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Propriet`a ottiche di singole nanoparticelle ... - Centri di Ricerca

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dono agli elettroni <strong>di</strong> conduzione, la cui densità all’interno del metallo è molto<br />

alta.<br />

In generale, un campo elettromagnetico incidente su un mezzo materiale induce<br />

al suo interno una polarizzazione che ne determina la risposta ottica. In<br />

un mezzo isotropo, questa può essere descritta utilizzando la funzione <strong>di</strong>elettrica<br />

relativa ε(ω) = ε1(ω) + iε2(ω) o, equivalentemente, l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rifrazione<br />

complesso n∗ = n + iκ con n∗2 = ε.<br />

Sempre in termini generali, la propagazione <strong>di</strong> un’onda elettromagnetica<br />

monocromatica −→ E exp(−iωt) + c.c. è regolata dall’equazione delle onde <strong>di</strong><br />

Helmhotz:<br />

∇ 2−→ E + ω2<br />

c2 ε(ω)−→ E = 0 (1.3)<br />

Considerando per semplicità un’onda in <strong>di</strong>rezione z, l’intensità si scrive:<br />

<br />

<br />

I(z) = I0 <br />

exp <br />

ω<br />

<br />

2 <br />

i nz − ωt = I0 exp(−αz) (1.4)<br />

c<br />

dove α, fattore <strong>di</strong> smorzamento dell’intensità, è il coefficiente <strong>di</strong> assorbimento<br />

dell’onda luminosa, associato <strong>di</strong>rettamente alla parte immaginaria dell’in<strong>di</strong>ce<br />

<strong>di</strong> rifrazione nel mezzo:<br />

α = 2 ω<br />

c κ(ω)<br />

Al momento dell’assorbimento <strong>di</strong> un’onda luminosa da parte <strong>di</strong> un metallo,<br />

possono intervenire due <strong>di</strong>versi meccanismi: anzitutto una transizione intrabanda,<br />

che domina nella zona dell’infrarosso; questo tipo <strong>di</strong> meccanismo<br />

riguarda fotoni poco energetici che vengono assorbiti e, congiuntamente a<br />

processi <strong>di</strong> scattering all’interno del materiale (elettrone-fonone, elettroneelettrone,<br />

elettrone-impurezza), eccitano un elettrone della banda <strong>di</strong> conduzione<br />

su un livello <strong>di</strong> energia libero più alto (oltre il livello <strong>di</strong> Fermi) ma<br />

all’interno della stessa banda. Il secondo meccanismo prende il nome <strong>di</strong><br />

transizione interbanda: in tal caso fotoni molto energetici (solitamente nell’ultravioletto)<br />

sono in grado <strong>di</strong> eccitare un elettrone della banda <strong>di</strong> valenza<br />

verso la banda <strong>di</strong> conduzione. Dal momento che la funzione <strong>di</strong>elettrica ε(ω)<br />

è legata alla struttura elettronica del mezzo e, in particolare, alle transizioni<br />

elettroniche indotte dall’assorbimento <strong>di</strong> un fotone tra due stati, essa potrà<br />

dunque essere scritta come somma <strong>di</strong> due termini:<br />

ε(ω) = ε intra (ω) + δε inter (ω) (1.5)<br />

Questi due contributi vanno analizzati separatamente: il primo può essere<br />

trattato classicamente, attraverso il modello <strong>di</strong> Drude; per investigare a fondo<br />

il secondo termine è invece necessario un approccio quantistico, sviluppato<br />

per primo da Lindhard nel 1954.<br />

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