Lettera ai Filippesi - Parrocchia GOTTOLENGO
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<strong>Filippesi</strong> Introduzione<br />
infinito, tra il compimento della volontÇ di Dio e la sua comprensione. Per<br />
questo motivo Å necessario, anzi indispensabile, che l’uomo non solo si annienti<br />
nella sua volontÇ, ma anche nei suoi pensieri e se Å difficile annullarsi nella<br />
volontÇ, ancora piÑ difficile Å annientarsi nei pensieri.<br />
L’una e l’altra consegna, della volontÇ e dei pensieri, puÜ essere fatta grazie<br />
alla forza dello Spirito Santo che ci guida e ci spinge perchÉ noi ci consegniamo<br />
pienamente, totalmente al Signore Dio nostro.<br />
Ö questa consegna dell’intera vita, senza nessun ostacolo da parte nostra, nÉ di<br />
sentimenti e nÉ di pensieri, la nostra santitÇ. Ö santitÇ non perchÉ Å opera<br />
buona, ma perchÉ Å ascolto della volontÇ di Dio. Ö santitÇ perchÉ Å obbedienza;<br />
se non c’Å obbedienza e quindi dono della volontÇ e dei pensieri non c’Å santitÇ.<br />
Ci sono opere, ma le opere non sono la santitÇ cristiana.<br />
Paolo ci insegna questa veritÇ ed Å su di essa che dobbiamo iniziare a costruire<br />
la nostra relazione con Dio, per amore dei fratelli, per la loro salvezza eterna.<br />
La via dell’affidamento a Dio, nella libertÅ dalle cose. Si consegna a Dio la<br />
volontÇ, si consegnano a Dio i pensieri.<br />
C’Å una libertÇ interiore e c’Å una libertÇ esteriore. Le due libertÇ devono<br />
camminare insieme. Se c’Å la libertÇ interiore, deve esserci anche la libertÇ<br />
esteriore e se c’Å la libertÇ esteriore deve esserci anche la libertÇ interiore.<br />
C’Å il dono della volontÇ a Dio. Ma c’Å anche la tentazione contro questo dono e<br />
questa consegna.<br />
La prima tentazione viene d<strong>ai</strong> pensieri. Si vuole dare la volontÇ a Dio, ma poi si<br />
pensa che un’opera o una realizzazione sia piÑ importante di ciÜ che il Signore<br />
ci chiede, oppure si pensa che ciÜ che stiamo facendo possa <strong>ai</strong>utare meglio e di<br />
piÑ la realizzazione del mistero della salvezza.<br />
Questa Å bella e buona tentazione. Ö tentazione sottile. Il pensiero dell’uomo<br />
prende il posto del pensiero di Dio; il pensiero dell’uomo viene reputato<br />
superiore al pensiero di Dio.<br />
Se non si parte dalla certezza di fede che Dio Å sapienza eterna, divina,<br />
intelligenza suprema dinanzi alla quale nulla resta velato, nÉ il mistero della<br />
storia passata, nÉ quello della storia presente e neanche quello della storia<br />
futura, noi sicuramente cadiamo nella trappola della tentazione e non possiamo<br />
piÑ compiere la volontÇ di Dio.<br />
I nostri pensieri ci fanno arretrare dinanzi ad una richiesta di Dio che noi<br />
sottoponiamo al vaglio della nostra sapienza terrena prima di darle piena<br />
obbedienza ed esecuzione.<br />
Di questi errori nella Chiesa se ne commettono tanti. Oggi si Å come sostituita<br />
la volontÇ di Dio con quella dell’uomo. Non c’Å piÑ obbedienza; ma pensieri<br />
umani. Ai pensieri umani non si obbedisce; si obbedisce solo alla volontÇ di Dio,<br />
ma la volontÇ di Dio m<strong>ai</strong> deve soggiacere al raziocinio dei nostri pensieri o della<br />
nostra intelligenza.<br />
Paolo non vuole che tutto questo accada. Sarebbe la morte della comunitÇ<br />
cristiana, perchÉ Å giÇ la morte del cristiano. Il cristiano Å tale finchÉ obbedisce