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DH 31 PRATICA 1-51.qxp - Fondazione Maitreya

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<strong>DH</strong> <strong>31</strong> <strong>PRATICA</strong> 1-<strong>51.qxp</strong> 29/04/2009 10.20 Pagina 42<br />

42<br />

IL CACCIAVITE GIUSTO:<br />

strumenti per<br />

smontare la sofferenza<br />

siamo gustare la mousse al cioccolato per 24 ore al giorno (almeno non<br />

senza danni gravi); che attaccarci alla gioia di avere un figlio piccolo diventa<br />

un disastro quando questo figlio cresce. L’elenco può andare avanti<br />

all’infinito.<br />

«Cercando gratificazione nei piaceri sensoriali, se l’uomo ordinario prova attaccamento<br />

per essi in lui la tendenza latente dell’attaccamento nei riguardi della<br />

sensazione piacevole si accresce». L’attaccamento si auto-alimenta, dunque;<br />

ma abbiamo subito due strumenti per smontare le seconde frecce, per deviare<br />

il tiro, per non farle neanche partire: vederle bene prima che partano:<br />

«questa è avversione»; oppure «questo è attaccamento».<br />

Ricordiamoci che verremo colpiti dalle inevitabili frecce del dolore,<br />

della vecchiaia, della morte, della malattia, dell’allontanamento delle persone<br />

care: ci toccano, ci aspettano, quasi ci spettano di diritto. «Il nobile discepolo,<br />

quando viene colpito dalla prima freccia» perché è certo che anche lui<br />

viene compito dalla prima freccia, come chiunque altro, «Il nobile discepolo<br />

che ha ricevuto gli insegnamenti spirituali… non si affligge, non si lamenta, ecc,<br />

ecc., sperimenta un solo tipo di sensazione; venendo toccato da quella sensazione<br />

non prova avversione». Ci chiediamo: «Ma com’è possibile?» La mia esperienza<br />

è che è possibilissimo.<br />

Io ho una piccola fetta di questa esperienza del vivere con il dolore fisico<br />

(ma ci sono persone che hanno «maestri» molto più importanti ed esigenti<br />

del mio), e posso dire che ormai se mi sveglio di notte con una crisi<br />

di dolore, come capita spesso, non è un gran problema. Se occorre prendo<br />

un farmaco, se non devo cerco di usare altri mezzi: ho imparato a riposare<br />

anche senza dormire, magari seguendo il respiro. E la mattina sono abbastanza<br />

riposata: non mi manca il sonno, non sono di cattivo umore, non<br />

sono distrutta. «Ma come, hai dormito due ore questa notte?» Sì, però non<br />

è successo niente di grave. È stata solo la prima freccia. È una cosa che si<br />

allena con il tempo; più ci si allena, più diventa efficace e meno ci si fa caso,<br />

cioè meno il dolore diventa minaccioso e totalizzante.<br />

Non identificarsi<br />

Il nocciolo del sutra per me sta proprio in questo dettaglio: «libero,<br />

non identificato in essa». «Il nobile discepolo…non lo percepisce identificato<br />

con esso». È questa la questione. Io non sono quel dolore o, almeno,<br />

non sono solo quel dolore; sto parlando anche di altri dolori, per esempio<br />

di un lutto grave, di uno dei tanti dolori dell’esistenza che ci sembra che<br />

ci travolga e con cui non riusciamo a venire a patti. Io, nella mia totalità,

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