Programma di sala - Ravenna Festival
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Conte, già insofferente della Contessa,<br />
voglia ad ogni costo avvalersi dello<br />
ius primae noctis con Susanna<br />
rappresenta il punto <strong>di</strong> svolta decisivo<br />
della “trilogia”: Figaro a quel punto non<br />
lavora più per il Conte, bensì contro <strong>di</strong><br />
lui. Pur conservando l’apparenza del<br />
servitore fedele, mette in <strong>di</strong>scussione<br />
sistematicamente l’autorità <strong>di</strong><br />
Almaviva.<br />
A <strong>di</strong>spetto del carattere serio<br />
dell’azione, I due Figaro si presenta<br />
come un soggetto <strong>di</strong>vertente,<br />
che scorre via leggero e frizzante.<br />
Ciò non deve far <strong>di</strong>menticare che<br />
questa leggerezza si fonda dal<br />
punto <strong>di</strong> vista tecnico su una grande<br />
professionalità. Si è già detto<br />
dell’assoluta perizia con cui Romani<br />
gioca con le convenzioni teatrali, con<br />
il passaggio dal giocoso al serio, dalla<br />
realtà scenica al metateatro; come<br />
caratteristica peculiare dell’opera va<br />
sottolineata ancora la mescolanza<br />
tra numeri solistici relativamente<br />
semplici sul piano musicale e scene<br />
concertate abbastanza complesse.<br />
I sei personaggi principali dell’opera<br />
vengono presentati in altrettanti<br />
numeri solistici. A Mercadante,<br />
dotato <strong>di</strong> una genuina vena melo<strong>di</strong>ca,<br />
viene in soccorso da questo punto<br />
<strong>di</strong> vista anche la grande tra<strong>di</strong>zione<br />
della Scuola napoletana. Attraverso<br />
la combinazione <strong>di</strong> semplici melo<strong>di</strong>e<br />
e <strong>di</strong> un gran numero <strong>di</strong> modelli <strong>di</strong><br />
accompagnamento, il musicista<br />
riesce agevolmente a caratterizzare<br />
i personaggi e le loro azioni,<br />
avvalendosi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti livelli stilistici<br />
e rispecchiando così la loro posizione<br />
sociale (Rossini a volte tralascia<br />
queste finezze). La mo<strong>di</strong>ficazione del<br />
Finale consente inoltre a Mercadante<br />
<strong>di</strong> concludere l’opera con due arie<br />
altamente virtuosistiche <strong>di</strong> Cherubino<br />
e Susanna, nelle quali avrebbero<br />
potuto brillare le due primedonne<br />
della compagnia (Isabella Fabbrica e<br />
Letizia Cortesi).<br />
Ciò viene controbilanciato dalla<br />
comicità delle situazioni, che si<br />
presentano soprattutto nel grande<br />
quartetto alla metà del Primo atto,<br />
nel Finale primo (costruito secondo<br />
il modello <strong>di</strong> Da Ponte) e nella scena<br />
nella stanza <strong>di</strong> Susanna (terzettosestetto).<br />
Nell’opera <strong>di</strong> Mercadante<br />
hanno invece meno importanza i<br />
duetti (vale a <strong>di</strong>re i conflitti privati<br />
tra i personaggi dell’azione),<br />
che compaiono solo nel caso <strong>di</strong><br />
Susanna e Figaro e <strong>di</strong> Susanna e il<br />
Conte d’Almaviva, mentre manca<br />
il preve<strong>di</strong>bile duetto d’amore Inez-<br />
Cherubino, così come lo scontro<br />
<strong>di</strong>retto Figaro-Cherubino. (Nella<br />
seconda opera scritta da Mercadante<br />
per Madrid, Il posto abbandonato,<br />
è interessante notare esattamente<br />
il contrario: lì i duetti sono in primo<br />
piano rispetto alle arie solistiche.)<br />
Un caso a parte è il terzetto per<br />
voci femminili (Inez, Susanna e la<br />
Contessa) nel Primo atto, così come<br />
l’impiego <strong>di</strong> melo<strong>di</strong>e e ritmi spagnoli,<br />
ai quali Mercadante ricorre in più<br />
punti, a iniziare dall’Ouverture – che<br />
col titolo <strong>di</strong> Sinfonia caratteristica<br />
spagnola ebbe poi una vita autonoma<br />
rispetto all’opera – per finire con il<br />
bolero <strong>di</strong> Susanna o il polo <strong>di</strong> Susanna<br />
e Figaro.<br />
Creando questa couleur locale e con<br />
l’idea <strong>di</strong> scrivere una comme<strong>di</strong>a <strong>di</strong><br />
carattere, Mercadante anticipa gli<br />
sviluppi futuri del genere operistico,<br />
sebbene l’esecuzione tar<strong>di</strong>va e<br />
limitata a Madrid de I due Figaro abbia<br />
impe<strong>di</strong>to un’effettiva influenza <strong>di</strong><br />
questi spunti sulla storia della musica<br />
posteriore. Lo stesso Mercadante,<br />
comunque, continuò ad impiegarli a<br />
lungo: si veda ad esempio la sua farsa<br />
in un atto Don Chisciotte alle nozze <strong>di</strong><br />
Gamaccio, rappresentata all’inizio del<br />
1831 a Ca<strong>di</strong>ce, e l’opera in quattro atti<br />
La gioventù <strong>di</strong> Enrico v (Milano, 1834),<br />
che possono essere viste come gran<strong>di</strong><br />
stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> carattere su Don Chisciotte<br />
o su Falstaff e che, dal canto loro,<br />
preparano quell’analisi coerente<br />
della psicologia dei personaggi che<br />
caratterizzerà successivamente le<br />
sue già menzionate “opere riformate”.<br />
Essendo stata vietata nel 1826 la<br />
prima rappresentazione, l’opera I due<br />
Figaro ebbe un inizio <strong>di</strong>fficile; che la<br />
prima esecuzione moderna dell’opera<br />
abbia luogo ora a Salisburgo sarebbe<br />
invece piaciuto a Mercadante, che<br />
per tutta la vita fu un ammiratore <strong>di</strong><br />
Mozart e che, ancora studente, aveva<br />
già scritto varie raccolte <strong>di</strong> variazioni<br />
su temi mozartiani.<br />
[Traduzione italiana a cura <strong>di</strong> Marco Marica.]