Il modello istituzionale corporativo a Torino nel Settecento ...
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offerte a modico prezzo 107 . Nel corso delle visite alle botteghe fatte dai sindaci dell'Università <strong>nel</strong><br />
1743 risultò che su 829 telai solo sei erano destinati ormai alla produzione di tessuti auroserici 108 .<br />
In quegli anni tra i mastri operai di stoffe in seta stavano emergendo nuove figure imprenditoriali<br />
capaci di imporsi all'attenzione dei consumatori europei come il già menzionato Carlo Francesco<br />
Vanetto che, in società con il Regio Albergo di virtù avrebbe rilevato <strong>nel</strong> 1765 la Fabbrica di seta<br />
della Venaria a partecipazione pubblica. 109 . Le iniziative sul piano organizzativo prese dall’artigiano<br />
torinese suscitarono la vibrata protesta presso il Consolato di trecento giovani lavoranti fabbricatori<br />
di stoffe d’oro, argento e seta. <strong>Il</strong> Vanetto che, per massimizzare il profitto., "per arricchirsi", si era<br />
fatto immatricolare <strong>nel</strong>l'arte dei mercanti concentrava sulla sua bottega le commesse dei mercanti<br />
imprenditori ricorrendo al lavoro di " mastri volanti stipendiati" ossia di lavoratori dipendenti a<br />
giornata e di apprendisti di genere soprattutto femminile. Questo personale non qualificato occupava<br />
il posto dei lavoranti estensori del ricorso i quali dopo sei anni di apprendistato rimanevano senza<br />
lavoro a meno di soggiacere alla riduzione di mercede alla mera sussistenza, dieci- dodici soldi al<br />
giorno, proposta loro dal Vanetto 110 . In effetti, le visite dei sindaci per l'anno 1744 indicano a fronte<br />
di una media di 865 telai ,818 dei quali in attività, la presenza di 220 mastri-mercanti operai, di 464<br />
lavoranti e 378 apprendisti. La femminilizzazione delle maestranze è ben visibile tra lavoranti ed<br />
apprendisti con una presenza rispettivamente del 32 e del 33% 111 .<br />
La concentrazione in atto sul piano produttivo non mancava di riflettersi <strong>nel</strong> governo interno della<br />
corporazione dove la formazione abusiva di una rosa di candidati da parte del consiglio della stessa<br />
all'atto dell'elezione dei sindaci ne conservava il controllo <strong>nel</strong>le mani di un gruppo di famiglie. Al<br />
ricorso inoltrato dalla base del corpo dei fabbricatori, il Consolato rispose deliberando che l'elezione<br />
dei sindaci dovesse avvenire a suffragio allargato a tutti i componenti dell'Università che fossero<br />
intervenuti <strong>nel</strong>la congrega. 112 . Alla base dei rapporti conflittuali interni all'università stava la<br />
contrapposizione tra un gruppo di mastri autonomi, più facoltosi e in maggior voga, in grado di<br />
mantenere il controllo della produzione e della distribuzione , interessati alla concentrazione del<br />
numero dei telai, e la parte più numerosa dei fabbricatori che, invece, dipendeva totalmente dalle<br />
commesse dei mercanti .<br />
Alla fine degli anni ‘40 sopraggiunse una crisi gravissima: alla periodica visita dei sindaci del<br />
novembre 1749 appena 399 telai su 818 risultarono battenti. L'università dei mastri fabbricatori di<br />
stoffe in seta per porre rimedio alle " grandi miserie" in cui erano caduti gran parte dei suoi aderenti<br />
per mancanza di lavoro chiese al Consolato di introdurre il divieto di importazione delle stoffe<br />
forestiere, tanto unite che a fiori con oro e argento, suscitando in tal modo l'immediata reazione della<br />
corporazione dei mercanti da seta che inoltrò un contro ricorso adducendo che gli acquisti delle<br />
stoffe estere a danno dei produttori nazionali erano fatte irregolarmente da altri mercanti ,come<br />
quelli da tele, da d'orerie, o dai sarti. Si trattava di operatori non immatricolati che, quindi, non erano<br />
obbligati per legge a mantenere attivi cinque telai che producessero all'interno del paese la stessa<br />
tipologia di stoffe importate 113 .<br />
La crisi venne superata con interventi pubblici di sostegno che andarono dalle elargizioni gratuite di<br />
pane agli operai rimasti senza lavoro, al già ricordato riparto forzoso dei disoccupati tra i mercanti di<br />
stoffe in seta , all'estensione ai soci dei medesimi, che si erano fatti importatori delle stoffe estere,<br />
dell'obbligo di mantenere attivi i cinque telai 114 .<br />
Non meno drammatica fu la crisi recessiva del 1773 che spinse all'espatrio 22 mastri vellutai con le<br />
famiglie, in tutto 76 persone, ma partirono anche 45 lavoranti a causa della " gran quantità degli<br />
imprendizi che si trova[vano] <strong>nel</strong>l'arte più del regolamento stabilito". Gli apprendisti in eccesso<br />
107<br />
Ibidem, n. 21<br />
108<br />
Ibidem, n. 13<br />
109<br />
G. Arese, L’industria serica…cit., p.105<br />
110<br />
Asto Corte, Materie economiche, cat. IV, maz. 8 n.21<br />
111<br />
Ibidem, n. 13<br />
112<br />
Ibidem<br />
113<br />
Asto Corte, cat. Iv, maz. 9 n. 2<br />
114<br />
Asto Corte, Materie economiche, cat. IV, maz. 9 n.8<br />
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