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ELIO DA RIDERE - Urban

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illustrazione: longa025_tBDC<br />

RISTORANTI-BAR<br />

»»»» ROMA<br />

TRA GRANDI FIRME E BUONE CUCINE<br />

ELEFANTINO<br />

06-8840087<br />

Il figlio del grande Mario Riva<br />

(come, chi è? Un grande presentatore<br />

tv dei Fifties) ha scelto da<br />

tempo di cimentarsi sul palcoscenico<br />

del cibo al posto di quello<br />

dello spettacolo. Il suo<br />

Elefantino propone così una<br />

buona scelta di ricette regionali<br />

italiane e punta sul pesce come<br />

cuore del menu serale (a pranzo<br />

si spizzica invece fra insalate,<br />

formaggi e salumi): barchette di<br />

polpa d’astice, tagliolini asparagi<br />

e gamberoni, spigola in crosta,<br />

chitarrini in carbonara di zucchine<br />

sono alcuni degli elefan-must.<br />

Prevedete circa 40 euro a cena,<br />

molti meno per il lunch. Pubblico<br />

pariolino. V.le Liegi, 53.<br />

Chiuso domenica.<br />

L’ALTRO MASTAI<br />

06-68301296<br />

Il debutto più atteso a Roma,<br />

con rodaggio estivo sottotraccia<br />

e pieno decollo in autunno.<br />

Già l’hotel è di quelli nati per diventare<br />

glamour: catena Boscolo,<br />

centralissimo (San Basilio 15, tel.<br />

06-422901), nuovo di zecca, 5<br />

stelle lusso, ambientato in edificio<br />

anni ’30, camere & suites con<br />

internet, lettore cd, music box,<br />

segreteria telefonica e tivù al pla-<br />

Dopo tre anni di lavori e attesa,<br />

parte infatti carico di ambizioni<br />

il locale di Fabio Baldassarre, allievo<br />

di Heinz Beck e collaboratore<br />

della star francese<br />

Raymond Blanc. Per cominciare,<br />

il menu creativo propone piatti<br />

come astice alla verbena, spigola<br />

alla valeriana e porcini, capretto<br />

in crosta di peperoncino,<br />

tortellini di broccoli, astice e tartufo<br />

estivo. Il pubblico è già goloso<br />

e deluxe, proprio come il<br />

prezzo: 100 euro (gulp!) in media.<br />

I vini sono quelli in lista al<br />

Bicchiere di Mastai, wine bar<br />

(antistante) della casa.<br />

Via Giraud, 53. Chiuso a pranzo,<br />

domenica e lunedì.<br />

L’ORTICA<br />

06-3338709<br />

Qui c’è Napoli in tavola: su una<br />

terrazza protetta da tramezzi durante<br />

la bella stagione, nella piccola<br />

sala arredata con originalità<br />

d’inverno. Tutta la lista infatti, dai<br />

piccoli “sfizi” che vi verranno<br />

consigliati per cominciare, alle<br />

sma. Il corredo comprende ristorante,<br />

bar, wine bar, centro benessere<br />

con piscina, sauna e terme<br />

romane. E una terrazza dritta<br />

sull’Urbe, nata per berci un<br />

Negroni al tramonto perdendosi<br />

nel panorama. Ma anche, e qui<br />

sta il bello, perdendosi in un su<br />

pizze cresciute o alla pasta “scarpariello”,<br />

parla partenopeo. Ma,<br />

solo su ordinazione, si preparano<br />

anche grandi piatti della tradizione<br />

nobile tipo il sartù (per i gastroignoranti,<br />

un ricco timballo di<br />

riso). La cantina propone (giustamente)<br />

etichette campane, il pubblico<br />

è affezionato-chic, c’è il parcheggio<br />

con immancabile parcheggiatore<br />

e il servizio spicca<br />

per il savoir faire. La formula è<br />

astuta, collaudata e sicura, ma il<br />

prezzo orticante: stanziate 50,<br />

napoletanissimi euro.<br />

Via Flaminia Vecchia, 573.<br />

Chiuso a pranzo e domenica.<br />

DOC<br />

06-5744236<br />

Accogliente, informale e carino,<br />

presenta tovaglie da drogheria e<br />

doppio menu scritto e del giorno,<br />

quest’ultimo recitato a voce.<br />

Tra i piatti doc, lo sformatino di<br />

formaggi con speck di Sauris e<br />

olio alla finocchiella, le tagliatelle<br />

coniglio e olive, il classicissimo<br />

cinghiale con polenta e il<br />

Un architetto newyorkese, una terrazza sul tramonto romano e<br />

persino il Toga bar con la jacuzzi. Dài! Non fatevi mancare niente!<br />

shi. È questa infatti la sua speciale<br />

trendymission gastronomica,<br />

operativa finché la lunga stagione<br />

romana (di solito, ottobre inoltrato)<br />

consentirà. Ma magari anche<br />

dopo.<br />

Come dite? La sushiterrazza vi<br />

stramazza? Per forza: è la prima<br />

golosissimo salame di cioccolato<br />

con zabaione. Il menu cambia<br />

