30.05.2013 Views

l'intervista - Ristorazione e Catering

l'intervista - Ristorazione e Catering

l'intervista - Ristorazione e Catering

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Semplicemente la Migliore!<br />

Parola di Nicola Demo da più di vent’anni a fianco dei pizzaioli<br />

per migliorare la qualità delle farine per pizze “le 5 Stagioni”.<br />

Il Centro Ricerca di agugiaro & Figna Molini ha messo a punto una tecnologia<br />

innovativa e originale per produrre il lievito madre essiccato in polvere che nella<br />

cottura della pizza apporta i seguenti vantaggi:<br />

> croccantezza, fragranza e sapore tipico del lievito madre<br />

> masticabilità e croccantezza anche da freddo<br />

> eccellente digeribilità della pizza<br />

naturkraFt Pizza non elimina il lievito di birra ma ne riduce la quantità<br />

richiesta (che serve solo da innesco alla fermentazione).<br />

www.le5stagioni.it<br />

Le 5 Stagioni - Via Monte Nero, 111 35010 Curtarolo (PD) Tel. +39 049.9624611 Fax +39 049.9624627 mail: farine@molinoagugiaro.it<br />

cesso, hanno deciso di aprire nel quartiere del Trullo,<br />

nella periferia romana, Food on the road, un piccolo<br />

laboratorio che consegna cibo eccellente in tutti i<br />

luoghi e dintorni di roma. L’idea è venuta a Daniela<br />

Bellisario e Barbara Vecchietti che hanno volutamente<br />

scelto di collocare un piccolo gioiello in uno<br />

dei quartieri forse più degradati della capitale.<br />

“Anche questa è stata una scelta, difficile se vuoi,<br />

ma vogliamo dimostrare che si può essere etici, che<br />

si può restare nelle regole, che essere un’azienda sostenibile<br />

non fa diventare certo ricchi ma consente di<br />

vivere in modo dignitoso” racconta Daniela Bellisario<br />

che afferma come “i gesti del mangiare sono forse<br />

tra i più inquinanti che ci siano. Noi stiamo cercando<br />

di ridurre questi impatti, a cominciare dal packaging<br />

fino alle consegne. Ad esempio cerchiamo di non<br />

consegnare acqua, e quando ce la chiedono la forniamo<br />

in vetro e torniamo a ritirare le bottiglie. Ma è il<br />

packaging, ce lo dicono i clienti, l’elemento vincente:<br />

stiamo, con le nostre confezioni, cercando di comunicare<br />

l’idea, a chi deve restare in ufficio per il pranzo,<br />

che ha tra le mani una cosa bella e preziosa.”<br />

Ma non si tratta, e qui sta la stima che le due socie meritano,<br />

di confezioni lussuose, bensì di contenitori in<br />

materia compostabile, resi belli da bollini e marchietti<br />

che dicono cosa c’è nel prodotto che stanno mangiando:<br />

“Abbiamo trovato un’azienda scozzese che ci fornisce<br />

questo packaging, con ciotoline e posate fatte<br />

con materiali di provenienza vegetale, rinnovabili e<br />

facilmente smaltibili nell’organico. Il nostro sogno<br />

di un cibo in movimento – conclude Daniela Bellisario<br />

–è consegnare in pausa pranzo in un parco, ad un<br />

cliente che si lasci distrarre dal bello e dal buono.”<br />

Sul fronte del packaging vale la pena di segnalare<br />

l’impegno di un’azienda italiana, la Coopbox Group<br />

di reggio emilia, che nel 2005 ideò Naturalbox, il<br />

primo vassoio interamente biodegradabile per il confezionamento<br />

di alimenti freschi.<br />

“Abbiamo fatto molta ricerca per arrivare a produrre<br />

questo vassoio interamente compostabile, che ci è<br />

valso l’oscar dell’imballaggio 2005. – racconta emilio<br />

De Pascale, amministratore delegato di Coopbox<br />

Group – Il contenitore è prevalentemente usato dall’industria<br />

alimentare nel comparto bio. È però necessario<br />

sviluppare più sensibilità e comunicazione<br />

attorno ad un prodotto che è vero costa di più, ma<br />

riduce in maniera significativa il costo di smaltimento<br />

complessivo per il consumatore.”<br />

La sensibilità resta dunque il nodo da sciogliere per<br />

quanto riguarda gli sprechi, lo sanno bene gli ideatori<br />

di “Il buono che avanza”, la prima rete di ristoratori<br />

ad avanzo zero coordinati dall’associazione onlus<br />

Cena dell’Amicizia di Milano.<br />

“La difficoltà più grande è riuscire, da parte del<br />

cliente, a superare il pudore di uscire dal locale con il<br />

sacchetto dove sono consegnati dal ristorante il vino<br />

e il cibo che non si è consumato. – racconta Massimo<br />

Acanfora, coordinatore del progetto – Mentre<br />

i ristoratori che aderiscono si stanno moltiplicando,<br />

una sessantina ad oggi, a cui forniamo il contenitore<br />

insieme al materiale informativo, tra Milano e la<br />

Lombardia. Sono probabilmente loro i primi a non<br />

voler sprecare, tra gli scarti, il loro lavoro.”<br />

eccole le risposte, sono solo alcune di tanti che stanno<br />

prendendo coscienza della follia dello spreco in<br />

un mondo dove, afferma Jacques Diouf, direttore<br />

generale della FAo, “non è mai accettabile che 900<br />

milioni di persone soffrano di fame cronica.”<br />

cateringnews.it • novembre/dicembre 2011 _ 1

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!