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Lettera ai Filippesi - Parrocchia GOTTOLENGO

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<strong>Filippesi</strong> Capitolo II<br />

Qualcuno potrebbe obiettare: non sarebbe stato sufficiente solo scrivere loro e<br />

rassicurali tutti?<br />

Qualcuno, o forse tutti, avrebbero anche potuto pensare che la sua lettera fosse<br />

un modo gentile, amorevole di non farli pensare a lui, mentre in realtÇ le cose<br />

sarebbero potute essere anche diversamente e cioÅ che Epafrodito fosse<br />

realmente ammalato, dicendosi perÜ sano e annunziandosi tale alle loro<br />

orecchie.<br />

Invece lui vuole che nessun dubbio, nessuna incertezza rimanga nel loro spirito;<br />

vuole che il loro cuore sia libero da ogni altro pensiero, se non quello di un<br />

amore sconfinato verso Cristo GesÑ e ogni loro impegno fosse diretto<br />

all’evangelizzazione, per chiamare ogni uomo a credere al Vangelo,<br />

convertendosi alla parola della salvezza.<br />

Questo Å amore puro, vero per i <strong>Filippesi</strong> e per Cristo GesÑ. Ma chi Å alla<br />

scuola di Paolo sa che non c’Å amore vero se non per Cristo, con Cristo e in<br />

Cristo; sa anche che l’amore verso i fratelli Å perfetto se li libera da ogni<br />

preoccupazione, perchÉ loro possano sempre e comunque dedicare tutto il loro<br />

cuore a Cristo e la loro Parola all’annunzio del suo Vangelo.<br />

[27]E` stato grave, infatti, e vicino alla morte. Ma Dio gli ha usato<br />

misericordia, e non a lui solo ma anche a me, perché non avessi dolore su<br />

dolore.<br />

Viene ora precisato che la sua malattia Å stata grave, tanto grave da essere<br />

vicino alla morte. Non sappiamo perÜ la natura di questa grave malattia.<br />

Ö la gravitÇ della malattia che giustifica il suo desiderio di rassicurare i <strong>Filippesi</strong>.<br />

Questi devono pensarlo in buona salute. Non possono pensarlo un moribondo.<br />

CiÜ che in questo versetto merita qualche parola di spiegazione Å quanto viene<br />

affermato in seguito.<br />

Nella malattia di Epafrodito si rivela la misericordia di Dio. Dio lo ha provato con<br />

la sofferenza, ma non ha permesso che la malattia lo vincesse. Gli ha concesso<br />

la grazia della guarigione.<br />

Paolo vede questa grazia non solo un beneficio che Dio arreca ad Epafrodito,<br />

ma un particolare segno del suo amore anche per lui, per Paolo.<br />

Ci sono dei momenti nella vita di un uomo in cui il dolore Å giÇ grande.<br />

Aggiungere altro dolore, il cuore potrebbe anche non farcela, potrebbe<br />

soccombere.<br />

Ora Dio non vuole che il dolore ci vinca, ci sommerga. Per questo lo dosa con<br />

saggezza infinita.<br />

Inoltre, in un momento ass<strong>ai</strong> particolare di sofferenza, anche la piÑ piccola gioia<br />

puÜ portare tanto sollievo al cuore e allo spirito.<br />

Si ricordi che GesÑ nel momento dell’agonia nell’Orto del Getsemani ha chiesto<br />

<strong>ai</strong> suoi discepoli di sostenerlo con la loro preghiera. Anche Cristo GesÑ –<br />

secondo l’espressione del Salmo – cercava consolatori, ma invano.

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