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Discussioni del Parlamento europeo - Europa

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IT<br />

<strong>Discussioni</strong> <strong>del</strong> <strong>Parlamento</strong> <strong>europeo</strong><br />

europea incapace di governare il mercato e per salvare l'euro occorre rafforzare le istituzioni<br />

politiche, uscire dalla logica intergovernativa e consentire una governance europea.<br />

Questa non è retorica, perché pochi minuti fa a Berlino la cancelliera tedesca Angela Merkel<br />

ha lanciato un allarme, dicendo che l'euro è in pericolo. Lanciare allarmi senza contribuire<br />

a indicare misure forti e convincenti agli investitori, al mercato, rischia di indebolire<br />

ulteriormente la moneta unica e rendere più debole tutta l'<strong>Europa</strong>. Immaginiamoci le<br />

risposte dei mercati in queste ore, se solo pochi minuti fa l'euro è di nuovo crollato.<br />

Quando usciremo da quest'Aula, signor Presidente, potremmo ritrovarci più poveri e più<br />

insicuri. Solo una nuova governance europea potrà consentirci di difendere la moneta<br />

unica, promuovere crescita, occupazione, inclusione sociale. Dobbiamo abbandonare il<br />

vecchio approccio <strong>del</strong> coordinamento <strong>del</strong>le politiche nazionali, dotarci di forti strumenti<br />

decisionali.<br />

Una nuova governance europea deve garantire tre piani di intervento: una politica per la<br />

crescita, strumenti finanziari adeguati, una gestione <strong>del</strong>le emergenze. Il maxipiano da<br />

settecentocinquanta miliardi è stato importante ma abbiamo capito che non è sufficiente,<br />

oggi c'è bisogno di una forte iniziativa politica, che riesca a guidare il mercato, a consentire<br />

un'alta mobilità <strong>del</strong>le risorse. Le politiche monetarie e di bilancio si mostrano inadeguate<br />

a garantire produttività e competitività. Non dobbiamo avere paura di investire, soprattutto<br />

nei progetti di interesse comunitario: infrastrutture, energie, ambiente, sapere e capitale<br />

umano.<br />

E questo <strong>Parlamento</strong>, signor Presidente, ha una grande responsabilità: rafforzare con la<br />

propria autonomia la capacità degli Stati di uscire da una politica intergovernativa e<br />

rilanciare uno spirito <strong>europeo</strong>.<br />

Wolf Klinz (ALDE) . – (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, i governi europei sono<br />

guidati dai mercati. Finalmente reagiscono, ma purtroppo si limitano a reagire agli eventi<br />

invece di anticiparli. E’ vergognoso: governi e Commissione europea reagiscono soltanto<br />

quando i mercati rivelano i veri punti deboli che ci affliggono.<br />

Avrebbero dovuto individuare questi punti deboli assai prima. Quando è stato introdotto<br />

l’euro, sapevamo che non avremmo avuto un’unica politica monetaria e fiscale, come<br />

quelle solitamente vigenti nei singoli Stati. Per questo motivo abbiamo adottato alcune<br />

misure nella speranza di ottenere dei succedanei, ma non abbiamo rispettato rigorosamente<br />

queste misure. Fin dall’inizio, le norme sono state violate rapidamente, anche dai maggiori<br />

Stati membri. Abbiamo quindi bisogno di una nuova serie di norme, più efficaci e provviste<br />

di meccanismi sanzionatori, come una politica che individui e additi alla riprovazione <strong>del</strong><br />

pubblico i responsabili, la perdita dei diritti di voto e la sospensione dei finanziamenti<br />

erogati dai fondi europei fino a quando non siano state pagate le sanzioni.<br />

In secondo luogo, è ormai chiaro che esistono tensioni interne nell’area <strong>del</strong>l’euro che ne<br />

stanno mettendo alla prova la resistenza, e che si manifestano sotto forma di differenze di<br />

competitività tra un paese e l’altro. La Commissione deve agire in questo settore, esaminando<br />

i bilanci dei singoli Stati membri per verificare se rappresentino un rischio per l’area<br />

<strong>del</strong>l’euro.<br />

Sappiamo bene che la preparazione <strong>del</strong> bilancio è un diritto fondamentale dei parlamenti<br />

nazionali. Ma questo non giustifica la mancanza di un approccio comune <strong>europeo</strong>, che è<br />

urgentemente necessario. Abbiamo bisogno di più <strong>Europa</strong>, non certo di meno <strong>Europa</strong>, e<br />

19-05-2010

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