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Lettera ai Filippesi - Parrocchia GOTTOLENGO

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<strong>Filippesi</strong> Capitolo I<br />

grande grazia perchÉ questo processo di formazione di Cristo in noi non si<br />

arresti m<strong>ai</strong>, anzi cresca di giorno in giorno, fino alla perfetta maturazione e<br />

fruttificazione della sua vita in noi.<br />

La persuasione di Paolo riguarda certamente Dio, ma riguarda anche i <strong>Filippesi</strong>.<br />

Dio porterÇ a compimento in loro e per loro l’opera giÇ intrapresa e la potrÇ<br />

portare perchÉ i <strong>Filippesi</strong> si lasceranno portare da Dio, da Lui condurre fino a<br />

formare pienamente Cristo nei loro cuori.<br />

Ö questa di Paolo pura retorica, discorso vuoto fondato sul nulla storico? No di<br />

certo. Questa di Paolo Å un’affermazione che trova la sua radice nella storia dei<br />

<strong>Filippesi</strong>. Egli sa che questi cristiani si sono sempre manifestati docili all’azione<br />

dello Spirito Santo e per questo prega per loro, manifestando anche qual Å<br />

l’idea che egli si Å fatto su ciascuno di loro.<br />

Dio in loro puÜ operare. Essi di sicuro si lasceranno guidare e condurre da Dio.<br />

Ö questa la persuasione di Paolo, che non Å fondata su una veritÇ di ragione o<br />

di fede, trova la sua ragion d’essere nella storia dei <strong>Filippesi</strong>, in ciÜ che essi<br />

hanno giÇ fatto per lui e per la causa del Vangelo.<br />

Ö giusto che ogni comunitÇ, ogni cristiano dia <strong>ai</strong> fratelli questa persuasione.<br />

Ognuno di noi deve essere persuaso dell’altro. Questo purtroppo non avviene,<br />

perchÉ noi non siamo costanti nella veritÇ e nella grazia e questo Å soprattutto<br />

un male per tutta la comunitÇ, soprattutto Å un male perchÉ deve avere questa<br />

persuasione e non se la puÜ mettere nel cuore, perchÉ la storia si rifiuta di<br />

offrirgliela, non la storia generale, ma la storia di ogni singola persona.<br />

Da questo possiamo capire quanto valore abbia la storia. La storia Å qui intesa<br />

come il nostro passato, la nostra particolare maniera di vivere e di operare<br />

all’interno e all’esterno della comunitÇ dei figli di Dio.<br />

Il giorno di Cristo GesÑ Å il giorno della nostra morte, per quanto riguarda ogni<br />

singolo credente. PoichÉ la comunitÇ Å oltre il singolo e cammina verso il giorno<br />

del giudizio finale, il giorno di Cristo GesÑ Å quando Lui verrÇ per risorgerci dal<br />

sepolcro e radunarci per il giudizio universale.<br />

Paolo Å perciÜ convinto, anzi persuaso, che Dio fino a quel giorno Å al lavoro<br />

per portare a compimento l’opera che ha giÇ intrapreso.<br />

L’unica cosa che bisogna chiedersi Å questa: compirÇ sempre il Signore<br />

quest’opera? La risposta Å una sola: la compierÇ se l’uomo lo lascia agire. C’Å<br />

una sola certezza nell’azione del Signore: il dono della sua grazia Å sempre<br />

quando si celebra un sacramento – anche questo perÜ dipende dalle<br />

disposizioni di chi lo riceve – un sacramento puÜ essere anche nullo, a volte<br />

anche sacrilego -; non Å invece sempre fuori del sacramento, qui occorrono le<br />

buone disposizioni dell’uomo, il quale non sempre partecipa al dono di Dio e<br />

non sempre lo accoglie con gioia e veritÇ.<br />

Anche la risposta dell’uomo entra nel grande mistero della grazia di Dio e della<br />

volontÇ dell’uomo, che puÜ sempre dire un no secco, perentorio, al suo<br />

Salvatore. Ma anche di questo sâ dovrÇ domani rendere conto, perchÉ Å un sâ o<br />

un no che tanto male arreca agli altri fratelli nella fede, naturalmente arreca un<br />

grande bene, se il sâ Å definitivo, per sempre.

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