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ELIO DA RIDERE - Urban

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incappare nella sfiga. Anzi, per essere più precisi, nella<br />

speranza che la sfiga la smetta di accanirsi su di voi<br />

visto che nel gioco, solo nel gioco per vostra fortuna,<br />

siete prostitute clandestine che cercano di emanciparsi<br />

dal racket.<br />

Benvenuti a Puttanopoly, città disgraziata ma<br />

comunque capace di sorridere e ridere. Luoghi e<br />

personaggi che ci raccontano della vita reale delle “sex<br />

worker” metropolitane. Una sorta di fumetto duro,<br />

cinico e divertente (e per niente hard), ideato dal<br />

Comitato per i diritti civili delle prostitute che ha<br />

trasformato le pagine di cronaca in “un gioco per<br />

ragionare”. E per raccogliere fondi (69 euro, su<br />

www.puttanopoly.com). Una città vera che si fa gioco.<br />

Con le sue regole e le sue convenzioni, i suoi sogni e i<br />

suoi cinismi. Il suo linguaggio. Convenzioni che<br />

possono pure sembrare strambe o ammicanti.<br />

A Puttanopoly per esempio le caselle sono 69, mica 40<br />

come nel Monopoli, e gli “imprevisti” sono un po’ meno<br />

aulicamente chiamati con il loro vero nome: sfighe.<br />

E d’altra parte le condizioni di partenza dei giocatori<br />

variano, è chiaro, ma sono pur sempre circoscritte in<br />

quel perimetro lì. Quello della sfiga. Poi, si sa, anche la<br />

malasorte ha le sue gerarchie e perché la cosa sia ben<br />

chiara a tutti a Puttanopoly hanno pensato di<br />

classificarla come gli hotel nelle guide turistiche: da una<br />

a cinque stelle. Si pescano due carte (quella della<br />

vostra identità durante il gioco e quella dell’obiettivo<br />

che vi viene assegnato)... e via! In giro per la città.<br />

Provate allora a vestire i panni di Beauty (sfiga a 5<br />

stelle), nubile nigeriana, 22 anni e un contratto con il<br />

pappa che le impone di lasciargli l’80% dei suoi<br />

guadagni fino alla casella 57. Oppure guardate la città<br />

con gli occhi di Violeta, affascinante slava a cui il racket<br />

concede qualcosa in più o, meglio, toglie qualcosa in<br />

meno.<br />

Gli obiettivi, ovvio, sono coerenti con il resto del gioco.<br />

Per esempio: “Vuoi farti una bella casa (oppure aprire<br />

un bordello) nel tuo paese d’origine e allora oltre a<br />

pagare il tuo debito devi mettere da parte X dollari”.<br />

Chi raggiunge prima il suo obiettivo vince. Ma non è<br />

facile, nemmeno nel gioco. Perchè la città è una bestia<br />

strana. I quartieri gestiti dalla mala, gli “imprevisti”<br />

frequentissimi, le botte sempre dietro l’angolo. Bisogna<br />

fare molta attenzione. Se per esempio vi trovate per<br />

sbaglio in territorio cinese, l’unica è cercare di passare<br />

inosservate e saltare un giro. Se invece finite nella zona<br />

dei nigeriani, e non siete nigeriani, le mazzate sono<br />

assicurate. E state pure ferme 3 giri! Certo, può andarvi<br />

anche bene. Magari un cliente vi chiede di<br />

accompagnarlo al Casinò, vi passa qualche fiches, voi<br />

vincete e lui vi regala 5000 dollari. Grana esente dal<br />

pizzo dei pappa. Non male, dunque. Meglio ancora,<br />

forse, se finite nella casella delle unità di strada, dove<br />

le operatrici vi spiegano quali sono i vostri diritti.<br />

Oppure se riuscite a prendere un passaggio per<br />

Amsterdam, la “città d’oro”. La prostituzione è legale,<br />

i guadagni sono pappa-esenti, e magari ci scappa pure<br />

la serata al coffee shop.<br />

A Puttanopoly tutto è meno cristallino e le certezze<br />

vacillano. Ci sono clienti buoni e clienti cattivi, poliziotti<br />

corretti e sbirri disponibili… a fare sesso gratis,<br />

cittadini onesti e cittadini patacca, preti che aiutano e<br />

preti da evitare come i debiti. Tutto molto, molto<br />

ingarbugliato.<br />

Provate a giocarci e capirete. E se è pur sempre vero<br />

che non si può imparare la geografia giocando a Risiko<br />

(anche se la Kamchatka, confessatelo, prima chi la<br />

conosceva?), a Puttanopoly nel peggiore dei casi<br />

guardarete la città da un’altra visuale. Forse a qualcuno<br />

non piacerà l’idea di trasformare in gioco il dramma<br />

delle schiave clandestine.<br />

Un fatto però è certo: Puttanopoly è un pezzo<br />

autentico di quella città che abbiamo tutti i giorni sotto<br />

gli occhi. Basta solo non volgere lo sguardo altrove.<br />

URBAN 27

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