Anno Numero 1993 11 - Studi Filosofici
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Credo che il fulcro della proposta filosofica<br />
di Karl-Otto Apel consista in quella etica<br />
della comunicazione che è al tempo stesso<br />
una grande proposta di civiltà e di democrazia,<br />
non soltanto una proposta di filosofia.<br />
Le radici e le basi del suo pensiero<br />
fanno riferimento a tanti autori, ma direi<br />
principalmente a Kant e all’americano<br />
Charles Sanders Peirce. Questa unione di<br />
pensiero trascendentale e di pensiero semiotico<br />
ha in Apel uno sviluppo molto<br />
originale, molto acuto e profondo; ma soprattutto<br />
molto importante in quanto individua<br />
nell’elemento trascendentale e nell’elemento<br />
del linguaggio della comunicazione<br />
e del segno i due capisaldi per una<br />
etica interplanetaria, nella quale possa riconoscersi<br />
ogni uomo di buona volontà.<br />
Quello di Apel, quindi, non è il tentativo di<br />
Nella mia<br />
lezione<br />
voglio trattare (in<br />
successione) i seguenti<br />
tre aspetti del problema<br />
indicato nel titolo.<br />
1. In primo luogo voglio<br />
mostrare il bisogno urgente<br />
di una macroetica che<br />
ritengo sia il nuovo prominente<br />
compito dell’etica filosofica<br />
del nostro tempo.<br />
2. Secondariamente evidenzierò<br />
e spiegherò le apparenti<br />
difficoltà che nelle<br />
ultime decadi, a livello di<br />
filosofia professionale (accademica),<br />
hanno suggerito<br />
che il problema di una<br />
fondazione razionale di una<br />
macroetica universalistica<br />
del genere umano non possa<br />
essere risolto o che sia<br />
addirittura un problema<br />
senza senso.<br />
3. In terzo luogo proverò a suggerire una possibile soluzione<br />
del problema dal punto di vista di una pragmatica<br />
trascendentale della comunicazione umana, o, più precisamente,<br />
del discorso argomentativo come forma riflessiva<br />
della comunicazione umana.<br />
In primo luogo dovrei spiegare che cosa intendo con<br />
macroetica del genere umano e perché, o a che riguardo,<br />
possa essere considerata una nuova caratteristica nello<br />
sviluppo storico dell’etica che dovrebbe corrispondere o<br />
rispondere a un nuovo stadio nell’evoluzione culturale<br />
dell’uomo.<br />
Penso ci siano pochi aspetti della civiltà contemporanea<br />
nei quali la strutturale non-contemporaneità (o il nonsincronismo)<br />
dei diversi settori dello sviluppo socioculturale<br />
sia più sorprendente che nella sfera della morale<br />
convenzionale, se ciò è comparato o confrontato con le<br />
attuali richieste di una comune e congiunta responsabilità<br />
per le conseguenze planetarie delle attività umane. La<br />
morale convenzionale in tutti i popoli o culture è ancora<br />
essenzialmente ristretta alle relazioni umane all’interno<br />
CONFERENZA<br />
contrapporre alla logica della scienza, alla<br />
logica della logica, un pensiero che si affidi<br />
a valori di tipo irrazionale, di tipo emotivo,<br />
di tipo sostanzialmente psicologico e individualistico;<br />
anzi, il suo tentativo è quello<br />
di gettare le basi di una trascendentalità<br />
dell’etica dell’uomo della scienza, dell’etica<br />
dell’uomo della tecnica, dell’etica di<br />
quell’uomo planetario che si sta realizzando<br />
tumultuosamente sotto i nostri occhi. Il<br />
tentativo di Apel è di individuare un fondamento<br />
indubitabile, logicamente consistente;<br />
in un’epoca in cui si ama prevalentemente<br />
sottolineare il non-fondamento, l’assenza<br />
di fondamento, Apel propone coraggiosamente<br />
e consapevolmente una filosofia<br />
del fondamento. Filosofia del fondamento<br />
etico - si badi bene - non filosofia del<br />
fondamento ontologico, del fondamento<br />
in collaborazione con<br />
il Goethe-Institut di Milano<br />
e l’Università degli <strong>Studi</strong> di Milano<br />
Il problema<br />
di una macroetica<br />
universalistica<br />
della co-responsabilità<br />
di Karl-Otto Apel<br />
con una nota introduttiva<br />
di Carlo Sini<br />
traduzione di Massimiliano Pagani<br />
16<br />
trascendentale nel senso kantiano, rinnovato<br />
attraverso le categorie della semiotica<br />
di Peirce. Questa proposta di Apel è stata<br />
discussa in tutto il mondo; ha avuto i suoi<br />
oppositori: sono note le affinità, ma anche<br />
le differenze, tra la posizione di Apel e per<br />
esempio quella di Habermas.<br />
Grazie all’opera organizzativa del Goethe<br />
Institut e dell’Università degli <strong>Studi</strong> di<br />
Milano, in questa sua conferenza, di cui<br />
presentiamo qui di seguito il testo di riferimento,<br />
elaborato per la pubblicazione, Apel<br />
ci presenterà la sua posizione. Una posizione<br />
che esige una presa di coscienza, una<br />
riflessione; certamente essa è uno dei più<br />
segni significativi della filosofia attuale,<br />
sia per la ricchezza dei suoi riferimenti, sia<br />
per l’importanza intrinseca delle tematiche<br />
che propone alla nostra riflessione.<br />
di piccoli gruppi o, al meglio,<br />
è ancora confinata all’adempimento<br />
di funzioni<br />
e doveri professionali all’interno<br />
di un sistema sociale<br />
di norme, p.e. all’interno<br />
di uno stato nazionale.<br />
Questi due livelli di<br />
moralità convenzionale<br />
possono essere chiamati rispettivamente<br />
una microetica<br />
e una mesoetica. E io<br />
vorrei mettere in evidenza<br />
che anche le usuali tensioni<br />
e i conflitti fra esigenze<br />
morali sono tuttora avvertiti<br />
e articolati come quelle<br />
di un antagonismo tra i livelli<br />
di micro- e mesoetica.<br />
Quindi, per esempio, le richieste<br />
dei ruoli e delle norme<br />
che sono definite da un<br />
sistema sociale (di legge e<br />
di ordine) impongono loro<br />
stesse e danno forma alle intime relazioni di simpatia,<br />
interesse e lealtà che costituiscono il legame sociale di<br />
piccoli gruppi, come sono le famiglie e i clan; e fino ad<br />
oggi hanno agito con il miglior esito nel caso di una<br />
mobilitazione di sentimenti nazionali o religiosi o quasireligiosi,<br />
per esempio in connessione con guerre o rivoluzioni.<br />
Come forme meno spettacolari, ma di solito<br />
sufficientemente efficaci, possiamo menzionare le norme<br />
di un sistema sociale sostenute dal pubblico consenso<br />
e da sanzioni legali. Ma accade anche di continuo in molti<br />
paesi che lo stato della legge e le norme morali del sistema<br />
sociale perdano la loro autorità ed efficacia. Allora le loro<br />
funzioni possono ritornare alle famiglie e ai clan quale<br />
conseguenza della corruzione generale, come nel caso<br />
del dominio della mafia.<br />
Ora, nel mezzo di queste persistenti caratteristiche delle<br />
morali convenzionali, cioè, tra tensioni e conflitti nelle<br />
esigenze della micro e della mesoetica, nuovi aspetti<br />
delle richieste morali sono emersi e si sono sviluppati<br />
nella società industriale del nostro secolo. Questi aspetti