Lettera ai Filippesi - Parrocchia GOTTOLENGO
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<strong>Filippesi</strong> Capitolo I<br />
della salvezza. Oggetto perchÉ devono riceverla per intera. Soggetto perchÉ<br />
devono accoglierla totalmente da Cristo GesÑ, dal cielo, dal paradiso, e una<br />
volta accolta vigilare su di essa e fare molta attenzione a che i lupi rapaci non<br />
vengano e non disturbino, annullando tutta l’opera di Cristo GesÑ sull’alto della<br />
croce.<br />
[6]e sono persuaso che colui che ha iniziato in voi quest'opera buona, la<br />
porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.<br />
In questo versetto si manifesta tutta la fiducia che Paolo ha nei <strong>Filippesi</strong>. PuÜ<br />
contare sulla loro cooperazione, ma soprattutto Å persuaso che loro sapranno<br />
lasciarsi santificare dal Signore e sempre dal Signore si lasceranno condurre su<br />
di una strada buona, anzi eccellente, la strada della veritÇ e della grazia.<br />
Paolo sa che tutto viene da Dio: sia la vocazione al Vangelo e sia la<br />
perseveranza in esso. Neanche un istante l’uomo puÜ vivere fuori di Dio e della<br />
sua grazia, che deve prevenirlo, accompagnarlo, seguirlo in ogni opera buona.<br />
Il Signore ha iniziato nei <strong>Filippesi</strong> l’opera della loro santificazione. Quest’opera<br />
deve essere portata a compimento e il compimento Å uno solo: formare Cristo<br />
in loro, con Cristo formato nel loro cuore, raggiungere il paradiso.<br />
Chi deve formare Cristo Å lo Spirito Santo. Ö Lui l’artefice divino che deve<br />
formare Cristo in noi, lo deve formare come lo ha formato nel seno della<br />
Vergine Maria. Lâ lo ha formato nella sua carne mortale. Nel sepolcro lo ha<br />
formato nel suo corpo spirituale, ora deve formarlo in noi nel suo corpo mistico,<br />
e lo deve formare conformando la nostra vita alla sua che Å vita di veritÇ, di<br />
caritÇ, di speranza, che Å vita tutta consacrata all’obbedienza al Padre nostro<br />
celeste, che Å prima di tutto il suo vero Padre, Padre per natura, Padre per<br />
generazione.<br />
Quest’opera perÜ per essere portata a compimento dal Signore che l’ha iniziata<br />
ha bisogno della costante volontÇ dell’uomo. Dio non puÜ agire in noi se non<br />
attraverso il dono della nostra volontÇ. Noi diamo la nostra volontÇ a Lui e Lui la<br />
orienta verso il compimento perfetto del suo progetto di vita e di salvezza che<br />
ha su di noi.<br />
L’opera di Dio da sola non Å sufficiente, anche perchÉ l’opera di Dio c’Å sempre,<br />
essendo la sua volontÇ universale di salvezza. Dio non vuole che alcuno<br />
perisca. Cristo Å veramente il Salvatore di ogni uomo.<br />
Assieme all’opera di Dio Å necessaria l’opera dell’uomo che consiste<br />
esattamente nel dare a Lui la sua volontÇ, il suo cuore, la sua mente, la sua<br />
anima; occorre quel rinnegamento totale di noi, perchÉ Dio possa portare a<br />
compimento l’opera che ha intrapreso, quando noi gli abbiamo dato la nostra<br />
volontÇ iniziale.<br />
In questo dono a Dio della nostra vita si inserisce il valore della preghiera che<br />
Paolo innalza al Signore. Egli sa che l’uomo Å fragile e spesse volte potrebbe<br />
ritirare il dono che ha fatto a Dio inizialmente della sua volontÇ. Se per un<br />
particolare momento questo dono non Å dato, o viene ritirato, si interrompe la<br />
formazione di Cristo in noi, ma anche si interrompe l’opera della salvezza<br />
iniziata da Dio. La preghiera altro non fa che ottenere dal Padre dei cieli una piÑ