Il laboratorio matematico-scientifico: suggerimenti ed esperienze
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Laboratorio e software didattici<br />
Una funzionalità didattica per introdurre all’idea di teoria<br />
Michele Cerulli - Istituto Tecnologie Didattiche - C.N.R. di Genova<br />
Micromondi <strong>ed</strong> artefatti come strumenti di m<strong>ed</strong>iazione semiotica<br />
La ricerca sull’uso della tecnologia a scopi didattici ne ha mostrato potenzialità e limiti (Cerulli,<br />
2004). Una delle idee più interessanti che troviamo in letteratura è quella dei Micromondi, ambienti<br />
dove sia possibile praticare attività rilevanti a domini di conoscenza incorporati nei micromondi stessi.<br />
Agli studenti è infatti data la possibilità di esperire, fenomenologicamente, domini di conoscenza,<br />
come la matematica, che sarebbero altrimenti percepiti come astratti e lontani dalle <strong>esperienze</strong> pratiche<br />
degli alunni. Grazie ai micromondi è possibile realizzare dei campi di esperienza (Boero et al.,<br />
1995) pratici per la matematica che possono essere sfruttati per sviluppare attività che possano<br />
favorire l’apprendimento della matematica. Tuttavia, la ricerca ha anche mostrato che, nonostante le<br />
attività con tali micromondi risultino sempre in qualche apprendimento, non è affatto scontato che<br />
tale apprendimento coincida con gli obiettivi didattici matematici perseguiti dall’insegnante. Un<br />
alunno che lavora con un micromondo apprende certamente delle conoscenza relative al micromondo<br />
stesso, ma la relazione tra tali conoscenze, e la matematica non sono affatto scontate, ne automaticamente<br />
costruite (Cerulli, 2004): nei casi più estremi, senza particolari accorgimenti, non è neanche<br />
detto che l’alunno colleghi l’attività con il micromondo alla matematica, e se lo fa, non è detto<br />
che lo faccia correttamente.<br />
Un modo per affrontare questo problema ci viene suggerito dal quadro vigotskiano proposto da<br />
Mariotti (Mariotti, 2002) secondo cui l’apprendimento è radicato nell’esperienza pratica, ma i concetti<br />
appresi possono raggiungere una coerenza con la matematica evolvendosi sotto la guida dell’insegnante<br />
tramite particolari strategie comunicative. Assumendo questo quadro un micromondo può essere<br />
utilizzato come strumento di m<strong>ed</strong>iazione semiotica: esso viene introdotto volutamente dall’insegnante<br />
nella pratica di classe, <strong>ed</strong> è sfruttato per sviluppare strategie comunicative atte a far sviluppare<br />
i significati matematici a cui si riferiscono gli obiettivi didattici dell’insegnante. Nell’ambito<br />
di questa prospettiva due linee di ricerca sono state sviluppati sul tema dell’introduzione di alunni<br />
di 1 e 2 liceo <strong>scientifico</strong> all’idea di teoria e dimostrazione. La prima linea di ricerca riguarda il caso<br />
della geometria euclidea (Mariotti 2002), con il software Cabri, <strong>ed</strong> è stata ripresa e ri-adattata al<br />
caso dell’algebra e del software L’Algebrista. Nel passaggio da un contesto all’altro, e nel confronto<br />
tra i due, è stato possibile individuare quali fossero gli aspetti comuni e caratterizzanti il tema del<br />
pensiero <strong>matematico</strong> teorico, indipendentemente da se si tratti di algebra o geometria. In questo<br />
articolo richiameremo alcune idee chiave per il caso dell’algebra, quindi ci soffermeremo su una<br />
particolare modalità d’impiego (cfr. Cerulli, M.,P<strong>ed</strong>emonte, B., Robutti, E.) de L’Algebrista che lo<br />
rende associabile a Cabri come strumento di m<strong>ed</strong>iazione semiotica impiegato per introdurre gli<br />
alunni all’idea di teoria e dimostrazione.<br />
Un software per introdurre gli alunni all’algebra come teoria<br />
Nel passaggio dall’aritmetica all’algebra un punto fondamentale è che le espressioni algebriche<br />
debbano essere considerate come oggetti su cui agire piuttosto che solo come proc<strong>ed</strong>ure di calcolo<br />
da eseguire: il modo algebrico di agire sulle espressioni consiste nel manipolarle e trasformarle per<br />
mezzo di un insieme di assiomi, definizioni e teoremi. Di conseguenza è possibile progettare un<br />
approccio alla manipolazione simbolica interpretandola come attività di confronto di espressioni e<br />
dimostrazione della loro equivalenza o meno (Prodi, 1975). <strong>Il</strong> fuoco quindi si sposta sugli aspetti<br />
teorici dell’algebra, e nella nostra ricerca abbiamo sfruttato questo contesto per introdurre gli alunni<br />
all’idea di teoria e di dimostrazione (Cerulli, 2000 e 2004). A tale fine abbiamo progettato, realizzato<br />
e sperimentato un software, L’Algebrista che potesse fornire agli alunni un campo di esperienza<br />
sugli aspetti teorici dell’algebra. In tale micromondo infatti è possibile trasformare espressioni tramite<br />
comandi che corrispondono ad assiomi, definizioni e teoremi, così che la pratica con L’Algebrista<br />
può essere interpretata in termini di attività di dimostrazione di equivalenze nell’ambito di una<br />
teoria algebrica.<br />
Numero 8, ottobre 2007 49