PROSPETTIVE DI RICERCA Friedrich Heinrich Jacobi, Immanuel Kant, l’antica Università di Jena, Karl Leonhard Reinhold, Johann Gottlieb Fichte 40
Scritti kantiani di Jacobi Tre importanti scritti di Friedrich Heinrich Jacobi su Immanuel Kant sono oggi disponibili in traduzione italiana nel volume SCRITTI KANTIANI (a cura di G. Sansonetti, Morcelliana, Brescia 1992). Il primo, SULL’IDEALISMO TRASCENDENTA- LE, è in effetti la famosa appendice all’opera DAVID HUME E LA FEDE del 1787; il secondo è il noto trattato del 1801 SULL’IMPRESA DEL CRITICISMO DI RICONDUR- RE LA RAGIONE ALL’INTELLETTO; il terzo, il più breve ma non meno significativo, SULL’INSCINDIBILITÀ DEL CONCETTO DI LIBER- TÀ E DI PROVVIDENZA DAL CONCETTO DI RA- GIONE del 1799. I testi, per la prima volta disponibili in lingua italiana, sono tradotti ed ampiamente introdotti da Giuliano Sansonetti, che, dopo aver premesso alcuni brevi cenni di biografia intellettuale, inquadrato la figura ed evidenziato l’importanza del pensiero di Friedrich Heinrich Jacobi nel suo tempo e nella sua storiografia filosofica dell’Ottocento e Novecento, fino agli studi più recenti, si sofferma a delineare e puntualizzare i motivi del serrato e lungo confronto di Jacobi con il pensiero di Spinoza e Kant. Tra i motivi specifici degli scritti jacobiani sulla filosofia di Kant, Sansonetti ricorda soprattutto la critica di Jacobi alla concenzione kantiana della conoscenza nel suo complesso, il rapporto tra “oggetto empirico” ed “oggetto trascendentale”, tra “fonomeno” e “cosa in sé”, ed infine - senza ritenere con questo esaurito il contenzioso tra Kant e Jacobi - la critica alla kantiana idealità del tempo e dello spazio. Giustamente Sansonetti mette in guardia il lettore dalla difficoltà di distinguere nella lettura dei testi proposti ciò che appartiene a Jacobi filosofo e critico. Altrettanto opportunamente fa notare anche come, di fronte alle tesi interpretative originali e alle proposte personali di sviluppo, svolte e presentate per di più con atteggiamenti fortemente critici, polemici e a volte sarcastici, sia difficile sfuggire all’impressione che Jacobi forzi il testo kantiano. Tuttavia, conclude Sansonetti, non si può altrettanto dire che egli non colga «il vero senso dell’opera kantiana». T.L.R. PROSPETTIVE DI RICERCA PROSPETTIVE DI RICERCA Il vangelo kantiano Dal 6 al 29 gennaio <strong>1993</strong>, nella bella sala, appena restaurata, del Senato accademico della Friedrich-Schiller- Universität di Jena, si è tenuta una mostra straordinariamente interessante dal titolo: DAS KANTISCHE EVANGELIUM. DER FRÜHKANTIANISMUS AN DER UNIVERSI- TÄT JENA VON 1785 BIS 1800 UND SEINE VORGESCHICHTE, che documentava il primo impatto del kantismo a Jena. Tra le scoperte più interessanti risulta che una lezione sulla CRITICA DELLA RA- GION PURA era stata annunciata da Johann August Ubrich nel 1784 e da Erhard Schmid nel 1785. Che molte biblioteche e archivi nel territorio della ex Germania orientale e nelle nazioni dell’Europa orientale contengano libri e documenti utili a chiarire diversi momenti cruciali della storia dell’illuminismo tedesco è cosa risaputa, vista, in particolare, la notevole velocità con cui ebbe luogo, allora, sia attraverso i libri, sia attraverso la peregrinatio academica, la circolazione delle idee. Per avere un’idea delle dimensioni dell’area di cultura tedesca alla fine del Settecento basta uno sguardo all’utile volumetto di Konrad Schröder, Vorläufiges Verzeichnis der in Bibliotheken und Archiven vorhandenen Vorlesungsverzeichnisse deutschsprachiger Universitäten aus der Zeit vor 1945 (Saarbrücken 1964), un repertorio che raccoglie informazioni sulla collocazione attuale, nelle più diverse biblioteche europee, dei catalogi praelectionum di tutte le università di lingua tedesca prima del 1945. Nel caso particolare della diffusione della filosofia critica, si è trattato di un movimento da Est a Ovest, che dalla periferica Königsberg, capoluogo della più orientale delle provincie prussiane, ha portato le idee di Kant fin nel centro della Germania, prima tappa di un processo che avrebbe dato a Kant diffusione europea. Ora, che il kantismo avesse dapprima preso piede all’Università di Jena, l’Alma Salana, era ben noto, in particolare per via delle estreme conseguenze che dalle premesse kantiane avevano tratto una schiera di giovani pensatori allora attivi a Jena e i cui 41 nomi sono celebri: Karl Leonhard Reinhold, Friedrich Schiller, Johann Gottlieb Fichte, Wilhelm von Humboldt, Alexander von Humboldt, Friedrich Wilhelm Georg Hegel (citati secondo l’ordine del loro arrivo a Jena). Meno noto, ovvero del tutto ignoto, era che il supposto iniziatore del kantismo jenese, il viennese Reinhold, giunto a Jena nell’ottobre del 1787, che con i suoi Briefe über die Kantische Philosophie (del 1786 - documenti 51-53) aveva aperto gli occhi del grande pubblico sulla profondità e l’importanza della filosofia kantiana, si trovò davanti dei colleghi che non solo avevano compreso perfettamente la portata dei risultati raggiunti da Kant, ma addirittura li avevano già sperimentati con successo nelle loro lezioni. Ed è stato proprio muovendo dalla corrispondenza tra il filosofo Christian Gottfried Schütz (1747-1832 - allievo di Georg Friedrich Meier a Halle e direttore della celebre Allgemeine Literatur-Zeitung) e Kant - in particolare da un passo della lettera di Schütz a Kant del 20.9.1785, in cui si faceva menzione di una guida agli studi preparata da Schütz, a nome della facoltà filosofica della Salana, seguendo il «Suo [di Kant] progetto», ovvero riprendendo testualmente le pagine dell’Architettonica della ragion pura dedicate alla partizione della metafisica (KrV A 845 s.) - che è riuscito a Norbert Hinske e ai suoi colleghi jenesi, Erhard Lange e Horst Schröpfer, di rintracciare l’originale, stampato a Jena in mille copie nell’aprile 1785, con il titolo di Anweisung auf die zur philosophischen Facultät gehörigen Wissenschaften und deren Endzweck, Wichtigkeit und <strong>Studi</strong>um betreffend (documenti 5a-5b), e di cui né i curatori del corrispondente volume dell’epistolario kantiano, né Max Wundt, l’autore di un’ampia ricostruzione storica dedicata alla filosofia insegnata a Jena, nemmeno sospettavano l’esistenza. La ricerca sui documenti conservati presso l’Universitätsarchiv e la Thüringer Universitäts-und Landesbibliothek di Jena ha permesso ai curatori della mostra e del puntuale catalogo che l’accompagna, Das Kantische Evangelium. Der Frühkantianismus an der Universität Jena von 1785- 1800 und seine Vorgeschichte. Ein Begleitkatalog (a cura di Norbert Hinske, Erhard Lange und Horst Schröpfer, Frommann-
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