Avvocatino - In rete per comunicare
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HUBERT TENDA<br />
Quella mattina era iniziata in modo strano.<br />
Paolo si era intrattenuto più del solito con l’edicolante a discutere<br />
della partita della sera prima.<br />
Si era recato all’Olimpico a vedere giocare la nazionale che,<br />
come al solito, aveva vinto in modo striminzito.<br />
«Il solito catenaccio alla Bearzot» aveva esclamato Pierino, l’edicolante,<br />
«con il tipico golletto in extremis su calcio d’angolo. Ma<br />
<strong>per</strong>ché non torna Sacchi?»<br />
L’emozione di quella partita era stata intensa.<br />
I cori, i fumogeni, i flash dei fotografi in quella nottata luminosa.<br />
L’Italia, in realtà, non aveva giocato male.<br />
Aveva sfruttato bene il contropiede.<br />
E aveva chiuso bene in difesa.<br />
Con due parate miracolose di Hubert Tenda, il portierone.<br />
«Che diamine, gli avversari delle qualificazioni <strong>per</strong> gli Europei<br />
erano pur sempre i panzer tedeschi» rimuginava tra sé Paolo, biasimando<br />
la vena critica dell’edicolante.<br />
È pur sempre vero che in Italia si critica sempre tutto e tutti, <strong>per</strong>sino<br />
la nazionale (è l’unico paese al mondo con 56 milioni di commissari<br />
tecnici).<br />
E un portiere come Tenda dove lo trovano gli altri?<br />
All’improvviso suonò il cellulare. Era Silvia, la segretaria del professore.<br />
«Avvocato, buongiorno. Il professore la sta cercando»<br />
«Ah, mi scusi, mi sono <strong>per</strong>so in una discussione sulla nazionale...<br />
Sa, ieri sera sono andato all’Olimpico».