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Programma di sala - Ravenna Festival

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62<br />

Paisiello e Cimarosa rappresentano<br />

gli emblematici capintesta.<br />

Il mutamento <strong>di</strong> rotta del già<br />

affermato operista avviene non<br />

senza esplicite <strong>di</strong>chiarazioni<br />

programmatiche d’una perentorietà<br />

che invano cercheremmo negli altri<br />

compagni <strong>di</strong> cordata, e in un intenso<br />

travaglio compositivo documentato<br />

dal torturatissimo autografo del<br />

Giuramento (1837): opera capitale<br />

che trova riscontro teorico in quella<br />

“riforma” annunciata in una lettera a<br />

Francesco Florimo:<br />

Variate le forme, bando<br />

alle cabalette triviali, esilio ai<br />

“crescendo”, tessitura corta, meno<br />

repliche, qualche novità nelle<br />

cadenze, curata la parte drammatica,<br />

l’orchestra ricca senza coprire il<br />

canto, tolti i lunghi “a soli” nei pezzi<br />

concertati che obbligavano le altre<br />

parti ad essere fredde a danno<br />

dell’azione, poca gran cassa e<br />

pochissima banda.<br />

Lo si <strong>di</strong>rebbe il manifesto<br />

Gatti e Dura, Veduta dell’interno<br />

del Real Teatro <strong>di</strong> San Carlo in<br />

Napoli in tempo de’ festini <strong>di</strong><br />

Ballo nel Carnevale, litografia<br />

con coloratura coeva, Napoli,<br />

Collezione Pagliara.<br />

antirossiniano <strong>di</strong> un neofita del nuovo<br />

corso imboccato in quegli stessi<br />

anni dall’opera italiana, regesto<br />

<strong>di</strong> una progettualità operativa<br />

che anche Bellini, Donizetti,<br />

Pacini avrebbero potuto in tutto<br />

o in parte sottoscrivere. Parole,<br />

cui, strada facendo, non sempre<br />

corrisponderanno i fatti in una<br />

produzione che tocca il culmine tra la<br />

fine degli anni Trenta e la prima metà<br />

dei Quaranta, gli stessi che segnano<br />

la fine della parabola donizettiana<br />

e l’inizio <strong>di</strong> quella ver<strong>di</strong>ana. Periodo<br />

<strong>di</strong> produzione ottimale che vede<br />

apparire, oltre al già menzionato<br />

Giuramento (soggetto hughiano che<br />

Boito riprenderà nella Gioconda), I<br />

Normanni a Parigi, Elena da Feltre, I<br />

briganti (dal dramma <strong>di</strong> Schiller che<br />

Ver<strong>di</strong> rivisiterà nei Masna<strong>di</strong>eri), Le due<br />

illustri rivali, Il reggente (apprezzabile<br />

precedente del Ballo in maschera), La<br />

vestale (ripensamento del dramma<br />

spontiniano aggiornato in chiave<br />

tragico-pessimistica), Il bravo,<br />

forse il capolavoro del Nostro nella<br />

sua corrusca tinta meyerbeeriana,

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