Lettera ai Filippesi - Parrocchia GOTTOLENGO
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<strong>Filippesi</strong> Introduzione<br />
viene dall’uomo. Le voci dell’uomo non possono sovrastare la voce dello Spirito<br />
e per questo occorre, dopo aver anche ascoltato le voci degli uomini, ritirarsi<br />
presso Dio per mettersi in ascolto dello Spirito che parla al cuore e questo ritiro<br />
deve essere anche di giorni, se non di settimane e di mesi.<br />
Cristo GesÑ si fece obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Si fece<br />
obbediente sempre. La sua Å relazione di obbedienza perenne, perfetta,<br />
dipendenza totale dalla volontÇ del Padre. Lui vive per fare la volontÇ del Padre.<br />
La volontÇ del Padre Å il suo cibo quotidiano. Si nutre di volontÇ del Padre. Ö<br />
questa la ricchezza della vita di Cristo.<br />
Questa stessa ricchezza Paolo chiede <strong>ai</strong> <strong>Filippesi</strong>. Se loro vogliono portare la<br />
vita nella comunitÇ devono consegnarsi alla morte allo stesso modo di Cristo<br />
GesÑ. Non c’Å vita se non nella propria consegna alla morte per obbedienza,<br />
per amore, per adorazione del mistero del Padre.<br />
La via della santità, nella conformazione a Cristo. Cosa Å la conformazione<br />
a Cristo GesÑ, ma soprattutto cosa Å la santitÇ?<br />
La santitÇ Å la natura stessa di Dio. Dio Å santo nella sua essenza e fonte di<br />
santitÇ. Ma che cosa Å in sÉ la natura di Dio? La natura di Dio Å caritÇ, amore,<br />
dono della vita.<br />
La vita in Dio Å dono totale. Il Padre dona tutto se stesso al Figlio, generandolo;<br />
il Figlio dona tutto se stesso al Padre, consegnandogli la volontÇ. Questa<br />
consegna e questa generazione avvengono nella comunione dello Spirito<br />
Santo, la VeritÇ e la CaritÇ eterna del Padre e del Figlio, del Padre che Å data<br />
tutta al Figlio e del Figlio che Å data tutta al Padre.<br />
La santitÇ del Padre Å il dono della vita al Figlio, la santitÇ del Figlio Å anche il<br />
dono della sua vita al Padre. C’Å una sola volontÇ: quella del Padre. Il Figlio<br />
dona al Padre la sua volontÇ divina, nell’eternitÇ; dona la sua volontÇ umana nel<br />
tempo.<br />
In questo dono di volontÇ umana e divina Å il mistero della redenzione. La<br />
redenzione si compie non per la morte in croce di Cristo, ma per il dono della<br />
volontÇ del Figlio al Padre fino alla morte e alla morte di croce.<br />
San Paolo vuole che i <strong>Filippesi</strong> si conformino a Cristo. Come? Donando la loro<br />
volontÇ al Padre, nell’ascolto della sua voce, nel compimento del proprio<br />
ministero o carisma, fino alla morte e alla morte di croce.<br />
Dio che ci chiede il dono della nostra volontÇ, in una obbedienza perfetta alla<br />
sua voce, ce la chiede perchÉ noi amiamo i fratelli, diamo loro la nostra vita, ci<br />
mettiamo a loro servizio, a servizio del loro corpo, del loro spirito, della loro<br />
anima. Il dono della volontÇ Å al Padre, ma per il servizio all’uomo. Il nostro<br />
deve essere un servizio d’amore che porta salvezza <strong>ai</strong> fratelli e la salvezza Å<br />
insieme dell’anima, dello spirito, del corpo.<br />
Se si dona la volontÇ a Dio, la si dona in una obbedienza perenne alla sua<br />
voce. Ora la voce di Dio vuole che si servano i fratelli con lo stesso amore di<br />
Cristo GesÑ, cioÅ con un servizio alla veritÇ e alla caritÇ, capace di annientarsi,<br />
di annullarsi, di spogliarsi totalmente di sÉ. Ö da questo annientamento che<br />
nasce il vero amore ed Å da questo abbassamento che la vita fiorisce sulla