Lettera ai Filippesi - Parrocchia GOTTOLENGO
Lettera ai Filippesi - Parrocchia GOTTOLENGO
Lettera ai Filippesi - Parrocchia GOTTOLENGO
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
21<br />
<strong>Filippesi</strong> Capitolo I<br />
grande grazia perchÉ questo processo di formazione di Cristo in noi non si<br />
arresti m<strong>ai</strong>, anzi cresca di giorno in giorno, fino alla perfetta maturazione e<br />
fruttificazione della sua vita in noi.<br />
La persuasione di Paolo riguarda certamente Dio, ma riguarda anche i <strong>Filippesi</strong>.<br />
Dio porterÇ a compimento in loro e per loro l’opera giÇ intrapresa e la potrÇ<br />
portare perchÉ i <strong>Filippesi</strong> si lasceranno portare da Dio, da Lui condurre fino a<br />
formare pienamente Cristo nei loro cuori.<br />
Ö questa di Paolo pura retorica, discorso vuoto fondato sul nulla storico? No di<br />
certo. Questa di Paolo Å un’affermazione che trova la sua radice nella storia dei<br />
<strong>Filippesi</strong>. Egli sa che questi cristiani si sono sempre manifestati docili all’azione<br />
dello Spirito Santo e per questo prega per loro, manifestando anche qual Å<br />
l’idea che egli si Å fatto su ciascuno di loro.<br />
Dio in loro puÜ operare. Essi di sicuro si lasceranno guidare e condurre da Dio.<br />
Ö questa la persuasione di Paolo, che non Å fondata su una veritÇ di ragione o<br />
di fede, trova la sua ragion d’essere nella storia dei <strong>Filippesi</strong>, in ciÜ che essi<br />
hanno giÇ fatto per lui e per la causa del Vangelo.<br />
Ö giusto che ogni comunitÇ, ogni cristiano dia <strong>ai</strong> fratelli questa persuasione.<br />
Ognuno di noi deve essere persuaso dell’altro. Questo purtroppo non avviene,<br />
perchÉ noi non siamo costanti nella veritÇ e nella grazia e questo Å soprattutto<br />
un male per tutta la comunitÇ, soprattutto Å un male perchÉ deve avere questa<br />
persuasione e non se la puÜ mettere nel cuore, perchÉ la storia si rifiuta di<br />
offrirgliela, non la storia generale, ma la storia di ogni singola persona.<br />
Da questo possiamo capire quanto valore abbia la storia. La storia Å qui intesa<br />
come il nostro passato, la nostra particolare maniera di vivere e di operare<br />
all’interno e all’esterno della comunitÇ dei figli di Dio.<br />
Il giorno di Cristo GesÑ Å il giorno della nostra morte, per quanto riguarda ogni<br />
singolo credente. PoichÉ la comunitÇ Å oltre il singolo e cammina verso il giorno<br />
del giudizio finale, il giorno di Cristo GesÑ Å quando Lui verrÇ per risorgerci dal<br />
sepolcro e radunarci per il giudizio universale.<br />
Paolo Å perciÜ convinto, anzi persuaso, che Dio fino a quel giorno Å al lavoro<br />
per portare a compimento l’opera che ha giÇ intrapreso.<br />
L’unica cosa che bisogna chiedersi Å questa: compirÇ sempre il Signore<br />
quest’opera? La risposta Å una sola: la compierÇ se l’uomo lo lascia agire. C’Å<br />
una sola certezza nell’azione del Signore: il dono della sua grazia Å sempre<br />
quando si celebra un sacramento – anche questo perÜ dipende dalle<br />
disposizioni di chi lo riceve – un sacramento puÜ essere anche nullo, a volte<br />
anche sacrilego -; non Å invece sempre fuori del sacramento, qui occorrono le<br />
buone disposizioni dell’uomo, il quale non sempre partecipa al dono di Dio e<br />
non sempre lo accoglie con gioia e veritÇ.<br />
Anche la risposta dell’uomo entra nel grande mistero della grazia di Dio e della<br />
volontÇ dell’uomo, che puÜ sempre dire un no secco, perentorio, al suo<br />
Salvatore. Ma anche di questo sâ dovrÇ domani rendere conto, perchÉ Å un sâ o<br />
un no che tanto male arreca agli altri fratelli nella fede, naturalmente arreca un<br />
grande bene, se il sâ Å definitivo, per sempre.