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Il documento (formato pdf) - Sistema Nazionale Linee Guida

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crisi, siano esse generalizzate o focali. La predisposizione genetica è complessa e solo raramente<br />

è ipotizzabile un’ereditarietà legata a un singolo gene<br />

- sintomatica: è una sindrome in cui le crisi epilettiche sono il risultato di una o più lesioni<br />

cerebrali strutturali accertabili<br />

- probabilmente sintomatica (criptogenica): è una sindrome in cui si ritiene che le crisi epilettiche<br />

siano il risultato di una lesione cerebrale anche se questa non è stata identificata<br />

- benigna: è una sindrome caratterizzata da crisi epilettiche facilmente trattabili o che non richiedono<br />

trattamento e in cui vi è una remissione senza sequele<br />

- riflessa: è una sindrome in cui tutte le crisi sono precipitate da stimoli sensoriali. Le crisi riflesse<br />

che occorrono in corso di sindromi generalizzate o focali e che sono associate anche a crisi<br />

non provocate sono da riportare come tipo di crisi<br />

• malattia epilettica: è una condizione patologica che ha un’eziologia singola, specifica e ben<br />

definita. Così la malattia di Unverricht-Lundborg rientra nel gruppo delle sindromi dell’epilessie<br />

miocloniche progressive assieme alla malattia di Lafora, alla sialidosi eccetera<br />

• encefalopatia epilettica: è una condizione in cui si ritiene che le anomalie epilettiche di per<br />

sé siano causa del progressivo disturbo della funzione cerebrale<br />

Classificazione<br />

PNLG – Diagnosi e trattamento delle epilessie<br />

L’elaborazione di un sistema di classificazione delle crisi e delle sindromi epilettiche è uno strumento<br />

indispensabile per consentire la comunicazione fra coloro che si occupano di epilessia e<br />

per poter confrontare i dati e i risultati degli studi e delle ricerche.<br />

L’ILAE 8 è l’organizzazione che ha dato i maggiori contributi alla classificazione e alla terminologia<br />

con cui indicare le crisi e le sindromi epilettiche. Nella classificazione del 1989, 15 ancora<br />

oggi spesso utilizzata, le sindromi epilettiche sono distinte in generalizzate e legate a una localizzazione<br />

(in base al tipo di crisi) e in idiopatiche, sintomatiche e criptogeniche (in base all’eziologia).<br />

Nel corso degli anni questo schema è stato rivisto e nell’ultima stesura del 2001 19 è<br />

stato proposto l’utilizzo di una terminologia standard ma sufficientemente flessibile da prendere<br />

in considerazione alcuni aspetti pratici e dinamici della diagnosi. I concetti di legato a una localizzazione<br />

e di criptogenico, ritenuti non chiari, sono stati sostituiti rispettivamente con focale e<br />

probabilmente sintomatica ed è stato proposto uno schema su 5 livelli o assi:<br />

• l’asse I riporta la descrizione fenomenologica delle sintomatologia ictale e utilizza un glossario<br />

standard della terminologia descrittiva indipendente da altri fattori come l’EEG e l’eziologia 18<br />

• l’asse II riporta il tipo o i tipi di crisi presentati dal paziente. A questo proposito viene individuata<br />

una lista di crisi che prevede una distinzione in crisi autolimitate e continue (SE) a loro volta<br />

classicamente distinte in generalizzate e focali. E’ inoltre indicata la localizzazione per le crisi<br />

focali e i fattori scatenanti per le crisi riflesse (Appendice 1)<br />

• l’asse III riporta la diagnosi sindromica che deriva da una lista di sindromi epilettiche accettate<br />

e riconosciute (Appendice 2). E’ specificato che una diagnosi sindromica non è sempre possibile in<br />

tutti i casi e che nella lista sono identificate alcune condizioni in cui la presenza di crisi non implica<br />

di per sé la diagnosi di epilessia (per esempio crisi neonatali benigne, crisi febbrili). Viene sottolineata,<br />

inoltre, la presenza di sindromi ancora in discussione o in corso di definizione<br />

Introduzione<br />

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