Programma di sala - Ravenna Festival
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70<br />
Figaro aveva scritto una comme<strong>di</strong>a<br />
che anticipava la Rivoluzione, con Les<br />
Deux Figaro Martelly mette in scena<br />
un pezzo post-rivoluzionario.<br />
Che Carafa e Romani abbiano attinto<br />
da questa comme<strong>di</strong>a proprio nel 1820<br />
(un anno dopo i decreti <strong>di</strong> Karlsbad<br />
e l’inizio della Restaurazione <strong>di</strong><br />
Metternich nell’Impero Asburgico)<br />
e proprio a Milano (in un territorio<br />
soggetto all’Austria) per scrivere<br />
un’opera, può essere visto solo come<br />
un gesto politico, cioè come un modo<br />
sottile per manifestare la volontà<br />
della borghesia <strong>di</strong> opporsi a ogni<br />
tentativo <strong>di</strong> restaurazione. Proprio in<br />
ciò doveva consistere l’attrattiva del<br />
libretto per Mercadante, anch’egli<br />
liberale e amico <strong>di</strong> Carafa, che<br />
oltretutto voleva sfruttare la <strong>di</strong>stanza<br />
geografica dall’Italia per mettere<br />
in musica un libretto che in patria,<br />
per rispetto nei confronti <strong>di</strong> Carafa,<br />
avrebbe altrimenti rifiutato.<br />
Sorprendentemente la rigida censura<br />
milanese approvò il libretto senza<br />
Frontespizio della Sinfonia<br />
dell’opera I Due Figaro, spartito<br />
per canto e pianoforte, Madrid,<br />
Biblioteca Histórica del<br />
Ayuntamiento.<br />
interventi <strong>di</strong> sorta. Sicuramente il<br />
merito fu essenzialmente <strong>di</strong> Felice<br />
Romani, che mo<strong>di</strong>ficò il testo <strong>di</strong><br />
Martelly in due punti: nella sua<br />
comme<strong>di</strong>a, l’autore francese fa<br />
entrare in scena un comme<strong>di</strong>ografo<br />
e un trage<strong>di</strong>ografo – una prassi<br />
usuale in Francia nel Settecento<br />
– che intavolano con Figaro delle<br />
<strong>di</strong>scussioni circa la natura del teatro,<br />
consentendogli così <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare<br />
la sua statura intellettuale. Romani<br />
da un lato fonde queste due figure<br />
in quella del poeta teatrale Plagio,<br />
dall’altro inserisce volutamente dei<br />
richiami al libretto delle Nozze <strong>di</strong><br />
Figaro che Lorenzo Da Ponte aveva<br />
scritto per Mozart.<br />
Con la figura del poeta teatrale,<br />
Romani riprende un’idea che aveva<br />
già collaudato nel 1814 nel libretto<br />
del Turco in Italia scritto per Rossini,<br />
e che gli aveva consentito <strong>di</strong> inserire<br />
nell’azione elementi metateatrali:<br />
da un lato, cioè, il personaggio del<br />
librettista commenta sulla scena