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Lettera ai Filippesi - Parrocchia GOTTOLENGO

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26<br />

<strong>Filippesi</strong> Capitolo I<br />

alla volontÇ che il Padre gli manifestava? Come GesÑ visse questo amore se<br />

non lasciandosi guidare e muovere dallo Spirito Santo?<br />

Quale dovrÇ essere la caritÇ dei <strong>Filippesi</strong> se non una perenne mozione dello<br />

Spirito che agisce ed opera in loro? Cosa Å infatti la conoscenza e il<br />

discernimento se non una sempre piÑ grande illuminazione e mozione dello<br />

Spirito perchÉ solo la volontÇ di Dio si compia?<br />

C’Å un solo amore: quello di Cristo GesÑ. In questo amore Paolo ha inserito i<br />

<strong>Filippesi</strong>. Questo amore vuole che i <strong>Filippesi</strong> vivano in ogni sua manifestazione.<br />

Questo amore solo il Signore puÜ concederlo. Lo concede se glielo si chiede.<br />

Chi deve chiederlo? Chi Å giÇ perfetto in questo amore.<br />

Ö questo un obbligo perenne del cristiano. Egli Å obbligato a crescere<br />

nell’amore di Cristo, crescendo lui, deve portare ogni altro in questo amore.<br />

Deve farlo attraverso la sua opera di evangelizzazione e di dono della grazia di<br />

Dio, con una testimonianza sempre piÑ convinta e sempre piÑ carica di caritÇ;<br />

deve anche farlo attraverso la preghiera, perchÉ sia Dio a prendersi cura<br />

direttamente di ogni persona che noi gli presentiamo. Questa Å la legge<br />

dell’amore cristiano.<br />

[10]perché possiate distinguere sempre il meglio ed essere integri e<br />

irreprensibili per il giorno di Cristo,<br />

Il discernimento, l’illuminazione dello Spirito Santo non Å finalizzata a conoscere<br />

solamente il bene. Il discepolo di GesÑ non deve chiedersi se una cosa Å<br />

buona, ma se in quella cosa buona si manifesta e si realizza la volontÇ che Dio<br />

ha su di noi.<br />

Il discepolo di GesÑ non cerca il bene in sÉ, cerca il bene per sÉ, cerca il bene<br />

che il Signore gli ha assegnato di compiere. Questo Å il meglio per lui.<br />

Cercando il meglio, gli esce dal bene in sÉ, entra nel bene particolare,<br />

personale, che Å poi il compimento della missione che il Signore ha scritto per<br />

lui fin dall’eternitÇ.<br />

Questo significa anche essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, cioÅ<br />

per il giorno del giudizio universale.<br />

Quando ci presenteremo dinanzi al suo cospetto per ricevere il giudizio, ognuno<br />

di noi deve poter dire: Signore, quanto h<strong>ai</strong> stabilito che io facessi, l’ho fatto; l’ho<br />

fatto perÜ nel migliore dei modi; l’ho fatto secondo tutta la sapienza e<br />

l’intelligenza, la caritÇ che lo Spirito ha versato nel mio cuore.<br />

L’ho fatto solo per piacere a te, per renderti gloria. L’ho fatto spogliandomi<br />

interamente della mia volontÇ, del mio cuore, dei miei sentimenti che ho<br />

consegnato a te, perchÉ fossi tu a dirigerli con il tuo Santo Spirito dall’alto.<br />

PerchÉ possiamo entrare in questa perfezione del compimento della volontÇ di<br />

Dio non solo occorre la preghiera di Paolo, o di ogni nostro fratello; Å<br />

necessaria anche la nostra preghiera, che deve essere costante, perseverante,<br />

incessante.<br />

Ogni nostro attimo deve essere vissuto secondo la volontÇ di Dio, nella ricerca<br />

del meglio secondo Dio. Chi puÜ rivelarci questo meglio, chi puÜ <strong>ai</strong>utarci a

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