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Programma di sala - Ravenna Festival

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significativa dell’influsso esercitato<br />

ormai in dosi massicce dal teatro<br />

francese sul nostro melodramma.<br />

In un panorama creativo<br />

comprendente una settantina <strong>di</strong> titoli,<br />

Il giuramento e Il bravo, libretti <strong>di</strong><br />

Gaetano Rossi tratti rispettivamente<br />

da Angélo tyran de Padoue <strong>di</strong> Hugo e<br />

da La vénitienne <strong>di</strong> Auguste Anicet-<br />

Bourgeois (dramma ricavato a sua<br />

volta dal romanzo The Bravo <strong>di</strong> James<br />

Fenimore-Cooper: a questi nostri<br />

librettisti non mancavano le antenne<br />

dell’aggiornamento), si contendono<br />

a buon <strong>di</strong>ritto il titolo <strong>di</strong> capolavori<br />

assoluti. Opere nelle quali la qualità<br />

egregia dei valori musicali è pari<br />

all’impegno drammatico tradotto<br />

in un’invenzione che per ricchezza,<br />

varietà, libertà s’impone sugli schemi<br />

<strong>di</strong> uso corrente nel melodramma<br />

coevo. Tali strutture portanti, <strong>di</strong><br />

matrice inevitabilmente rossiniana,<br />

Mercadante elabora dall’interno in<br />

un ansioso spirito <strong>di</strong> ricerca attuato<br />

attraverso un capillare lavorìo <strong>di</strong><br />

semplificazione e <strong>di</strong> concentrazione:<br />

come <strong>di</strong>mostra la complessa e<br />

decisamente singolare introduzione<br />

del Giuramento, che congloba tre<br />

cavatine prive della regolamentare<br />

cabaletta e il soave quartetto “Vicino<br />

a chi s’adora”, il tutto collegato da<br />

sistematici interventi corali. Altrove,<br />

come nel rapinoso duetto <strong>di</strong> Elaisa e<br />

Viscardo “S’io l’amava! Sciagurata!”<br />

(iii, 2), Mercadante svela per primo<br />

i deliri <strong>di</strong> una romantica voluttà <strong>di</strong><br />

autoimmolazione che ritroveremo<br />

nel Donizetti della Favorita e nel<br />

Ver<strong>di</strong> <strong>di</strong> Rigoletto e del Trovatore.<br />

I presagi ver<strong>di</strong>ani s’intensificano<br />

nel Bravo, anche prescindendo<br />

dalla suggestione dell’argomento<br />

che offre <strong>di</strong>versi punti <strong>di</strong> contatto<br />

con quello del Rigoletto: richiami<br />

suggeriti da temi, ritmi, colori<br />

orchestrali, situazioni drammatiche<br />

che determinano quella che, nel suo<br />

plastico realismo, Ver<strong>di</strong> chiamava<br />

“tinta” e che qui è avvertibile in<br />

una vicenda circonfusa <strong>di</strong> un alone<br />

fatalistico <strong>di</strong> morte che fa tutt’uno<br />

con le tenebre notturne nelle quali<br />

prevalentemente è immersa.<br />

Spagna e Portogallo visitò<br />

Mercadante dal 1826 al 1829,<br />

mantenendovi anche in seguito due<br />

buone “piazze” ove collocare i suoi<br />

spartiti. Vi nasceranno I due Figaro,<br />

o sia Il soggetto <strong>di</strong> una comme<strong>di</strong>a,<br />

spiritata invenzione ora ripescata da<br />

un oblio assoluto e nella quale Felice<br />

Romani con estrosa faccia tosta<br />

manipolò un “dopo” Beaumarchais<br />

come (se l’audace raffronto ci è<br />

permesso) Goethe già aveva fatto<br />

inventandosi un “dopo” per la<br />

Zauberflöte <strong>di</strong> Schikaneder e Mozart.<br />

Di suo, Romani riproporrà la trovata<br />

pirandelliana, già collaudata una<br />

dozzina <strong>di</strong> anni prima nel Turco in<br />

Italia, <strong>di</strong> un librettista in cerca <strong>di</strong> un<br />

soggetto d’opera via via desunto in<br />

progress dagli acca<strong>di</strong>menti scenici.<br />

Bizzarra e inconsueta avventura<br />

comica, infiorettata fin dalla Sinfonia<br />

<strong>di</strong> spagnoleggianti ritmi <strong>di</strong> danza<br />

che accendono <strong>di</strong> colori insoliti un<br />

rossinismo che tu senti già entrato<br />

nella galleria a specchi deformanti<br />

della mistificazione stilistica, nello<br />

spirito <strong>di</strong> un operettismo ante<br />

litteram: come Il bravo starà a Ver<strong>di</strong>,<br />

così I due Figaro stanno ad Offenbach.<br />

Il successo, incontrato a Parigi da<br />

tutti i suoi compagni <strong>di</strong> viaggio, non<br />

arriderà a Mercadante: lo scarso esito<br />

dei Briganti, 1836, un’opera peraltro<br />

non priva <strong>di</strong> pagine valide, lo convinse<br />

a desistere dall’avventura parigina,<br />

ambìto, inelu<strong>di</strong>bile vertice delle<br />

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