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l'intervista - Ristorazione e Catering

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Tutto intorno l’intero paese è in festa, ci si sveglia<br />

all’alba, si sciama nei ristoranti e nei bar che preparano<br />

colazioni robuste, sostituendo il cappuccino<br />

con la trippa per togliersi di dosso il freddo inevitabile<br />

di un mattino di dicembre.<br />

Non mancano né il cantastorie locale, né la banda,<br />

ogni angolo dei paesi si riempie all’inverosimile<br />

e il profumo inconfondibile è quello dei sette tagli<br />

del gran bollito che, di lì a qualche ora, verrà<br />

servito dai ristoratori: : testina, lingua, scaramella,<br />

muscolo, punta di petto, sottile e coda. Tutti rigorosamente<br />

da razze piemontesi e accompagnati da<br />

sette salse.<br />

“Nei giorni della fiera arriviamo a fare quasi quattromila<br />

coperti, tutti piatti della cucina di casa che<br />

mia moglie, negli anni, ha imparato a portare a<br />

grandi dimensioni per soddisfare il palato dei nostri<br />

ospiti”, racconta Gianni Lubatti, patron dell’Osteria<br />

del borgo di Carrù, in provincia di Cuneo.<br />

Qui la fiera risale al 1910, la idearono il comune<br />

e il Comizio Agrario del tempo, ma il mercato del<br />

bestiame risale al 1473 e si svolgeva ogni due settimane<br />

e il Duca Vittorio Amedeo I, con un decreto<br />

del 15 ottobre 1635, concesse alla comunità una<br />

fiera annuale.<br />

Tradizione consolidata, dunque, ma ancor più antica<br />

è l’origine della razza che, secondo reperti<br />

archeologici, sembra abbia origine da una contaminazione<br />

avvenuta circa 25.000 anni fa con zebù<br />

provenienti dal Pakistan occidentale e arrivati sulle<br />

terre di quello che oggi è il Piemonte.<br />

“La razza bovina Piemontese è una razza da carne<br />

di taglia media che trasforma molto bene il foraggio<br />

in carne e che fornisce un’alta resa alla macellazione<br />

con quantità di tagli commerciali superiore<br />

a quella di altre razze di taglia più grande. – spie-<br />

56 _ cateringnews.it • novembre/dicembre 2011<br />

gano all’ANABORAPI, l’associazione di allevatori<br />

della razza bovina piemontese – Oltre a tutto ciò<br />

la vacca Piemontese vanta una produzione di latte<br />

più che sufficiente alle esigenze di mantenimento<br />

del vitello, derivante dalla duplice attitudine per la<br />

quale la razza era selezionata nel passato. Alcuni<br />

allevatori di Piemontese, in particolare quelli delle<br />

zone di produzione di formaggi tipici, utilizzano<br />

questa produzione aggiuntiva per la trasformazione.<br />

I formaggi quali il Castelmagno, il Bra, il Raschera<br />

e molte delle tome provenienti dalle vallate<br />

Piemontesi sono prodotti con il latte ottenuto dalla<br />

Piemontese.”<br />

La fiera di Carrù è articolata in una serie di eventi<br />

e iniziative, tra cene e aste, che culminano nel secondo<br />

giovedì prima di Natale. Giusto in tempo per<br />

arrivarci preparati, passando per Nizza Monferrato<br />

dove, dal 2006, è stata ripristinata la fiera che da il<br />

giusto prestigio a questa razza. Per proseguire in<br />

direzione di Moncalvo, sulle colline del Monferrato<br />

astigiano, dove la fiera è arrivata all’edizione<br />

numero 374 svolgendosi sempre tra la prima e la<br />

seconda settimana di dicembre. Da due anni il bue<br />

grasso di Moncalvo si fregia della Denominazione<br />

Comunale per la riconosciuta tradizione locale di<br />

valorizzazione verso questa razza.<br />

“Ed è veramente degno di rilievo veder come alcuni<br />

interrompano perfino di mangiare e di dormire<br />

per assistere i propri buoi, guardare se ruminano,<br />

sentire se il respiro è regolare, osservare se il pelo è<br />

liscio e l’occhio vivace, e con quanto orgoglio portano<br />

per prima cosa l’amico visitatore alla stalla ad<br />

ammirarli e ne attendono ansiosamente il giudizio”<br />

scriveva il dottor Maurizio Ferrio nel libro Il mercato<br />

di Moncalvo e i suoi buoi grassi, era il 1935.<br />

Se non è amore questo.

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