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punendo gli abitanti con una deportazione ben più grave
della prima (586 a. C.). Ebbene, alla vigilia di questa grande
sciagura, mentre già gli eventi precipitano, il profeta riesce
tuttavia ad intravedere un futuro di gloria per Gerusalemme
e di pace per il suo territorio: la desolazione sarà cambiata
in allegria e in prosperità materiale.
È qui che il libro di Geremia ripropone il nostro oracolo,
nella forma che costituisce la prima lettura della liturgia
odierna. Le promesse di bene, che il Signore assicura di
voler realizzare, riguardano ancora il rampollo legittimo
della dinastia davidica, ma a questo punto si colorano e si
caricano anche di tutte le speranze che risuonano nel
nuovo contesto. Tant’è vero che questa volta il nome
“Signore nostra giustizia” non è più applicato al rampollo,
ma alla stessa Gerusalemme nella sua totalità: il richiamo
alla giustizia che viene da Dio si allarga dunque
ulteriormente. Più tardi la tradizione ebraica vedrà in questo
testo non solo un annuncio della restaurazione della
dinastia davidica, e la promessa di un’era di pace, bensì una
profezia dell’avvento definitivo del messia.
È importante cogliere questo dinamismo complesso dentro
cui ha preso forma e si è attuata la rivelazione divina. Come
un fiume che cresce lungo il suo corso, la parola di Dio,
lungi dall’esaurirsi o dal cristallizzarsi, non solo viene da lui
confermata, ma continua ad assumere in sé le angosce, le
speranze e, insomma, tutta la storia umana che essa
incontra lungo il suo cammino, fino a sfociare nel
compimento di ogni attesa, che è la persona stessa del
Messia.
Di qui il valore della vigilanza, a cui molto opportunamente
la seconda lettura e il Vangelo esortano: essa infatti è
l’atteggiamento spirituale indispensabile per entrare sempre
più nella consapevolezza del compimento finale che è
Cristo, risposta decisiva di Dio a tutti i desideri umani.
Proponendoci fin d’ora la profezia a monte e la parusia a
valle, la liturgia dell’Avvento ci indica l’alveo nel quale
cercare e comprendere il fatto storico dell’incarnazione del
Verbo. E ci suggerisce anche lo stile per farlo.
I domenica di Avvento
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ITINERARIO
LITURGICO PASTORALE