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DH 31 PRATICA 1-51.qxp - Fondazione Maitreya

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<strong>DH</strong> <strong>31</strong> <strong>PRATICA</strong> 1-<strong>51.qxp</strong> 28/04/2009 1.50 Pagina 46<br />

46<br />

LA VITA<br />

E LA MORTE<br />

nel Chan<br />

Mi piacerebbe chiedervi: ciò che questa vecchia sta cercando è una cosa<br />

che potrà trovare? È possibile trovare l’immortalità? Credo che la maggior<br />

parte di voi risponderà: «No, è impossibile vivere per sempre». Ma è anche<br />

possibile che, nel profondo dei vostri cuori, abbiate ancora la speranza<br />

di poterci riuscire. Se ci fosse un modo per vivere più a lungo o per non<br />

morire affatto, non sarebbe bello? Finora non ho mai trovato un metodo<br />

di questo tipo e se lo trovassi lo userei per me. In realtà, di tutte le esperienze<br />

umane, in tutta la storia dell’umanità, non conosciamo nessuno che<br />

non sia morto. Quindi un praticante Chan dovrebbe comprendere ed essere<br />

consapevole che la morte può avvenire ad ogni momento. Ovunque<br />

ci sia vita, sta per giungere la morte. Per alcuni la morte può arrivare prima<br />

che per altri, ma arriverà per tutti. Per cui, questa sera, mi piacerebbe<br />

parlare su due temi principali: uno è il tema relativo alla vita alla morte e<br />

l’altro è il tema relativo al Chan e alla sua relazione con la vita.<br />

Che cos’è la vita? La vita è l’estensione senza limiti di una luminosità<br />

infinita. La maggior parte delle persone pensa alla vita come<br />

un inizio, quando un bambino nasce e come una fine quando una<br />

persona muore. Ma questa non è una comprensione corretta della vita.<br />

L’esistenza di un corpo fisico è, in realtà, solo l’espressione del funzionamento<br />

della vita. Per cui si dovrebbe comprendere che la vita è composta<br />

da due parti, una fisica e una spirituale. Senza il corpo fisico l’aspetto spirituale<br />

non avrebbe modo di esprimersi, ma il corpo fisico non rappresenta<br />

l’intera vita. Il corpo fisico esiste per un periodo limitato di tempo mentre<br />

la parte spirituale esiste per sempre.<br />

C’è un certo numero di interessanti analogie su come i buddhisti siano<br />

soliti descrivere la relazione tra gli aspetti di fisici e quelli spirituali della<br />

vita, che sono abbastanza chiare anche se non completamente corrette. In<br />

una di queste analogie, l’aspetto spirituale della vita è visto come un viaggiatore<br />

che, dovendo andare in un certo posto, prende un autobus, guida<br />

una macchina, pernotta in un hotel con diversi tipi di stanze; le macchine<br />

e l’hotel sono visti come gli aspetti fisici della vita. L’idea è che l’aspetto<br />

spirituale della vita invisibile e intangibile sia sempre presente, ovunque,<br />

mentre l’aspetto visibile e tangibile, ossia l’aspetto fisico, esiste solo temporaneamente.<br />

Un altro tipo di analogia è che l’aspetto fisico della vita è<br />

simile ai vestiti che ci mettiamo; i vestiti diventano vecchi e sporchi per<br />

cui ce li togliamo e ne indossiamo di nuovi. Il corpo che porta questi vestiti<br />

è sempre lo stesso, per cui, di nuovo, ecco l’idea che la vita spirituale<br />

è continua ed eterna mentre l’aspetto fisico esiste solo per un certo periodo.<br />

Queste analogie illustrano come gli aspetti fisici siano simili a manifestazioni<br />

di differenti livelli di vita spirituale. Avete potuto sentire che an-

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