Il Museo capitolino - Warburg Institute

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la prudenza. E in quella di Mario lo stesso au-
tore scrive; Noi vedemmo in Havenna il volto
di lì/ario in una statua di marmo fatta Jielle
Gallie , che ben conveniva ali austerità e cru-
deltà sua. Né à soli artefici si prendevano pen-
siero della somiglianza dei ritratti , ma eziandio
1 parenti e gli amici ; poiché del somigliare
ognuno può esser giudice , e più coloro che
hanno in pratica la persona ritratta. Per questo
stavano attenti agli artefici per ammonirli , e
far loro ritoccare e mutare dove facesse d'uopo,
acciocché riuscissero lodevolmente al desiato fine
di cogliere nel punto d' una perfetta similitudine.
Quindi Plinio (i) il giovane scriveva a' suoi amici :
Ut sculptorem , ut pictorem , quijìlii vestri ima-
ginem faceret , admoneretis , quid esprimere ,
quid emendare de bere t ; ita ine quoque for-
mate. E per esser più sicuri della somiglianza,
usavano, come s'usa pure oggidì ne' morti, di
far la forma sul viso , di che fu inventore Lisi-
strato ; Homiìiis imaginem gfpso e facie ipsa pri-
mus omnium expressit., ceraque in eam formam
gjpsi infusa emendare instituit Ljsistra-
tus Sicjonus , scrisse Plinio (2) ; tanto era la pre-
mura di riuscir esatti nel far sonugliare. Laonde
facevano molto caso di queste pitture e sculture,
e si prestava loro intera fede, sapendosi non es-
sere fatte a capriccio. Per questo Cremuzio Co-
(i) Plin. ^ lib. 5, ep. IO.
(i) Plinio^ Histor.^ lib. 55; cap. 12.