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Il laboratorio matematico-scientifico: suggerimenti ed esperienze

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Laboratorio e macchine matematiche<br />

Macchine Matematiche e <strong>laboratorio</strong><br />

Michela Maschietto - Dipartimento di Matematica, Università di Modena e Reggio Emilia<br />

Introduzione<br />

<strong>Il</strong> Laboratorio delle Macchine Matematiche (qui di seguito abbreviato in MMLab, http://<br />

www.mmlab.unimore.it), situato nei locali del Dipartimento di Matematica dell’Università di Modena e<br />

Reggio Emilia, contiene una collezione di strumenti per la geometria, chiamati macchine matematiche.<br />

Essi sono stati costruiti a scopo didattico a partire da testi storici, dalla matematica greca fino al XX secolo.<br />

Una macchina matematica, legata al campo della geometria, è un artefatto concepito e costruito con uno<br />

scopo preciso, che non dipende dal suo uso effettivo: esso obbliga un punto, un segmento o una figura<br />

piana a essere trasformata in accordo con una legge matematica definita dal costruttore. Una macchina<br />

matematica può essere un tracciatore di curve (come ad esempio un compasso), un pantografo per le<br />

trasformazioni geometriche o uno strumento per la prospettiva (Bartolini Bussi & Maschietto, 2006).<br />

<strong>Il</strong> Laboratorio delle Macchine Matematiche conduce vari tipi di attività con le macchine matematiche:<br />

sono esposte in mostre, proposte in attività di <strong>laboratorio</strong> presso la s<strong>ed</strong>e del Laboratorio o portate in<br />

classe nell’ambito di progetti didattici di lungo termine. Pur essendo gli stessi oggetti fisici, il contesto in<br />

cui sono inseriti condiziona da un lato gli obiettivi e le attività che li v<strong>ed</strong>ono coinvolti, dall’altra i rapporti<br />

che i soggetti stabiliscono con gli strumenti. Questa osservazione, che può sembrare banale, è invece<br />

importante quando ci si pone dal punto di vista dell’apprendimento e dell’insegnamento della matematica.<br />

In questo articolo, si parlerà della attività svolte con le classi nei locali del Laboratorio. Si rinvia<br />

all’articolo di Franca Ferri per quanto riguarda l’utilizzo delle macchine matematiche in classe.<br />

Le sessioni di <strong>laboratorio</strong> per le classi<br />

<strong>Il</strong> Laboratorio è aperto alle visite delle classi durante tutto l’anno scolastico. Anche se viene spesso<br />

usato il termine “visita”, quanto proposto non è organizzato in termini di “visita guidata ad una mostra”,<br />

ma piuttosto come sessione di <strong>laboratorio</strong> di matematica (secondo l’accezione di “Matematica<br />

2003” della Commissione UMI-CIIM) su un tema scelto prec<strong>ed</strong>entemente dagli insegnanti che accompagnano<br />

le classi. La scelta del percorso è compiuta dall’insegnante, anche se si auspica che la<br />

visita sia inserita nel percorso di matematica seguita dalla classe.<br />

I percorsi tematici proposti sono tre: un primo tema riguarda le coniche e i conicografi, un secondo<br />

le trasformazioni geometriche e un terzo la prospettiva (fruibile a partire dal prossimo anno scolastico).<br />

<strong>Il</strong> tema delle coniche e della prospettiva si rivolge soprattutto agli allievi della scuola secondaria<br />

di secondo grado, mentre quello delle trasformazioni può essere seguito anche da allievi della scuola<br />

secondaria di primo grado (con opportuni cambiamenti). Ogni sessione di <strong>laboratorio</strong>, per la scuola<br />

secondaria di secondo grado, prev<strong>ed</strong>e tre fasi: introduzione al tema del percorso, lavoro di gruppo<br />

sulle macchine matematiche, presentazione del lavoro svolto da parte di ogni gruppo. Per la scuola<br />

secondaria di primo grado si svolge solo la terza fase con sch<strong>ed</strong>e modificate.<br />

<strong>Il</strong> formato attuale della sessione proposta alle classi concilia diverse intenzioni <strong>ed</strong> esigenze. La<br />

prima fase risponde soprattutto all’intenzione di offrire una sessione in cui siano presenti riferimenti<br />

storici, che permettano così di situare nella storia della matematica i concetti che saranno presentati e<br />

di v<strong>ed</strong>erne lo sviluppo. Inoltre, vi si trovano quegli elementi di geometria nello spazio che in un<br />

approccio scolastico, diciamo tradizionale, delle coniche e delle trasformazioni sono evocati e/o rappresentati<br />

e, quindi, spesso lasciati nella sfera degli esperimenti mentali degli allievi. Si presentano<br />

allora modelli di coni realizzati m<strong>ed</strong>iante fili tesi intersecati da piani in plexiglas (Fig. 2) o modelli di<br />

trasformazioni che mostrano corrispondenze prima tra due piani distinti poi tra due piani coincidenti<br />

(Fig. 3). Dato che una sessione di <strong>laboratorio</strong> non è una visita guidata a una mostra, la seconda fase<br />

della sessione corrisponde a un vero lavoro sulle macchine matematiche; un lavoro, cioè, di manipolazione,<br />

di esplorazione e di formulazione di congetture. Questo richi<strong>ed</strong>e un lavoro di gruppo su una<br />

macchina. A parte il percorso sulla prospettiva, le macchine matematiche date agli allievi sono essenzialmente<br />

macchine “bidimensionali”, cioè strumenti che lavorano sul piano (come quello nella Fig. 4<br />

a destra). Questa separazione tra spazio e piano tra la prima e seconda fase è legata al fatto che i<br />

Numero 8, ottobre 2007 21

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