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alpin fa grado settembre 2011 - COP 2.qxd - Sezione Vicenza

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Luigi Girardi<br />

Potrebbe essere ormai tempo di chiederci<br />

quanto dovrà durare ancora il<br />

balletto sulla percorribilità della strada<br />

degli Scarrubi per le auto, particolarmente<br />

in occasione del pellegrinaggio di <strong>settembre</strong><br />

alla chiesetta di Santa Maria sul Pasubio. Sarebbe forse<br />

ora di smetterla con il tormentone di ogni anno sui permessi<br />

di transito: - no - sì - forse - vedremo - non se ne<br />

parla - sì, però - no ma - si ma non vogliamo saper niente<br />

- no, i tecnici non si sono ancora pronunciati - e così<br />

per mesi, senza mai giungere ad una definizione.<br />

È ormai indifferibile una lucida analisi di alternative<br />

scevre da banali sentimentalismi, su come potrebbe<br />

essere in futuro una serena gestione di questa ricorrenza<br />

tanto cara e radicata nello<br />

spirito e nel ricordo di ancora<br />

tanti <strong>alpin</strong>i e non <strong>alpin</strong>i.<br />

A meno che non si preferisca<br />

continuare in questa situazione<br />

di stallo, allo scopo<br />

di mantenere vivo un motivo<br />

di tensione, quale elemento<br />

coagulante (come lo è l’adunata<br />

nazionale) per gli <strong>alpin</strong>i.<br />

Se vogliamo invece smetterla<br />

di rimandare l’incubo all’anno dopo, o al prossimo<br />

sindaco, o al prossimo presidente, dobbiamo porci e rispondere<br />

ad alcune semplici domande e prima tra tutte:<br />

ma è proprio indispensabile dover ogni volta ricorrere a<br />

ridicoli giochetti e <strong>fa</strong>ntasiosi escamotages, per permettere<br />

ad un codazzo di puzzolenti autoveicoli - corpi estranei<br />

alla montagna ed allo spirito della commemorazione<br />

- di raggiungere anche i più appartati anfratti dell’area<br />

sacra (e per sacra intendo tutta la zona sommatale).<br />

Dissacranti per un luogo vocato al silenzio e la preghiera.<br />

Forse che la colonna mozza dell’Ortigara o l’altare sull’Adamello<br />

sono a portata di portiera d’auto?<br />

Forse che don Galloni sognava vedere i dintorni della<br />

sua chiesetta ingombri di tendopoli e tavolate da sagra<br />

paesana? Proprio sopra quelle sacre pietre sotto cui ancora<br />

si stanno consumando i resti di tanti nostri fratelli.<br />

Dimentichiamo forse che pellegrino è colui che in<br />

umiltà e devozione si reca passo dopo passo ove lo por-<br />

Pasubio<br />

Mondo <strong>alpin</strong>o - 15<br />

ta la devozione e l’amore?<br />

E se vogliamo continuare<br />

ad inchinarci davanti<br />

ai nostri morti, perché<br />

non decidiamo di<br />

<strong>fa</strong>rlo ove essi riposano:<br />

l’Ossario sul colle di<br />

Bellavista ove ogni problema<br />

logistico verrebbe<br />

drasticamente ridotto<br />

ed in molti casi annullato?<br />

Se siamo convinti - come è certo che sia - che la ricorrenza<br />

continui condurci pellegrini sui luoghi del martirio,<br />

andiamoci allora da veri pellegrini: a piedi finché le<br />

gambe ci porteranno e dopo sarà l’inesorabile rotolare del<br />

tempo a fermarci sul Colle di Bellavista, sotto lo sguardo<br />

severo e l’ombra del Grande Monumento Pasubio.<br />

Basta con spese e lavori per mantenere strade che non<br />

potranno essere percorse,<br />

perché non è vero che le<br />

montagne non si muovono:<br />

si muovono e come! A<br />

fine agosto scorso il Pelmo<br />

ce l’ha ricordato. Una<br />

cosa è attaccare la montagna<br />

per vaji, sentieri e ferrate,<br />

attrezzati e coscienti<br />

della sfida che si va ad affrontare<br />

ed un’altra cosa è<br />

percorrerla in frotta d’auto e pedoni, su un percorso di<br />

cui è responsabile un sindaco a cui nessuno garantisce<br />

(perché non è forse in <strong>grado</strong> di garantire) certezze sulla<br />

sicurezza. Colpevole di non essere un <strong>fa</strong>cilone? Tu al suo<br />

posto che cosa <strong>fa</strong>resti? Accenderesti ogni volta un Tir di<br />

ceri perché pezzi di roccia non rotolino a valle o perché<br />

qualche “masiera” non ceda mentre transita qualcuno?<br />

perché in quel caso... Proviamo semplicemente pensare<br />

a perfezionare quello che già si sta <strong>fa</strong>cendo: un sabato<br />

dedicato alla commemorazione in clima veramente <strong>alpin</strong>o<br />

alla chiesetta di Santa Maria e la domenica all’Ossario,<br />

la cerimonia ufficiale riservata ai discorsi e la partecipazione<br />

di massa. Ai pernottamenti e la sussistenza vi<br />

potrebbero egregiamente provvedere le strutture ricettive<br />

locali e quelle dei gruppi <strong>alpin</strong>i delle zone trentine e<br />

vicentine.<br />

Onore e memoria ci chiedono i morti. Solo questo<br />

dovremo loro per sempre.

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