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le e librerie nelle quali è in vendita - Raffaele Pettazzoni

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Sul rifiuto della rivelazione e della trascendenza da parte di <strong>Pettazzoni</strong> così si esprime il gesuita<br />

P. Peretti <strong>in</strong> una <strong>le</strong>ttera diretta a Mario Gand<strong>in</strong>i (Tokyo, 3 gennaio 1961):<br />

...la religione, nella vita dell'illustre scomparso, non poté diventare "vita", e sorpassare la soglia<br />

della categoria di "scienza", di avventura <strong>in</strong>tel<strong>le</strong>ttua<strong>le</strong>, di curiosità del pensiero...<br />

Dice uno studioso discepolo e amico di <strong>Pettazzoni</strong> che per l'uomo <strong>Pettazzoni</strong> la religione dell'uomo<br />

moderno non può<br />

essere che accettazione della vita, non terrore della storia, speranza di costruire un migliore avvenire<br />

terreno, creazione <strong>in</strong>tegralmente umana, <strong>in</strong>tegralmente dest<strong>in</strong>ata agli uom<strong>in</strong>i che vivono <strong>in</strong> società,<br />

testimonianza vigi<strong>le</strong> a favore di questa solidarietà rea<strong>le</strong> fra uom<strong>in</strong>i sul pianeta Terra, raffigurazione<br />

simbolica altamente emoziona<strong>le</strong>, attiva del dest<strong>in</strong>o civi<strong>le</strong> e socia<strong>le</strong> dell'uomo.<br />

Questo <strong>Pettazzoni</strong> considera come la sua religione, per la qua<strong>le</strong> testimonia per tutta la vita con<br />

la sua opera di studioso e anche con i suoi impegni civili (48).<br />

L'8 dicembre 1969, durante una tavola rotonda sull'<strong>in</strong>segnamento di Raffae<strong>le</strong> <strong>Pettazzoni</strong>, i suoi<br />

discepoli Angelo Brelich, Vittorio Lanternari, Alberto Mario Cirese e Dario Sabbatucci sono concordi<br />

nel rispondere no alla domanda posta da un ascoltatore ("<strong>Pettazzoni</strong> era un credente? Aveva<br />

fede nel soprannatura<strong>le</strong>? Credeva nella rivelazione?"); Cirese aggiunge che probabilmente credere<br />

nella religione come valore perenne significa per <strong>Pettazzoni</strong> - come per Benedetto Croce - l'aver fede<br />

nel<strong>le</strong> cose che si fanno, significa che gli uom<strong>in</strong>i non possono operare se non credono nel<strong>le</strong> cose<br />

che fanno e non possono operare se non sperano di cambiare il mondo.<br />

Compagni di giov<strong>in</strong>ezza e di lotta di Raffae<strong>le</strong> <strong>Pettazzoni</strong> dichiarano che la religione di <strong>Pettazzoni</strong><br />

<strong>è</strong> il lavoro: <strong>è</strong> un'espressione molto concisa, ma <strong>in</strong> una parola <strong>è</strong> compendiata la sostanza della<br />

religione umana, terrena, civi<strong>le</strong>, laica e socia<strong>le</strong> di <strong>Pettazzoni</strong> (49).<br />

In particolare nei riguardi del confessionalismo cattolico Raffae<strong>le</strong> <strong>Pettazzoni</strong>, pur rispettoso dei<br />

credenti, ha una posizione profondamente e fortemente avversa; nell'apri<strong>le</strong> 1959, <strong>in</strong> un colloquio<br />

con chi scrive, il discorso cade sui suoi rapporti con Ernesto Buonaiuti, sacerdote modernista e storico<br />

del cristianesimo; dice <strong>Pettazzoni</strong>:<br />

Buonaiuti fu perseguitato più di me, perché era un sacerdote cattolico <strong>in</strong>viso alla gerarchia ecc<strong>le</strong>siastica;<br />

contro di me si preferì la congiura del si<strong>le</strong>nzio. Ma io sono molto più rivoluzionario di<br />

Buonaiuti! Io butterei all'aria tutto!<br />

Si riferisce evidentemente al<strong>le</strong> strutture e al<strong>le</strong> sovrastrutture ecc<strong>le</strong>siastiche tradizionali (al<strong>le</strong> <strong>quali</strong><br />

Buonaiuti, nonostante <strong>le</strong> scomuniche, si proclama <strong>le</strong>gato) e accompagna l'espressione metaforica e<br />

scherzosa con un gesto della mano e con un sorriso (50)...<br />

Come appare anche da altri scritti dei primi anni del Novecento, Raffae<strong>le</strong> Pet-<br />

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