Programma di sala - Ravenna Festival
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Paisiello e Cimarosa rappresentano<br />
gli emblematici capintesta.<br />
Il mutamento <strong>di</strong> rotta del già<br />
affermato operista avviene non<br />
senza esplicite <strong>di</strong>chiarazioni<br />
programmatiche d’una perentorietà<br />
che invano cercheremmo negli altri<br />
compagni <strong>di</strong> cordata, e in un intenso<br />
travaglio compositivo documentato<br />
dal torturatissimo autografo del<br />
Giuramento (1837): opera capitale<br />
che trova riscontro teorico in quella<br />
“riforma” annunciata in una lettera a<br />
Francesco Florimo:<br />
Variate le forme, bando<br />
alle cabalette triviali, esilio ai<br />
“crescendo”, tessitura corta, meno<br />
repliche, qualche novità nelle<br />
cadenze, curata la parte drammatica,<br />
l’orchestra ricca senza coprire il<br />
canto, tolti i lunghi “a soli” nei pezzi<br />
concertati che obbligavano le altre<br />
parti ad essere fredde a danno<br />
dell’azione, poca gran cassa e<br />
pochissima banda.<br />
Lo si <strong>di</strong>rebbe il manifesto<br />
Gatti e Dura, Veduta dell’interno<br />
del Real Teatro <strong>di</strong> San Carlo in<br />
Napoli in tempo de’ festini <strong>di</strong><br />
Ballo nel Carnevale, litografia<br />
con coloratura coeva, Napoli,<br />
Collezione Pagliara.<br />
antirossiniano <strong>di</strong> un neofita del nuovo<br />
corso imboccato in quegli stessi<br />
anni dall’opera italiana, regesto<br />
<strong>di</strong> una progettualità operativa<br />
che anche Bellini, Donizetti,<br />
Pacini avrebbero potuto in tutto<br />
o in parte sottoscrivere. Parole,<br />
cui, strada facendo, non sempre<br />
corrisponderanno i fatti in una<br />
produzione che tocca il culmine tra la<br />
fine degli anni Trenta e la prima metà<br />
dei Quaranta, gli stessi che segnano<br />
la fine della parabola donizettiana<br />
e l’inizio <strong>di</strong> quella ver<strong>di</strong>ana. Periodo<br />
<strong>di</strong> produzione ottimale che vede<br />
apparire, oltre al già menzionato<br />
Giuramento (soggetto hughiano che<br />
Boito riprenderà nella Gioconda), I<br />
Normanni a Parigi, Elena da Feltre, I<br />
briganti (dal dramma <strong>di</strong> Schiller che<br />
Ver<strong>di</strong> rivisiterà nei Masna<strong>di</strong>eri), Le due<br />
illustri rivali, Il reggente (apprezzabile<br />
precedente del Ballo in maschera), La<br />
vestale (ripensamento del dramma<br />
spontiniano aggiornato in chiave<br />
tragico-pessimistica), Il bravo,<br />
forse il capolavoro del Nostro nella<br />
sua corrusca tinta meyerbeeriana,