Il modello istituzionale corporativo a Torino nel Settecento ...
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All'osservazione dei dati si riscontra la presenza di un salto <strong>nel</strong>la dimensione produttiva a partire<br />
dagli anni ‘60 (V. fig.1), ma , per le considerazioni fatte sopra, l’impennata potrebbe trovare una<br />
spiegazione <strong>nel</strong>la maggiore completezza delle fonti quantitative che includono <strong>nel</strong> totale le consegne<br />
di bozzoli presentate da province prima non conteggiate. Con il 1748, infatti, il Regno di Sardegna si<br />
era ingrandito verso oriente acquisendo quei territori del Novarese, del Pavese e della Lomellina in<br />
cui fioriva spontaneamente la gelsibachicoltura, quindi, il significativo aumento di produzione della<br />
seconda metà del secolo potrebbe essere semplicemente ricondotto all'inclusione <strong>nel</strong> conteggio<br />
complessivo dei bozzoli provenienti dalle terre di «nuovo acquisto». L'esistenza di un effettivo e<br />
generale trend espansivo della produzione di materia prima , non dipendente dalla variazione della<br />
base di riferimento, tuttavia, risulterebbe confermata se si seguono gli andamenti disaggregati delle<br />
antiche province nei quali si osserva un effettivo balzo verso l'alto a partire dalla metà del secolo (V.<br />
fig. 2 ).<br />
Figura 2. Produzione dei bozzoli <strong>nel</strong>le province piemontesi espressa in rubbi (1719-1788)*<br />
100000<br />
90000<br />
80000<br />
70000<br />
60000<br />
50000<br />
40000<br />
30000<br />
20000<br />
10000<br />
0<br />
1719<br />
1721<br />
1729<br />
1731<br />
1735<br />
1737<br />
1739<br />
1741<br />
1764<br />
1775<br />
1778<br />
1780<br />
1782<br />
1784<br />
1787<br />
Acqui Alba Alessandria Asti<br />
Bagnasco Biella Carmagnola Casale<br />
Chieri Cocconato Cuneo Gattinara<br />
Ivrea Lago Maggiore Moncalvo Mondovì<br />
Nizza Monferrato Novara Pinerolo Saluzzo<br />
Savigliano Susa <strong>Torino</strong> Tortona<br />
Trino Vercelli<br />
(*) elaborazione da G. Chicco, La seta in Piemonte 1650-1800, Milano , F . Angeli 1995,Appendice 2, pp. 353-360<br />
Alla dinamica produttiva della materia prima serica manifestatasi <strong>nel</strong>la seconda metà del secolo<br />
,fosse essa dovuta all’inclusione dei nuovi territori o a una maggiore produzione in quelli di antico<br />
dominio,si accompagnò un ampliamento della struttura produttiva del filato ritorto (V. fig. 3) e al<br />
contempo il cambiamento <strong>nel</strong> <strong>modello</strong> localizzativo dei filatoi di medio -grande dimensione che era<br />
prevalso <strong>nel</strong> quarantennio 1730-70. Si passò , infatti, dall’insediamento policentrico <strong>nel</strong> triangolo<br />
Saluzzo – Carmagnola - <strong>Torino</strong> a una maggiore concentrazione nei due poli torinese e saluzzese.<br />
Quest’ultimo all’epoca comprendeva i filatoi di Racconigi. Così, nei dintorni di <strong>Torino</strong> <strong>nel</strong> 1787 si<br />
contava oltre il 20% dei filatoi presenti <strong>nel</strong>lo stato che davano lavoro al 20% delle maestranze del<br />
settore 3 .<br />
3 G. Chicco , La seta in Piemonte… cit., pp. 206-207<br />
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