fiori correnti<br />

stoffe piciol opera e<br />

rigate<br />

stoffe unite<br />

fazzoletti<br />

garza,toga e tela di<br />

seta<br />

stoffe di commissione<br />

produzione 1783 in rasi<br />

18176; 2%<br />

713402; 80%<br />

24<br />

17830; 2%<br />

762; 0%<br />

4935; 1%<br />

97551; 11%<br />

32363; 4%<br />

(*) Asto Corte,Materie economiche, cat.IV, maz. 10<br />

1 raso= cm. 59,93<br />

Al centro della produzione torinese di tessuti stavano comunque le stoffe unite(V. fig. 15) o solie, un<br />

genere tessile molto ampio che ne comprendeva svariati tipi di pura seta o miste realizzate con il<br />

telaio a licci .Tra di esse, <strong>nel</strong> 1783 moelle e satin erano le stoffe più richieste ( V. fig. 16). Le prime,<br />

tessute in 12 fili passanti per dente del pettine ,erano anche note come gros de tours, ma la<br />

produzione maggiore in assoluto era in 8 fili. Se ne fabbricavano anche in 8 con bava, in 10<br />

all’inglese, a lama d’oro o d’argento. I satin tessuti in 16 fili erano detti taspè ;se ne producevano<br />

anche in 12 , ma la parte più rilevante era in 8, e in “sattinetto” che era un raso liseré . Seguivano per<br />

importanza i taffettà in 4 fili , in 3 fili, in 4 detti alla bonne femme, taffettà lustrato o sanpareille ,<br />

crosiato ossia synopole largo. Non irrilevante era infine la produzione di saglie, peau de soie,<br />

cendali, papline o grisette , un genere di stoffe a trame di seta di seconda qualità, come moresche,<br />

bave, fioretti,o con orditura di canapa o cotone, particolarmente usata nei tessuti per mobili.<br />

60 Asto Corte,Materie economiche, cat. IV, maz. 7<br />

61 Ibidem, p. 212

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