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Programma di sala - Ravenna Festival

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64<br />

carriere <strong>di</strong> tutti gli operisti <strong>di</strong> fama<br />

europea, e a coltivare esclusivamente<br />

in patria la rinomanza ormai<br />

raggiunta. Con tutto ciò, non poté<br />

rimanere insensibile a quella ventata<br />

francese che dopo gli anni Quaranta<br />

agita con crescente intensità le<br />

fronde dei giar<strong>di</strong>ni melodrammatici<br />

all’italiana. Suggestioni <strong>di</strong>rette a tali<br />

modelli possiamo riscontrare nel<br />

finale terzo del Bravo, dove il desolato<br />

canto a cappella dei solisti, “Siete<br />

sposi”, commentato dal solitario<br />

compianto <strong>di</strong> un clarinetto e la stessa<br />

situazione drammatica – un assenso<br />

nuziale circonfuso <strong>di</strong> presagi funesti<br />

– richiamano a un analogo luogo del<br />

quinto atto <strong>di</strong> Les Huguenots; mentre<br />

la festa mascherata del Reggente<br />

rimanda a quella del Gustave iii<br />

<strong>di</strong> Auber. Se non che, accanto a<br />

questi ed altri richiami d’impronta<br />

indubbiamente progressiva, è<br />

avvertibile in modo particolare nelle<br />

opere composte dagli anni Quaranta<br />

in poi l’accentuarsi <strong>di</strong> un’enfasi quasi<br />

gestuale nel fraseggiare melo<strong>di</strong>co,<br />

Antonio Niccolini, Veduta<br />

notturna del Real Teatro <strong>di</strong> San<br />

Carlo, <strong>di</strong>segno acquerellato,<br />

Napoli, Certosa e Museo <strong>di</strong> San<br />

Martino.<br />

<strong>di</strong> una rumorosa spettacolarità,<br />

<strong>di</strong> un’opulenza orchestrale non<br />

comuni alle scene italiane coeve.<br />

L’opera seria, creatura delicata e<br />

piena <strong>di</strong> febbrili trasalimenti e cupi<br />

struggimenti lirici quale l’aveva<br />

lasciata Donizetti, o asciutta, nervosa<br />

e tagliata con l’accetta (<strong>di</strong> un “far<br />

brusco” parlerà il Basevi) quale<br />

la voleva il giovane Ver<strong>di</strong>, in mano<br />

a Mercadante aumenta <strong>di</strong> peso<br />

e spessore, si fa monumentale e<br />

sonoramente oratoria, indulgendo a<br />

pose da quadro storico.<br />

Il recente recupero <strong>di</strong> Pelagio,<br />

l’opera che virtualmente conclude<br />

un percorso segnato da altri titoli<br />

notevoli, quali Orazi e Curiazi, Medea,<br />

Virginia e l’opera semiseria Violetta,<br />

vale a chiarire più <strong>di</strong> un aspetto <strong>di</strong><br />

una drammaturgia che chiameremo<br />

terminale, <strong>di</strong> problematica<br />

definizione. Divenuto praticamente<br />

il padrone del San Carlo, teatro<br />

che dopo le estreme impennate<br />

rossiniane e donizettiane cederà<br />

fatalmente lo scettro nazionale

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