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l'intervista - Ristorazione e Catering

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l’inchiesta<br />

Cibo sprecato grande come una<br />

montagna<br />

di Luigi Franchi<br />

Ogni anno 18 milioni<br />

di tonnellate di buoni<br />

alimenti finiscono<br />

nella spazzatura<br />

16 _ cateringnews.it • novembre/dicembre 2011<br />

Tasche più vuote e mondo più inquinato! Questo è il primo paradossale<br />

risultato che si ottiene dalla mole di spreco alimentare che coinvolge le<br />

aree del mondo a maggior benessere economico.<br />

Solo in Italia, stando ai dati riportati dal Libro nero dello spreco in Italia:<br />

il cibo di Luca Falasconi e Andrea Segrè, sono 27 i chili di cibo che<br />

finiscono ogni anno nella pattumiera di ogni famiglia che equivalgono a<br />

17.775.586 tonnellate, pari al 3% del nostro Pil e sufficienti al fabbisogno<br />

alimentare di 44 milioni di italiani. Non è meno preoccupante ciò che della<br />

produzione agricola rimane sui campi: 17,7 milioni di tonnellate. e nella<br />

distribuzione si gettano via 250 chili di alimenti solo per problemi estetici,<br />

mentre sono 75.000 le tonnellate di cibo non scaduto che vengono ritirate<br />

ogni anno dai produttori.<br />

Ma che senso ha? Ma non riusciamo nemmeno più a capire che un frutto<br />

imperfetto magari è più naturale di un altro? o che un pezzo di carne,<br />

prossimo alla scadenza, può trasformarsi in uno strepitoso ragù? o che<br />

uno yogurt, insieme a molti altri alimenti, lo si può mangiare, senza paura,<br />

anche dopo diversi giorni dalla data di scadenza?<br />

Le risposte a queste domande ci sono, solo che per troppi anni sono state<br />

disattese, per troppo tempo il consumismo è stato il<br />

verbo imperante: far restare il più a lungo possibile<br />

tra gli scaffali di un centro commerciale, creare molteplici<br />

occasioni di acquisto (come il famigerato 3x2),<br />

spingere a possedere sono stati la parola d’ordine di<br />

schiere di creativi che si dilettavano con packaging<br />

sempre più vistosi… e sempre più ingombranti, al<br />

punto che sono ormai 212 kg pro-capite di packaging<br />

che finiscono nei rifiuti.<br />

Tra i primi a denunciare i pericoli dello spreco, equivalente<br />

al fallimento del mercato così come lo stiamo<br />

vivendo ora, con una fortissima contrazione dei consumi,<br />

sono stati proprio Andrea Segrè, preside della<br />

Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, e il<br />

suo Last Minute Market, uno spin-off universitario<br />

diventato una realtà imprenditoriale che, dal 2002,<br />

sviluppa progetti per il recupero di beni invenduti da<br />

destinare ad enti caritatevoli: “Ma il futuro, e sta qui<br />

la grande scommessa per creare un valore aggiunto<br />

allo spreco, è passare dalla fase del dono a quella<br />

della vendita di prodotti in scadenza, ad un prezzo<br />

inferiore. Questo non è ancora consentito dalla legislazione,<br />

ma deve diventare una battaglia da vincere<br />

per combattere la piaga dello spreco.”<br />

Ne è convinto anche Matteo Barbieri, amministratore<br />

dell’omonima azienda di distribuzione di Voghera<br />

(PV) specializzata nel food service: “Noi destiniamo<br />

circa il 20% dei prodotti alimentari prossimi alla scadenza<br />

ad enti benefici, ma soprattutto per ridurre gli<br />

sprechi abbiamo rivoluzionato il sistema logistico<br />

dell’azienda mettendo tutti i prodotti a vista in modo<br />

tale che ci rendiamo subito conto delle scadenze e<br />

mettiamo in vendita nei tempi adeguati, riducendo lo<br />

stock di magazzino ad un livello minimo.”<br />

In attesa che la legislazione prenda coscienza del<br />

problema, Last Minute Market ha contribuito, con le<br />

Giornate europee contro lo spreco, ad elevare l’attenzione<br />

e la sensibilità dei cittadini, delle istituzioni<br />

e delle imprese, intorno al tema. Si sono generati<br />

comportamenti virtuosi sul piano imprenditoriale,<br />

sono nate iniziative grandi e piccole che incontrano<br />

la collaborazione dei consumatori.<br />

Molti comuni italiani, con Torino capofila, stanno<br />

sottoscrivendo la Dichiarazione congiunta europea<br />

contro lo spreco alimentare, recentemente presentata<br />

al Parlamento europeo proprio da Last Minute<br />

Market, con l’obiettivo di ridurlo del 50% entro il<br />

2025. L’iniziativa rientra nell’ambito del progetto<br />

“Un anno contro gli sprechi” che, per il 2011, era dedicato<br />

all’acqua. Un aspetto non trascurabile anche<br />

per il consumo alimentare, come spiega Antonella<br />

Pasquariello, direttore relazioni esterne del gruppo<br />

Camst, “che ha aderito al progetto proprio per l’affinità<br />

che l’azienda da anni dimostra verso questi<br />

temi. In occasione delle Giornate europee contro lo<br />

spreco, nell’ottobre scorso, abbiamo voluto sensibi-<br />

lizzare i nostri clienti, proponendo nei venti punti di<br />

ristorazione Camst la zuppa di fagioli e patate, individuata<br />

per il basso impatto idrico, il forte apporto nutrizionale<br />

dei legumi, la stagionalità e tipicità di questo<br />

abbinamento. Ma il nostro impegno non si ferma ad<br />

un giorno, il nostro impegno verso la riduzione degli<br />

sprechi si esplicita nel progetto L’albero dell’energia,<br />

una campagna ecostenibile coerente con i principi<br />

fondamentali che guidano l’azienda: la riduzione degli<br />

sprechi, il riciclo dei rifiuti, il rispetto della stagionalità<br />

e della territorialità delle materie prime.”<br />

Dal grande al piccolo, gli esempi si stanno fortunatamente<br />

moltiplicando, come dimostra la scelta di due<br />

donne che, dismessi i panni di imprenditrici di suc-<br />

cateringnews.it • novembre/dicembre 2011 _ 17

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