spesso, la clientela è young ed<br />

enofan, vista la carta dei vini<br />

bella ricca e il conto non punitivo,<br />

sui 25 euro.<br />

Via Franklin, 9.<br />

Chiuso a pranzo.<br />

GIULIO PASSAMI L’OLIO<br />

06-68803288<br />

Un vecchio locale dalle molte vite<br />

capace di trasformarsi, come in<br />

quest’ultima incarnazione, in wine<br />

bar-bomboniera arredato con oggetti<br />

d’antiquar-modernariato e<br />

foto di bellezze un po’ passée,<br />

cioè anni ’30, alle pareti. Se gli oltre<br />

800 vini in cantina faranno felici<br />

gli estimatori, il menu prevede<br />

piatti caldi e freddi, zuppe e anche<br />

l’ormai inevitabile sushi. Il<br />

conto? Da 20 euro in su, secondo<br />

i vini (qui, a dir poco imprescindibili).<br />

Ai tavoli, troverete tanta<br />

bella gente everyoung in look<br />

casual-griffè.<br />

Via Monte Giordano, 28.<br />

Chiuso a pranzo.<br />

SUSHI A CIELO APERTO<br />

e unica in città. Non per niente a<br />

progettare tutto l’Aleph è stato<br />

un architetto newyorkese, Adam<br />

Tihany, che si è ispirato ai temi<br />

di Paradiso e Inferno. Così al<br />

pianoterra ecco rosso fuoco, luci<br />

dolcemente diaboliche, forme<br />

morbide e sensuali. Qui sono<br />

ambientati la libreria, l’Angelo<br />

bar e il Dioniso wine bar. Il paradiso,<br />

coi suoi bianchi diffusi e<br />

azzurri tenui, sta proprio, ribaltando<br />

la prospettiva, sotto la<br />

hall: è lì che sauna, jacuzzi, bagno<br />

turco-romano, massaggi e<br />

un celestiale Toga Bar dovrebbero<br />

mandare in estasi i clienti<br />

(togati? Chissà).<br />

E la terrazza? Forse è il<br />

Purgatorio: sesto piano,<br />

Morocco style, è destinata a sfornare<br />

senza sosta sotto il sole o<br />

le stelle sushi, sashimi, tempura<br />

e un piatto a ruotare, per esempio<br />

wok di pollo. Ma anche freschi<br />

dessert, bei vini e il meglio<br />

del mixer. Anche il food qui, come<br />

tutto il resto, è griffato: la firma<br />

è di Bloom, il locale celebre<br />

appunto per il sushi style, il dj e<br />

gli after dinner party. A questo<br />

punto, tutti anzi sushi in terrazza.<br />

Sfidando il grande freddo a<br />

colpi di tempura e sakè.<br />

PAUL DE CELLAR<br />

NIPPO-BAR<br />

Sushi beginners e<br />

lezione di sashimi<br />

A Roma la cucina giapponese è<br />

stata a lungo appannaggio dei<br />

pochi fortunati che possono investire<br />

parte del patrimonio familiare<br />

in una cena. Ora, la moda<br />

dei Sushi Bar che offrono<br />

cucina orientale su divani neri<br />

troppo scivolosi o sashimi su<br />

instabili sgabelli stretti intorno<br />

a un kaiten troppo veloce (il<br />

bancone intorno a cui ruotano<br />

microscopiche porzioni su piattini<br />

colorati) ha il merito di aver<br />

diffuso questa cucina anche tra<br />

i comuni mortali ma non mi<br />

convince: la caccia a un ristorante<br />

più vicino allo spirito del<br />

Sol levante ha inizio.<br />

Da Bishoku Kobo (via Ostiense<br />

110/b), si dice, la cucina giapponese<br />

è più autentica e il pesce<br />

è freschissimo data la vicinanza<br />

con i mercati generali.<br />

La fila fuori (meglio prenotare<br />

allo 06-5744190) e l’aspetto<br />

da trattoria potrebbero scoraggiare,<br />

ma i tavoli intorno a me<br />

occupati solo da clienti giapponesi<br />

mi imbaldanziscono: “si vede<br />

che sono una dritta”, penso<br />

dandomi arie da esperta di culture<br />

orientali, aprendo il menu<br />

senza immagini...<br />

Mentre la cameriera mi fissa<br />

imbarazzata, e imbastisce un<br />

sunto di cucina giapponese per<br />

ignavi in un inglese stentato,<br />

un vicino di tavolo mi illustra<br />

gentilmente la differenza tra<br />

sashimi e sushi ma non fa in<br />

tempo ad avvertirmi che la salsetta<br />

verde fosforescente non è<br />

paté di pistacchio da spalmare<br />

abbondante sul pane ma rafano<br />

piccantissimo che in minime<br />

dosi accompagna il pesce.<br />

Tento di mascherare la tosse<br />

convulsa e le lacrime agli occhi<br />

e ringrazio il commensale per i<br />

consigli e l’indirizzo dell’Istituto<br />

Giapponese di cultura: non è<br />

mai troppo tardi. Uscendo,<br />

penso che sono sazia e contenta.<br />

Per soli 15 euro.<br />

LUCREZIA CIPPITELLI<br />

URBAN 81

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