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Il documento (formato pdf) - Sistema Nazionale Linee Guida

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Esplorazioni neurofisiologiche<br />

Elettroencefalogramma (EEG)<br />

PNLG – Diagnosi e trattamento delle epilessie<br />

L’EEG è una tecnica diagnostica diffusamente applicata nei pazienti con il sospetto clinico di crisi<br />

epilettiche. L’obiettivo è quello di differenziare questa da altre manifestazioni non epilettiche. 72<br />

Può essere d’ausilio nell’individuare la presenza di un’encefalopatia (metabolica, infettiva, degenerativa)<br />

o un difetto di maturazione cerebrale, utili per l’inquadramento eziologico della crisi.<br />

Nei casi in cui la clinica sia suggestiva per crisi di natura epilettica, l’EEG permette di confermare<br />

la diagnosi in un alto numero di casi. Se il sospetto è orientato verso manifestazioni non epilettiche,<br />

in particolare una sincope, l’EEG sarà scarsamente informativo se non disinformativo per<br />

la diagnosi, a causa del rischio di rilevare anomalie anche in soggetti non epilettici. Per questo<br />

motivo l’esame è sconsigliato nei casi di sincope. 5<br />

L’esame standard consiste in una registrazione della durata di circa 30 minuti in stato di veglia quieta.<br />

Si impiegano due procedure di attivazione denominate iperventilazione (HP) e stimolazione<br />

luminosa intermittente (SLI). Durante l’HP, il paziente è invitato a respirare con una frequenza<br />

maggiore per 3 minuti. Le crisi di assenza sono indotte da questa procedura. La SLI è effettuata<br />

ponendo davanti agli occhi del paziente (a distanza di 30 cm circa) una lampada che genera sequenze<br />

di flash, con ciascuna sequenza di durata pari a 5 sec a occhi aperti seguiti da 5 sec con occhi<br />

chiusi. Le frequenze ideali sono 1, 2, 4, 6, 8, 10, 12, 14, 16, 18, 20, 60, 50, 40, 30, 25. La SLI<br />

serve per valutare la presenza di una risposta fotoparossistica (epilessie fotosensibili).<br />

Studi in età adulta 73-74 e pediatrica 75-78 hanno mostrato che l’EEG standard ha una sensibilità<br />

tra il 26% e il 59% nel rilevare la comparsa di attività parossistica nei pazienti con sospetto di epilessia<br />

e, anche se l’EEG può essere alterato in una popolazione di soggetti senza manifestazioni<br />

cliniche di epilessia, nei pazienti con sospette crisi non epilettiche la specificità dell’esame per la<br />

diagnosi di epilessia è comunque alta (78-98%).<br />

Sono possibili anche falsi positivi, in quanto lo 0,5%-4% della popolazione, che non ha mai avuto<br />

crisi epilettiche, può avere un’attività EEG di tipo epilettiforme, soprattutto se sono presenti<br />

disturbi dello sviluppo, malattie psichiatriche e altre patologie neurologiche. 62,79-80 E’ opportuno<br />

ricordare che un EEG standard normale non esclude la diagnosi di epilessia.<br />

Nel caso in cui l’EEG standard non sia d’ausilio per porre una diagnosi probabile o certa di epilessia,<br />

si rendono necessarie altre metodiche di registrazione per aumentare il contenuto informativo<br />

dell’indagine. Queste comprendono la registrazione di EEG multipli, durante sonno o dopo<br />

deprivazione di sonno. 81-83 Nei bambini la registrazione durante il sonno rappresenta la prassi<br />

comune della conduzione dell’esame (in alcuni casi il sonno può essere ottenuto somministrando<br />

melatonina o cloralio idrato).<br />

Cruciale per aumentare la sensibilità dell’EEG standard è eseguire l’esame a breve distanza di tempo<br />

dalla prima crisi (la sensibilità aumenta fino al 90% se l’esame è eseguito entro le prime 24-48<br />

ore e comunque nelle prime 4 settimane). 5<br />

<strong>Il</strong> valore prognostico dell’EEG standard nel prevedere il rischio di sviluppo d’epilessia dopo una<br />

prima crisi è alto. 84 Nei bambini, l’EEG mostra anomalie con maggior frequenza rispetto agli adul-<br />

Esplorazioni neurofisiologiche<br />

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