le e librerie nelle quali è in vendita - Raffaele Pettazzoni
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Loescher, 1889, <strong>le</strong> E<strong>le</strong>gie di Ovidio e di Tibullo scelte e annotate ad uso del<strong>le</strong> scuo<strong>le</strong> con esercizi<br />
prelim<strong>in</strong>ari di prosodia e di metrica per cura di G. B. Gandi-no, Tor<strong>in</strong>o, Paravia, 1896 e <strong>le</strong> opere di<br />
altri autori greci e lat<strong>in</strong>i (per molti di questi non <strong>è</strong> dato sapere se sono acquisiti negli anni liceali o<br />
successivamente; ne ripar<strong>le</strong>remo).<br />
Come abbiamo già ricordato, dopo la licenza licea<strong>le</strong> Raffae<strong>le</strong> <strong>Pettazzoni</strong> riceve <strong>in</strong> dono dal preside<br />
Moratti <strong>le</strong> Lezioni e<strong>le</strong>mentari di fisica terrestre di A. Secchi: anche questo "affettuoso ricordo"<br />
egli porterà con sé a Roma e conserverà f<strong>in</strong>o alla morte (42).<br />
L'abbandono della fede cattolica, il tormento del dubbio e una nuova fede nel<strong>le</strong> prove poetiche<br />
degli anni 1901 e 1902<br />
Il 29 giugno 1900, come abbiamo già ricordato, Raffae<strong>le</strong> <strong>Pettazzoni</strong> r<strong>in</strong>uncia alla <strong>quali</strong>tà di socio<br />
della Gioventù cattolica, della qua<strong>le</strong> <strong>è</strong> stato, per un lungo periodo, so<strong>le</strong>rte presidente; egli non<br />
solo non condivide più gli orientamenti della Società o dell'assistente ecc<strong>le</strong>siastico o di Monsignor<br />
Arciprete, ma non <strong>è</strong> più credente, <strong>è</strong> passato dalla fede religiosa al dubbio.<br />
Questo stato d'animo <strong>è</strong> documentato da alcune prove poetiche che risalgono al periodo che va<br />
dall'estate 1900 all'autunno 1901, quando Raffae<strong>le</strong> <strong>Pettazzoni</strong> da studente licea<strong>le</strong> (3° anno) si prepara<br />
ad <strong>in</strong>iziare gli studi universitari ("son vecchio a dieci ott'anni", si <strong>le</strong>gge <strong>in</strong> una strofa conclusiva di<br />
uno di questi scritti).<br />
In qualche raro caso, dopo varie prove e riscritture, l'autore dà una stesura comp<strong>le</strong>ta della composizione;<br />
per lo più <strong>le</strong> prove rimangono tali o soltanto alcune parti ricevono la forma def<strong>in</strong>itiva.<br />
L'importanza di questi scritti giovanili del futuro grande storico del<strong>le</strong> religioni non sta nel loro<br />
valore estetico; essi valgono piuttosto a documentare l'evolversi del pensiero e del sentimento del<br />
giovane <strong>Pettazzoni</strong> dalla fede religiosa al tormento del dubbio. Egli ha abbandonato la fede nella<br />
qua<strong>le</strong> <strong>è</strong> stato educato, gli resta il rimpianto dell'<strong>in</strong>conscia gioia fanciul<strong>le</strong>sca, ma considera "miseri<br />
perché illusi" ed "<strong>in</strong>felici per l'errore <strong>in</strong> cui sono" coloro che credono; <strong>è</strong> tormentato dal dubbio, <strong>è</strong><br />
disperato, angosciato di fronte al mistero dell'essere, della vita...; sentiamo nei suoi versi l'eco del<strong>le</strong><br />
<strong>le</strong>tture <strong>le</strong>opardiane (43).<br />
Riportiamo alcuni passi significativi:<br />
62<br />
Io fui fanciullo e allor forse la gioia mi<br />
venne <strong>in</strong>consciamente, e la bevea da <strong>le</strong> amate<br />
carezze; a che, se nulla fuor del rimpianto<br />
restane, anzi il dubbio m'assa<strong>le</strong> ancor<br />
di quel<strong>le</strong> gioie, ancora parmi che dall'<strong>in</strong>fanzia<br />
mi persista sovra gli occhi il ve<strong>le</strong>n<br />
bevuto allora da non so <strong>quali</strong> visioni?