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deve impetrare, lamentarsi e piangere perché il suo grembo possa essere fecondo. Lo<br />

stesso figlio, poi, una volta nato e svezzato, deve essere condotto al santuario,<br />

poiché, come la madre riconosce, la sua vita viene da Dio e a Lui appartiene.<br />

Tale persuasione emerge pure nel passo di 1Gv 3, ove l’annuncio dell’Apostolo è<br />

appunto così scandito: siamo figli di Dio. L’identità del credente, costituito figlio<br />

grazie alla fede, è quindi destinata a rafforzarsi con il progredire della conoscenza<br />

del Padre e con la perseveranza nel comandamento dell’amore. Il discepolo di Gesù<br />

impara ad amare, come gli è stato insegnato, e così, amando come il Cristo ha<br />

amato, ossia vivendo nel Figlio (vv. 23-24, cfr. Gv 13,34), diventa sempre più simile<br />

al Padre che gli si rivelerà (“quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui”,<br />

v. 2). L’amore unisce al Cristo e, pertanto, rende figli.<br />

I figli, d’altra parte, sono anzitutto ascoltati: “qualunque cosa chiediamo, la<br />

riceviamo” (1Gv 3,22). Entrati nella logica dell’amore, ossia nella dedizione che i<br />

fratelli si prestano vicendevolmente in maniera disinteressata, essi riscoprono la<br />

stabilità della vicinanza di Dio e a questa si aprono con fiducia. Con i padri che<br />

recitavano i Salmi, sanno che ogni loro via sta dinanzi a Lui (Sal 119,168) e pertanto<br />

traggono conforto dalla certezza che Egli conosce tutti i pensieri del loro cuore (Sal<br />

19,15), che ogni loro desiderio non rimane a Lui nascosto (Sal 38,10). Con la vita e<br />

le parole della loro preghiera danno in tal modo forma all’antico verso: come il<br />

terreno riarso abbisogna solo dell’acqua che piove dal cielo, così loro abbisognano<br />

solo della cura del Padre (Sal 143,6).<br />

Dio ascolta e il suo ascolto provoca la vita. La vicenda di Anna lo esprime<br />

plasticamente: è sterile, è esposta all’umiliazione, poi Dio ode la sua supplica e<br />

nasce un bambino. Questo è d’altronde il senso di ogni intervento celeste: tornare a<br />

dilatare il cuore, liberare dall’angoscia, dal timore di perdere e riaprire al gusto per la<br />

vita, riaprire l’animo del credente perché ricominci a offrirsi e, quindi, a dare vita.<br />

“Li ascoltava e li interrogava” (Lc 2,46). Gesù si comporta come un alunno di buone<br />

speranze, attento all’insegnamento dei maestri e desideroso di chiarimenti. Così<br />

facendo, d’altro canto, rende visibile la condotta di Dio nella storia. Egli ascolta le<br />

ricerche di quanti scrutano la sua parola per riconoscere il tempo della speranza e,<br />

come farà il Risorto con i discepoli delusi che se ne vanno verso Emmaus, li aiuta a<br />

vedere la salvezza che ormai è entrata nel mondo (cfr. Lc 24,13-31).<br />

Tra l’Ottava: Santa famiglia<br />

51<br />

ITINERARIO<br />

LITURGICO PASTORALE

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