l'intervista - Ristorazione e Catering
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aggiungono circa 70 Paesi nel mondo.<br />
È sicuramente il vino bianco italiano fermo da sempre<br />
più esportato, con una quota che supera l’80%<br />
della produzione. Determinazione ed efficienza organizzativa<br />
hanno di fatto consentito ad una produzione<br />
molto frazionata (sono quasi 3.000 le aziende agricole<br />
con una media di poco più di 2 ettari) di costruire<br />
un sistema che ha saputo restituire negli anni reddito<br />
e soddisfazione per i produttori senza perdere mai di<br />
vista la propria vocazione bianchista da vitigni autoctoni<br />
come la Garganega ed il Trebbiano di Soave.<br />
Piccole aziende, imprenditori capaci e cooperative<br />
virtuose hanno disegnato nel tempo un Mondo Soave<br />
che analizza, affronta e si confronta con tutte le più<br />
grandi sfide del vino italiano. La ricerca nel vigneto<br />
ed in cantina vista non come fine a se stessa ma come<br />
bagaglio di conoscenze o di certezze per perseguire<br />
sempre nuovi obiettivi produttivi.<br />
Un percorso di conoscenza che in ottant’anni non si<br />
è mai interrotto e che, partendo dai primi importanti<br />
lavori di Cosmo e Dalmasso, hanno permesso di definire<br />
con il lungo lavoro di zonazione le caratteristiche<br />
di ogni vigna fino alla valorizzazione di ogni singolo<br />
cru aziendale.<br />
Quasi avveniristici anche gli approfondimenti sul<br />
paesaggio viticolo e sulla tutela ambientale, definendo<br />
un approccio integrato alle problematiche ed alle<br />
responsabilità dei produttori (oggi avviati da tantissimi<br />
altri territori) sul fronte della sostenibilità energetica<br />
e fitosanitaria, fino a conseguire come Consorzio<br />
nel 2006 la prima certificazione ambientale secondo<br />
la misura ISO 14001 per la costante attività di sensi-<br />
70 _ cateringnews.it • novembre/dicembre 2011<br />
bilizzazione e informazione ai produttori.<br />
Allo stesso tempo sono stati attuati progetti a carattere<br />
internazionale per la valorizzazione dei vini bianchi<br />
longevi con la creazione di “Vulcania”, un vero<br />
forum itinerante sull’identità dei vini bianchi ottenuti<br />
da suoli vulcanici. Tutte tematiche che hanno fatto del<br />
Soave un antesignano in idee e progetti su cui costruire<br />
certezze di unicità territoriale.<br />
In questo contesto produttivo caratterizzato da una<br />
storicità e da una fedeltà quasi maniacale alla propria<br />
vocazione, era naturale che i concetti di “terroir” e di<br />
“vigna” attecchissero in maniera forte e condivisa tra<br />
i produttori del Soave. Ecco quindi che oggi possiamo<br />
parlare con serenità dei tanti Soave e delle tante<br />
espressioni della Garganega su questi suoli vulcanici.<br />
Il ruolo del Consorzio in questo percorso virtuoso<br />
senz’altro strategico, è teso a trasferire tutte queste<br />
azioni in valore reale ai vini.<br />
Questo attraverso la valorizzazione di tutte le identità<br />
del Soave (DOC, Classico e Superiore), sviluppando<br />
iniziative promozionali articolate difficilmente accessibili<br />
dalle singole aziende (tv, radio, cartellonistica),<br />
diventando punto di riferimento della denominazione<br />
per giornalisti, media, buyer e consumatori.<br />
La sfida lanciata dai vitigni internazionali con lo<br />
Chardonnay e con il Pinot Grigio, hanno stimolato<br />
l’esigenza di un riposizionamento della denominazione,<br />
rinnovando l’immagine e coordinando tutte le<br />
iniziative di valorizzazione.<br />
Per quanto riguarda il mercato italiano molto legato<br />
al consumo locale, la dimensione produttiva e le varie<br />
tipologie consentono al Soave di essere uno dei vini Semplicemente<br />
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