Lettera ai Filippesi - Parrocchia GOTTOLENGO
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<strong>Filippesi</strong> Capitolo II<br />
in questo mondo. Ma fare della nostra vita un dono significa essenzialmente<br />
esporla al martirio.<br />
Martirio sia cruento, con il versamento del nostro sangue; ma anche incruento,<br />
vivendo la caritÇ eroica di una vita tutta consegnata all’amore, alla veritÇ, alla<br />
giustizia, alla misericordia, alla parola.<br />
Si gioisce non perchÉ l’altro muore; viene tolto dalla terra dei viventi, ma perchÉ<br />
l’altro ci ha amato tanto da darci la sua vita.<br />
Questo dono deve essere causa di gioia e m<strong>ai</strong> di tristezza, perchÉ Å proprio<br />
dell’amore generare la gioia e m<strong>ai</strong> la tristezza nei cuori.<br />
NOTIZIE<br />
[19]Ho speranza nel Signore Gesù di potervi presto inviare Timòteo, per<br />
essere anch'io confortato nel ricevere vostre notizie.<br />
Paolo ha un rapporto personale, vivo, di contatto con le comunitÇ da lui fondate.<br />
Le visita personalmente, ma anche attraverso i suoi collaboratori, quanti cioÅ<br />
condividevano con lui la missione a favore dei pagani.<br />
La prima veritÇ che emerge da questo versetto Å che lui ogni cosa che<br />
desidera, spera, fa, pensa, realizza, la vede sempre nella volontÇ di Dio.<br />
Avere speranza nel Signore ha un solo significato: c’Å un suo desiderio e c’Å la<br />
volontÇ di Dio. Il suo desiderio Å quello di poter inviare presto Timoteo da loro<br />
per informarsi sull’andamento della comunitÇ.<br />
Ma questa speranza non sarÇ lui a deciderla, a porla in atto. Lui la manifesta al<br />
Signore, la vive nel Signore, poi se il Signore vorrÇ, le darÇ compimento,<br />
altrimenti continuerÇ a sperare nel Signore e ad affidare a Lui ogni suo<br />
desiderio.<br />
Questo deve insegnarci che Å sempre la volontÇ di Dio che deve compiersi ed Å<br />
sempre il suo progetto di salvezza che si deve attuare. Se Timoteo serve<br />
altrove, lâ dovrÇ essere anche il suo posto. Se invece non serve altrove e puÜ<br />
recarsi a Filippi, a Filippi sarÇ il suo posto, se questa Å volontÇ di Dio.<br />
O Å il Signore che governa anche la nostra speranza e il piÑ recondito<br />
desiderio, oppure usciamo dalla fede ed entriamo nella religiositÇ, nella quale Å<br />
l’uomo che decide e non piÑ obbedisce.<br />
Quando nella religione cristiana non si obbedisce piÑ a Dio, ciÜ che si compie<br />
non Å solo e tutta la volontÇ di Dio, noi non viviamo piÑ una relazione di fede<br />
con il Signore, ma solamente di pura religiositÇ.<br />
Potremmo fare anche il mondo nuovo, ma non Å piÑ la volontÇ di Dio che si<br />
compie bensâ la nostra. Questo significa vivere da uomini religiosi, ma non piÑ<br />
da uomini di fede. La fede Å ascolto, obbedienza, esecuzione, ricerca sempre e<br />
comunque della volontÇ di Dio. La fede Å risposta al Signore che parla, ma Å