Programma di sala - Ravenna Festival
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elativamente alle opere buffe, le<br />
quali inoltre venivano cantate in<br />
spagnolo e presentavano <strong>di</strong>aloghi<br />
parlati al posto dei recitativi. Il<br />
risultato <strong>di</strong> conseguenza non era più<br />
un’opera buffa italiana, bensì una<br />
tona<strong>di</strong>lla spagnola con la musica<br />
<strong>di</strong> un compositore italiano. Furono<br />
influenti personalità dell’alta nobiltà,<br />
come ad esempio la contessa<br />
Benavides – nota attraverso la<br />
biografia <strong>di</strong> Boccherini –, a darsi da<br />
fare attivamente per far riammettere<br />
l’opera italiana a Madrid.<br />
In questo contesto va visto anche<br />
l’incarico madrileno <strong>di</strong> Mercadante,<br />
il cui contratto prevedeva non solo<br />
la composizione <strong>di</strong> due opere nuove<br />
nella stagione 1826-1827, ma anche<br />
<strong>di</strong> mettere insieme una propria<br />
compagnia <strong>di</strong> canto italiana e <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>rigere gli spettacoli che questa<br />
avrebbe dato a Madrid. Poiché a<br />
quel tempo nella capitale spagnola<br />
non esisteva un vero e proprio teatro<br />
d’opera, la compagnia operistica<br />
dovette esibirsi alternativamente<br />
nel Teatro de la Cruz e nel Teatro del<br />
Príncipe, entrambi teatri <strong>di</strong> parola.<br />
Mercadante inaugurò la stagione il 13<br />
giugno 1826 con la Zelmira <strong>di</strong> Rossini,<br />
cui fecero seguito a breve <strong>di</strong>stanza<br />
<strong>di</strong> tempo La Cenerentola, La pietra<br />
del paragone ed Eduardo e Cristina.<br />
Inoltre, furono messe in programma<br />
La rosa bianca e la rosa rossa <strong>di</strong><br />
Johann Simon Mayr ed Elisa e Clau<strong>di</strong>o<br />
e Il posto abbandonato dello stesso<br />
Mercadante.<br />
A ciò si doveva aggiungere ancora<br />
I due Figaro, ma l’opera non fu<br />
autorizzata dalla censura. A rendere<br />
più scottante la circostanza fu<br />
il fatto che, secondo le forze<br />
politiche conservatrici, nel soggetto<br />
drammatico de I due Figaro sembrava<br />
ravvisarsi proprio quella minaccia<br />
politica a causa della quale nel 1794<br />
era stata vietata l’opera italiana in<br />
Spagna. Ciononostante, il lavoro<br />
svolto da Mercadante a Madrid deve<br />
essere considerato nel complesso<br />
come un esperimento riuscito.<br />
Dopo il suo ritorno in Italia,<br />
nell’ottobre 1826 venne nominato<br />
come suo successore il compositore<br />
catalano Ramón Carnicer, che<br />
negli anni seguenti avrebbe <strong>di</strong>retto<br />
e consolidato l’opera italiana a<br />
Madrid. Contemporaneamente<br />
si iniziarono la pianificazione e la<br />
costruzione <strong>di</strong> un vero e proprio<br />
teatro d’opera, l’o<strong>di</strong>erno Teatro<br />
Real, la cui inaugurazione, avvenuta<br />
solo nel 1850, <strong>di</strong>mostra ancora una<br />
volta come l’opera italiana dovette<br />
superare non poche <strong>di</strong>fficoltà prima<br />
<strong>di</strong> installarsi stabilmente nella<br />
capitale spagnola.<br />
Se il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> rappresentare I due<br />
Figaro fu dovuto a una decisione<br />
politica, lo stesso si può <strong>di</strong>re della sua<br />
prima rappresentazione in pubblico<br />
il 26 gennaio 1835, che avvenne in<br />
un momento in cui il Paese, dopo la<br />
morte <strong>di</strong> Fer<strong>di</strong>nando vii, era governato<br />
dalla vedova Maria Cristina, il<br />
cui <strong>di</strong>ritto alla reggenza veniva<br />
contestato dall’ultra-conservatore<br />
nipote del re, Carlo. Di conseguenza la<br />
regina cercava il sostegno delle forze<br />
liberali; l’esecuzione de I due Figaro fu<br />
un segno delle possibilità offerte dal<br />
mutato clima politico.<br />
Da Milano a Madrid<br />
Perché dunque la censura madrilena<br />
mise al bando la storia relativamente<br />
innocua in cui Figaro cerca <strong>di</strong><br />
impadronirsi della dote <strong>di</strong> Inez, la<br />
figlia del conte d’Almaviva, cercando<br />
<strong>di</strong> farla sposare con un uomo del suo<br />
ceto sociale? La risposta va cercata<br />
a monte della genesi del libretto,<br />
scritto da Felice Romani nel 1820<br />
per Michele Carafa (1787-1872) per<br />
un’esecuzione alla Scala <strong>di</strong> Milano.<br />
Il compositore Carafa era il rampollo<br />
<strong>di</strong> una delle gran<strong>di</strong> famiglie nobiliari<br />
<strong>di</strong> Napoli, che anticamente aveva<br />
dato i natali a ben <strong>di</strong>eci car<strong>di</strong>nali e<br />
a un papa, ma era al contempo un<br />
fervente bonapartista. Il celebre<br />
librettista e poeta Felice Romani<br />
(1788-1865), invece, era originario<br />
<strong>di</strong> Genova e politicamente nutriva<br />
pensieri liberali, rimpiangendo per<br />
tutta la vita l’ideale della libera<br />
Repubblica <strong>di</strong> Genova. La base del<br />
suo libretto per l’opera <strong>di</strong> Carafa<br />
fu la comme<strong>di</strong>a Les Deux Figaro<br />
dell’attore e drammaturgo Honoré-<br />
Antoine Richaud Martelly (1751-1817),<br />
rappresentata per la prima volta a<br />
Parigi nel 1791 e ripresa più volte fino<br />
al 1813. Carafa forse l’aveva vista<br />
durante un suo soggiorno <strong>di</strong> stu<strong>di</strong><br />
a Parigi e l’aveva in<strong>di</strong>cata a Romani<br />
nel 1820. Nella sua comme<strong>di</strong>a,<br />
Martelly scrive il proseguimento <strong>di</strong> Le<br />
Mariage de Figaro <strong>di</strong> Beaumarchais:<br />
Figaro ora si è trasformato nel vero<br />
padrone del castello, manipolando<br />
abilmente il Conte. Persino la figlia<br />
del Conte, Inez, rinnega l’autorità<br />
paterna nel momento cruciale in cui<br />
viene obbligata a sposarsi. Decisivo è<br />
tuttavia il finale della comme<strong>di</strong>a: una<br />
volta svelati i loschi piani <strong>di</strong> Figaro, il<br />
vecchio Figaro viene sostituito da un<br />
nuovo Figaro, che continuerà a fare il<br />
bello e il cattivo tempo esattamente<br />
come il precedente. Ma questo nuovo<br />
Figaro non è altri che Cherubino, che<br />
nel frattempo ha fatto effettivamente<br />
la carriera militare e – fattore<br />
decisivo – non è appunto un nobile!<br />
Se Beaumarchais con Le Mariage de<br />
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